Donald vuole aumentare l’export di petrolio e gas: servono tempo e molti investimenti.
Donald vuole aumentare l’export di petrolio e gas: servono tempo e molti investimenti.Pieno meno caro e bollette più leggere. Crollano i prezzi di petrolio e gas e l’effetto comincia a vedersi alla pompa di benzina, mentre per il gas l’effetto si vedrà dalla prossima fattura. I prezzi della benzina in Italia sono arrivati ieri al minimo del 2025 e la discesa potrebbe proseguire. Il prezzo del gas sul mercato olandese Ttf è sceso ieri di un altro 5% a 33,50 euro/MWh, facendo segnare un calo del 20% in una settimana. I future sul Brent si sono abbassati ieri a un minimo di 58,40 dollari/Bbl per poi risalire attorno ai 60 dollari. Il greggio americano Wti è sceso fino a 55,13 dollari/Bbl per poi risalire attorno ai 57 dollari. Anche il petrolio, come il gas europeo, ha perso circa il 20% del valore da quando Trump ha annunciato l’aumento dei dazi il 2 aprile.La reazione di Donald Trump a colpi di dazi ha provocato timori di recessione. L’impatto che alcuni stimano è di -100.000 barili al giorno sulla domanda di liquidi per ogni riduzione di 0,1% del Pil globale. L’altro fattore che spiega il calo delle quotazioni del petrolio è l’annuncio inatteso di un robusto aumento della produzione del cartello Opec+ previsto da maggio, che fa aumentare l’offerta di 411.000 barili al giorno. Sul prezzo del gas europeo incide non solo la preoccupazione di un rallentamento dell’economia ma anche la maggiore disponibilità prospettica di Gnl americano, dopo che la Cina ha imposto dazi dell’84% sulle merci Usa (Gnl compreso).Il presidente americano festeggia perché vede manifestarsi una delle promesse fatte ai suoi elettori, quella di prezzi della benzina in calo. In effetti alla pompa di benzina americana i prezzi sono ai minimi stagionali degli ultimi tre anni.Ma i piani energetici di Trump non sono privi di ostacoli e rischi. Prezzi del greggio così bassi mettono in crisi il «Drill, baby, drill» del presidente: con un Wti a 55 dollari i produttori americani non sono a proprio agio, anzi. Qualche giorno fa la Federal Reserve di Dallas ha reso noti i prezzi a cui i produttori texani coprono i costi variabili per la produzione di petrolio. Sui pozzi già attivi si va dai 26 dollari/Bbl di Eagle Ford ai 45 dollari/Bbl delle zone meno ricche del bacino del Permiano. Per decidere di aprire nuovi pozzi i produttori texani hanno bisogno invece di un prezzo del Wti che va dai 61 ai 70 dollari (65 dollari/Bbl in media)Alle condizioni attuali è dunque difficile assistere ad un aumento della produzione americana, già ai massimi. Un prezzo troppo basso del petrolio scoraggia gli aumenti di produzione.Vi è poi il tema del surplus dell’Unione europea. Trump ha affermato che l’Ue deve acquistare 350 miliardi di dollari di energia dagli Stati Uniti per ottenere l’esenzione sui dazi appena imposti, ovvero per pareggiare il deficit commerciale Usa (che in realtà nel 2024 è stato di 235 miliardi di dollari). L’Ue importa circa 65 miliardi di euro dagli Usa tra petrolio, carbone e Gbl (dati 2024). Il commercio energetico rappresenta solo il 19% della cifra annunciata da Trump.Quintuplicare le esportazioni di energia per gli Usa è pressoché impossibile: non esiste una tale capacità produttiva e per averla, forse, ci vorrebbe un decennio, se tutto va bene, e migliaia di miliardi di investimenti. La capacità di esportazione di Gnl dovrebbe triplicare, ad esempio, e quella di petrolio aumentare del 40%, con ampliamenti di oleodotti, campi di sfruttamento e investimenti in cantieristica navale e infrastrutture portuali. Tutto ciò mentre il bacino del Permiano comincia a dare segni di esaurimento: il rapporto gas/petrolio in estrazione sta aumentando, cioè si estrae sempre meno petrolio e sempre più gas, con l’acqua come sottoprodotto, il che aumenta i costi. Il prezzo del gas sull’hub texano di Waha è salito rapidamente con il calo dei prezzi del petrolio, indicando l’aspettativa del mercato di chiusure della produzione nel prossimo futuro.Insomma, la coperta è corta anche per gli Usa. A meno che Trump abbia qualche asso nella manica (e questo può benissimo essere: Canada, Messico e Groenlandia sono sempre nel mirino), l’idea di inondare di energia americana il mondo al momento non sta in piedi.
«It – Welcome to Derry» (Sky)
Lo scrittore elogia il prequel dei film It, in arrivo su Sky il 27 ottobre. Ambientata nel 1962, la serie dei fratelli Muschietti esplora le origini del terrore a Derry, tra paranoia, paura collettiva e l’ombra del pagliaccio Bob Gray.
Keir Starmer ed Emmanuel Macron (Getty Images)
L’intesa tra i due leader acciaccati per contenere le migrazioni sta naufragando. Parigi non controlla più la Manica e gli irregolari «dilagano» nel Regno Unito.
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