2024-09-05
I vescovi italiani fanno asse con quelli tedeschi per attaccare i sovranisti
«Avvenire» contro Afd e le formazioni di destra. Per la Chiesa l’obiettivo è difendere l’accoglienza a ogni costo, ma la lotta politica allontana i fedeli e diventa un boomerang.E per fortuna che i vescovi hanno a cuore la democrazia, figuriamoci se non la apprezzassero. Avvenire la racconta proprio così: «Ancora una volta», scrive, «la Chiesa tedesca si espone in difesa dei valori cristiani e della democrazia». E come lo fa?Ovvio: disprezzando la scelta degli elettori di Turingia e Sassonia che hanno votato in massa i partiti sovranisti (di destra e di sinistra) Afd e Bsw. Secondo i prelati germanici, «il programma etno-nazionalista di Afd non è compatibile con la fede cristiana». E non bisogna «dare spazio alle idee estremiste e nazionaliste». Quanto al partito della rossa Sahra Wagenknecht, è considerato simpatizzante di Putin dunque risulta inaccettabile. In realtà ci sarebbero un bel po’ di obiezioni da fare a questa linea. Si potrebbe notare, ad esempio, il singolare metodo utilizzato dai vescovi. Essi prima definiscono in maniera del tutto arbitraria i vari partiti, poi sulla base di questo giudizio sommario li scomunicano. Se dovessimo adottare lo stesso metro di giudizio potremmo definire etno nazionalista anche Giovanni Paolo II in virtù dei suoi robusti scritti sulla patria. E potremmo definire putiniano papa Francesco per il suo tentativo di dialogo con Putin. Non per nulla è stato definito putiniano a più riprese anche l’ex direttore di Avvenire, Marco Tarquinio. La sensazione, dunque, è che in realtà ai prelati non interessi affatto la democrazia, a meno che i cittadini non votino dalla parte giusta, cioè quella gradita ai religiosi. A voler essere maliziosi, poi, si potrebbe perfino notare che la Chiesa tedesca ha avuto negli ultimi decenni rapporti ambivalenti con lo Stato, percependo miliardi di denari pubblici. Potrebbe persino venire il sospetto che i vescovi temano l’avvento di partiti estranei al sistema di potere che li ha a lungo foraggiati. Comunque sia, Avvenire a riguardo non ha alcun dubbio e sposa totalmente la posizione delle gerarchie ecclesiastiche di Turingia e Sassonia. Anzi, si spinge persino oltre scodellando una feroce invettiva contro il populismo vero o presunto. Scrive indignato in un commento Giorgio Ferrari che l’Europa è «diventata da molto tempo terreno di caccia dell’antipolitica, allineando falangi di gruppi anti sistema, dai nazionalisti polacchi del Pis di Jaroslaw Kaczynski agli ungheresi dello Jobbik, dai post-franchisti andalusi di Vox agli squadristi belgi di Vlaams Belang, dal Rassemblement di Marine Le Pen all’Fpö austriaco, agli xenofobi olandesi di Geert Wilders. Tutte sigle a loro modo destabilizzanti sul piano elettorale, che in comune hanno il progetto di una rivincita sulle rovine dell’Unione europea, in nome di un opaco nazionalismo identitario». Il pastone cucinato dall’editorialista del giornale della Cei è davvero suggestivo e mescola partiti e movimenti completamente diversi tra loro, i quali per altro hanno ottenuto risultati decisamente differenti nelle urne. Stupisce soprattutto che nell’elenco dei pericolosi eversori vengano inseriti anche i polacchi del Pis, tra i partiti più tenacemente cattolici della storia recente. Che cosa li rendeva impresentabili? L’anticomunismo? Il fatto che foraggiassero la Radio Maria polacca? Viene da pensare che a infastidire Avvenire sia - più che il populismo di cui pure Francesco ha più volte fornito dimostrazioni - la tendenza destrorsa. O, più precisamente, la tendenza a combattere l’immigrazione irregolare e di massa. Quella che il giornale dei vescovi italici ogni giorno sponsorizza allegramente, per ragioni ideologiche e per altri motivi decisamente meno prosaici. Se avesse a cuore la democrazia come afferma, magari si interrogherebbe a fondo sulle ragioni che spingono tanti, anche cattolici, ad avversare l’accoglienza così come finora è stata gestita. O magari si prenderebbe la briga di esaminare con maggiore lucidità le istanze di Afd e Bsw, onde comprendere perché incontrino il favore degli elettori. Invece no: Avvenire preferisce la contrapposizione frontale, si imbarca in una battaglia politica contro i perfidi populisti, attacca i sovranisti stranieri affinché quelli italiani intendano. «Una previsione ci sentiamo di farla», conclude Ferrari nel suo editoriale. «Non ce la faranno. Non ce l’hanno mai fatta i sovranismi e le spinte xenofobe e non ce la faranno nemmeno stavolta. Ma l’Europa dovrà rimboccarsi le maniche. E subito». Come debba intervenire l’Europa non è chiaro: mettendo al bando i movimenti identitari? Mettendo fuori legge la destra?Il problema vero, in ogni caso, non sono le posizioni di un giornale, che lasciano anche il tempo che trovano. Sono piuttosto le idee e le uscite dei religiosi, in Italia e nel resto d’Europa. Sono le lotte politiche della parte mediaticamente più visibile della Chiesa, che continua a spalleggiare il pensiero dominante. Lo stesso pensiero che minaccia di distruggerla: ma forse è proprio questo che certi vescovi vogliono.
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