2025-05-23
A Verona un centro dei Fratelli musulmani
Anna Maria Cisint (Imagoeconomica)
Stando a un report francese è uno snodo di islamisti. Anna Maria Cisint: «Occorre vigilare». Dietro la facciata rassicurante di un istituto culturale nel centro di Verona si muoverebbe in silenzio quello che per l’intelligence francese è molto più di un semplice centro studi: un potenziale epicentro della nuova egemonia islamista in Europa. Si chiama Bayan e viene descritto come «una struttura formativa che riceve finanziamenti dal Kuwait» attraverso «l’International islamic charity organisation (una Ong che opera a livello globale, ndr)». Stando a un rapporto appena desecretato dall’Eliseo, del quale La Verità è in possesso, ci sarebbe il rischio che diventi «il principale centro di formazione per gli imam in Europa», con tanto di «diploma da insegnante professionista a beneficio delle scuole e dei centri islamici europei». E, secondo il report, sarebbe parte di un disegno più ampio riconducibile ai Fratelli musulmani, movimento fondato in Egitto nel 1928 da Hassan al-Banna e bandito in Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Egitto, Giordania e altri Paesi islamici. Una cinghia di trasmissione ideologica per plasmare i nuovi leader dell’islam politico. Nel documento, firmato dai servizi segreti francesi, c’è una parola che ricorre: «Infiltrazione». Silenziosa, dissimulata, metodica. Il presidente Emmanuel Macron ha preso sul serio l’allarme. Ha convocato un Consiglio di difesa e invocato «una risposta forte». «È ciò che denuncio da tempo e che ho potuto constatare personalmente durante la mia esperienza amministrativa a Monfalcone e in tante, troppe altre città italiane», afferma l’eurodeputata della Lega Anna Maria Cisint: «Moschee e scuole coraniche che operano nell’ombra, prive di controlli e regolamentazione, spesso risacche di illegalità e predicazione dell’odio verso l’Occidente». Lo scopo, secondo Cisint, «è quello di ripulire l’immagine dell’islam più radicale, mentre lentamente si insinua nelle nostre istituzioni e nella nostra società». Per Cisint i segnali c’erano tutti. E ricorda la presenza della «cosiddetta Lista islamica a Monfalcone». La valutazione dell’eurodeputata è questa: «La strategia delle comunità radicalizzate è quella di presentarsi come moderate e moderne, per poi, quando i mumeri lo permetteranno, imporsi con la Sharia e la sovversione dello Stato». La soluzione, per Cisint, va cercata nel contrasto legislativo: «Serve un’azione per normare e contenere in Italia e in Europa l’approccio fondamentalista, primo passo la stipula dell’intesa prevista dall’articolo della Costituzione fra Stato e confessionale religiosa, poi urge precedere con una capillare mappatura e controllo delle moschee presenti sul nostro territorio».
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