2021-02-08
Giorgia e il Draghi
Un centrodestra unito impedirebbe ai giallorossi di occupare il Cdm. Spartendosi i posti e mettendo le mani sui fondi Ue Cara Giorgia (mi permetto di darti del tu non soltanto perché ci conosciamo da anni, ma in quanto, come ho scritto ieri, ho molta stima di te), io comprendo le tue ragioni, la tua coerenza e il tuo desiderio di rappresentare quegli italiani che non amano il trasformismo politico, ma apprezzano il rispetto della parola data. Capisco anche il fatto che tu pretenda il rispetto delle regole e dunque, a fronte di un preciso impegno del capo dello Stato in favore delle elezioni qualora in Parlamento non si fosse trovata alcuna maggioranza per sostenere Giuseppe Conte, tu insista a chiedere il voto. Fra tanti voltagabbana che affollano il Parlamento, non posso che plaudire alla linearità della tua scelta, e mi fa sorridere la corsa di certa stampa a osannare Mario Draghi quasi fosse il Messia. Tuttavia, mi permetto di obiettare alcune considerazioni. Anche io come te, per uscire dalla crisi provocata da Matteo Renzi con le dimissioni dei ministri di Italia viva, avrei preferito imboccare la strada maestra, ossia le elezioni. Caduta una maggioranza se ne fa un'altra, ma restituendo la parola agli italiani. Considero risibili le giustificazione addotte dal Colle per negare il diritto di voto: nei seggi non ci si contagia più che al supermercato o su un treno. E se alcuni Paesi sono potuti stare per anni senza governo non si capisce perché da noi non si possa rimanere per qualche mese con un esecutivo in carica per gli affari ordinari. Il presidente della Repubblica non è un monarca del Settecento, ma un garante del rispetto della Costituzione e la prima garanzia che deve fornire è il rispetto dell'articolo uno, quello in cui si stabilisce che la sovranità appartiene al popolo, non al Quirinale.Tuttavia, si dà il caso che il capo dello Stato, dopo aver detto che le elezioni erano una delle ipotesi per uscire dalla crisi, alla fine abbia scelto la via del governo tecnico, che non esiste secondo la Costituzione, ma che nella storia di questo Paese è spesso stata usato da altri presidenti della Repubblica come scorciatoia per evitare il voto. La mente di tutti va al 2011, quando al posto di Silvio Berlusconi, ultimo premier liberamente scelto dagli elettori, si insediò Mario Monti. Anche allora politici e giornalisti sgomitarono per essere in prima fila a sostenere il rettore della Bocconi. Anche all'epoca, in molti corsero in soccorso del vincitore, magnificando lo stile del professore con il loden, quasi che l'abito facesse il leader. Ricordo che dieci anni fa furono in pochi a non unirsi al pensiero unico che voleva un docente come il salvatore della Patria: io fui tra quelli. Tuttavia, non lo feci preventivamente, ma dopo pochi giorni, quando vidi la manovra messa a punto dal suo governo. Guardando i numeri, capii che quella finanziaria avrebbe depresso l'economia del Paese e ci avrebbe portato al disastro. Mentre tutti applaudivano un ex rettore pronto a umiliarsi davanti ad Angela Merkel facendo i compiti a casa, io e il giornale che allora dirigevo rimanemmo ai conti, alle cose concrete, ossia alla patrimoniale che stangò gli investimenti delle famiglie, e alla presa in giro della spending review, che si rivelò una spending di più. Ti dico: io non mi schierai contro Monti perché aveva preso il posto di Berlusconi con manovre molto discutibili in democrazia. Criticai l'ex rettore perché ritenevo un errore le sue scelte di politica economica e la prova che non mi sbagliavo è fornita dal fatto che oggi, gli stessi che lodano Draghi, hanno rimosso dalla loro memoria Monti, evitando di menzionarlo manco fosse un appestato, o si affrettano a sottolineare le differenze tra i due. Questo mi fa dire che hai ragione tu a stare all'opposizione dell'ex governatore della Bce? No, mi fa dire il contrario, e cioè che prima di schierarsi dall'altra parte bisogna vedere qual è il gioco di Draghi, perché dichiarando la disponibilità del tuo partito a sostenere il tentativo di un governo tecnico non accetti a scatola chiusa la «cura Draghi», ma puoi contribuire a fare in modo che i valori per cui Fratelli d'Italia si batte facciano parte del programma del nuovo esecutivo. Tu dici che l'ex governatore rischia di essere ostaggio della sinistra, ma è proprio ciò che devi impedire con la tua presenza, ossia che Pd, 5 stelle e Leu siano determinanti. Non si tratta di occupare poltrone, spartirsi nomine, dividersi i miliardi in arrivò dalla Ue. Si tratta di fare proprio il contrario. Di evitare che la sinistra si appropri, come ha fatto fino a ieri, di posti e soldi. E lo si può fare se tutto il centrodestra fa sentire il proprio peso, spostando l'asse su cui sarebbe sbilanciato il governo Draghi. Se ciò avvenisse, immagina le smorfie di quelli che parlano di «fogne» e che arricciano il naso continuando a denunciare il ritorno del fascismo. Sarebbero loro i veri nemici della Patria, quelli che per ideologia non farebbero l'interesse nazionale.So bene che la dinamica di una moderna democrazia si compone di due schieramenti, una maggioranza e una minoranza, con la seconda a fare opposizione e dunque a vigilare sul rispetto delle regole. Ma a questo Fratelli d'Italia non rinuncerebbe se dichiarasse la disponibilità a sostenere un governo Draghi. Un sostegno che non è una cambiale in bianco, né un atto di fede, ma semplicemente un atto di fiducia in una svolta, una fiducia che tu potresti ritirare anche il giorno dopo se il governo presentasse un programma che Fratelli d'Italia non condivide o se, dell'esecutivo, facessero parte ministri incapaci. Ecco il punto. Con la tua presenza aiuteresti a far sì che l'esecutivo sia migliore. O almeno ci proveresti. Con il centrodestra unito è più facile che il centrosinistra sia diviso, che Leu non ci stia, che un pezzo di Movimento 5 stelle si divida. Soprattutto, con il centrodestra nella maggioranza, è più facile che i posti liberi per sedersi nel nuovo consiglio dei ministri non siano occupati dai compagni. Vedere le loro facce deluse per il mancato incarico sarebbe già un sollievo. Non vedere il disastro che alcuni di loro potrebbero provocare ritornando al governo, sarebbe invece un successo.Vedi cara Giorgia, io non ti chiedo di accompagnare questo esecutivo fino alla fine. Ti chiedo di vederlo nascere e di giudicarlo senza pregiudizi. Ai giudizi penseremo il giorno dopo, quando Draghi presenterà il suo programma e la sua lista di ministri: se saranno come quelli di Monti io sarò al tuo fianco a criticarli. Diversamente, ci rallegreremo per il pericolo scampato.
(Ansa)
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