2025-12-01
Gli uomini di Zelensky in Florida: «Colloqui duri ma molto costruttivi»
Una delegazione di Kiev guidata da Umerov ricevuta a Miami da Witkoff (atteso giovedì al Cremlino), Kushner e Rubio. Il segretario di Stato: «Faremo in modo che l’Ucraina sia indipendente e sovrana».«Tosti ma molto costruttivi», così nella serata di ieri, una fonte della Cnn ha definito i colloqui in atto tra Stati Uniti ed Ucraina. Una delegazione ucraina guidata da Rustem Umerov, ex ministro della Difesa ucraino e attuale segretario del Consiglio per la sicurezza nazionale e la difesa, è stata difatti ieri ricevuta vicino a Miami presso un club privato, lo Shell Bay, legato all’agenzia immobiliare dell’inviato speciale Usa Steve Witkoff. Scopo dell’incontro, la continuazione dei negoziati di pace, per aggiustamenti del piano in 28 punti elaborato durante i negoziati tra Washington e Mosca. In particolare, secondo quanto riferito da un alto funzionario americano ad Axios, al centro del meeting c’erano «territori e sicurezza». Secondo il Wall Street Journal si è discusso anche di future elezioni in Ucraina. A rappresentare l’amministrazione americana c’erano il già citato Witkoff - atteso giovedì per un incontro al Cremlino -, Jared Kushner, genero del presidente Donald Trump, e il segretario di Stato Marco Rubio. Proprio Rubio ha inaugurato l’incontro dicendo d’aspettarsi «ulteriori progressi» verso la pace; il segretario di Stato ha altresì sottolineato come il meeting avesse lo scopo di «porre fine a una guerra e creare un meccanismo che consenta all’Ucraina di essere indipendente e sovrana, di non avere mai più un altro conflitto e di creare un’enorme prosperità per il suo popolo».Con parole non molto diverse, all’inizio del vertice anche Umerov - giunto a Miami con Andrii Hnatov, capo delle forze armate ucraine, e Andrii Sybiha, ministro degli Esteri ucraino - ha dichiarato: «Stiamo discutendo del futuro dell’Ucraina, della sua sicurezza, della necessità di impedire il ripetersi di aggressioni nei confronti dell’Ucraina, della sua prosperità e di come ricostruirla». All’inizio dei lavori Umerov - che, «in costante contatto» con Zelensky, ha precisato di perseguire «una pace reale e affidabile» e «garanzie di sicurezza di lungo termine» - ha espresso anche parole di apprezzamento verso Washington: «Gli Stati Uniti ci ascoltano, ci sostengono e lavorano al nostro fianco». Il fatto che i lavori siano poi stati definiti «tosti ma molto costruttivi» - di «atmosfera favorevole ad un buon esito» ha parlato pure il viceministro degli Esteri ucraino, Sergiy Kyslytsya, per quanto altre fonti vicine a Kiev abbiano riferito di colloqui «non facili» - lascia immaginare qualche progresso su «territori e sicurezza».Se da un lato, dunque, si lavora per la pace in Ucraina, dall’altro tuttavia non si possono ritenere ancora scongiurati gli scenari peggiori. Questo, almeno, stando a quanto detto da Sergey Karaganov, consigliere del presidente russo Putin, il quale - ospite di Monica Maggiori a In mezz’ora su RaiTre - ha evidenziato come, nell’ipotesi d’una presenza militare europea in Ucraina, «l’escalation nucleare» diventerebbe «una possibilità». Conferma un clima internazionale ancora teso pure la decisione, pubblicamente annunciata su X da Marcin Przydacz, capo dell’ufficio per le politiche internazionali dell’ufficio del presidente polacco Karol Nawrocki, il bilaterale in programma con il premier ungherese Viktor Orbán. Alla base di tale scelta, la recente visita del leader ungherese al Cremlino, da Vladimir Putin; l’incontro annullato avrebbe dovuto tenersi all’indomani della riunione del Gruppo di Visegrad, in programma il prossimo 3 dicembre in Ungheria. Ulteriori notizie critiche giungono dall’Ucraina, con il metropolita Feodosiy di Cherkasy e Kaniv che è stato ricoverato in ospedale. Il metropolita, la cui salute era già cagionevole - soffre di ipertensione ed è cardiopatico -, aveva manifestato già oltre un mese fa sintomi insoliti di malessere, in particolare febbre alta e sbalzi di pressione e parametri che, con esami clinici, sono stati risultati essere 10-15 volte fuori dalla norma. Motivo per cui si stanno effettuando accertamenti sulle sue condizioni e non si esclude l’ipotesi di un avvelenamento. Quel che è certo è che Feodosiy è una figura ritenuta divisiva, essendo accusato di incitamento all’odio interreligioso e di negazione dell’aggressione armata della Federazione russa ai danni dell’Ucraina; non è un caso sia rimasto agli arresti domiciliari fino allo scorso marzo, quando la magistratura ne aveva disposto il rilascio. Tornando al piano internazionale, oggi il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sarà ricevuto a Parigi dal presidente francese Emmanuel Macron. L’incontro avrà luogo per discutere, come confermato dall’Eliseo, «la situazione e le condizioni per una pace giusta e duratura, dopo i colloqui di Ginevra e il piano americano». Una visita che sa di richiesta di aiuto forse più emergenziale di altre, visto il crollo anche d’immagine che sta accusando Kiev, con lo scandalo tangenti che nelle scorse ore ha portato Andriy Yermak, capo dello staff del presidente dell’Ucraina e suo amico fraterno, alle dimissioni dopo che la sua abitazione è stata perquisita dagli investigatori anticorruzione.Infine ieri, conversando con i giornalisti sul volo tra Istanbul e Beirut, papa Leone XIV ha detto di aver parlato di Ucraina nella sua visita a Istanbul con il presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdogan. Istanbul, ha spiegato, ha giocato un ruolo «per l’Ucraina qualche mese fa con la possibilità di dialogo tra Ucraina e Russia. Il presidente Erdogan ha aiutato molto a convocare le due parti. Ancora non abbiamo visto purtroppo una soluzione però ci sono di nuovo proposte concrete per la pace. Speriamo che Erdogan, con i suoi rapporti con i presidenti di Russia, Ucraina e Usa, possa aiutare a promuovere il dialogo, il cessate il fuoco e risolvere questo conflitto».
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa del 1° dicembre con Carlo Cambi
Giuseppe Benedetto (Imagoeconomica)
Roberto Scarpinato, ex magistrato e senatore del M5s (Imagoeconomica). Nel riquadro Anna Gallucci, pubblico ministero e già presidente dell’Anm a Rimini
Tra realtà e ipotesi fantasiosa, l’impresa aerea tra le più folli degli ultimi 50 anni dimostrò una cosa: la difesa dell’Unione Sovietica non era così potente e organizzata come molti pensavano.