2025-05-25
Un «bifolco» tra la Contea e la Silicon Valley
JD Vance (Ansa). Nel riquadro la copertina del libro di Franco Bechis, «JD Vance - Il vice sceriffo»
Nel nuovo libro di Franco Bechis, un ritratto inedito di JD Vance. Cresciuto nella provincia rurale narrata in «Elegia americana», nel 2011 fece l’incontro della sua vita, conoscendo il magnate Peter Thiel: un genio erudito e controverso, nonché cultore di Tolkien.Nel 2011, ancora studente a Yale, JD Vance partecipa con i compagni di corso alla conferenza di un venture capitalist assai noto, che ha quasi sempre fuggito le luci dei riflettori: Peter Thiel. È un incontro folgorante, decisivo per la carriera futura di quel laureando che tanta strada avrebbe fatto assai in fretta. Thiel va a Yale per spiegare agli studenti che con l’università non avrebbero fatto grande carriera, mentre il salto decisivo sarebbe avvenuto lasciando ogni piano progettato per correre nella Silicon Valley, per cambiare verso al simbolo che stava smarrendo la sua missione nel costruire il futuro del mondo. Nove anni dopo, Vance racconta quella conferenza in un saggio pubblicato sulla rivista The Lamp. «Thiel sostenne che eravamo sempre più coinvolti in competizioni professionali spietate», racconta JD, «noi studenti di legge saremmo stati in competizione per i posti di assistente in appello e poi per quelli presso la Corte suprema. Saremmo stati in competizione per un posto di lavoro in studi legali d’élite, e poi per una partnership in quegli stessi posti. In ogni momento, ha detto, avrebbero potuto chiederci orari di lavoro più lunghi, alienazione sociale dai nostri coetanei […]. Ha anche spiegato che il suo mondo, la Silicon Valley, stava dedicando troppo poco tempo alle scoperte tecnologiche che migliorano la vita, come quelle nel campo della biologia, dell’energia e dei trasporti, e troppo invece ai software e ai telefoni cellulari. Se l’innovazione tecnologica avesse guidato davvero la prosperità, le nostre élite non si sarebbero sentite sempre più in competizione tra loro per un numero sempre minore di risultati importanti». Il discorso di Thiel suscita una radicale crisi personale in J.D.: «Ero ossessionato dai risultati in sé, non come fine di qualcosa di significativo, ma per vincere una competizione sociale. […] Mi ritenevo istruito, illuminato e soprattutto saggio, almeno rispetto alla maggior parte degli abitanti della mia città. Eppure, ero così ossessionato dall’ottenimento di credenziali professionali - un tirocinio presso un giudice federale e poi un posto da associato in uno studio prestigioso - da non capire altro. Ho guardato al futuro e mi sono reso conto di aver fatto una corsa disperata in cui il primo premio era un lavoro che odiavo. Iniziai subito a pianificare una carriera al di fuori dell’avvocatura, ed è per questo che dopo la laurea ho trascorso meno di due anni come avvocato praticante». Alla fine del proprio intervento a Yale, Thiel dice agli studenti che vogliano approfondire il discorso: «Potete contattarmi e venirmi a trovare». Lascia i suoi recapiti e uno di loro - ovviamente, JD - lo contatta al volo, dando una svolta inimmaginabile alla propria vita professionale. Peter Thiel è uno dei personaggi più geniali e controversi della storia della Silicon Valley. Fonda PayPal, il primo sistema di pagamenti alternativo alla rete bancaria, facendolo diventare un colosso internazionale fondendolo con la X.com di Elon Musk, suo grande amico. Investe su Mark Zuckerberg, mettendo una quota di capitale nel lancio di Facebook (che poi avrebbe venduto con una plusvalenza di oltre un miliardo di dollari). Nato in Germania, a Francoforte, emigrato negli Stati Uniti con la sua famiglia prima a Cleveland in Ohio e poi in California (ma nel frattempo si è spostato con i suoi in Sudafrica e in Namibia), cambia sei istituti e tre Paesi durante le scuole elementari; eppure, nonostante le difficoltà, appare subito un bambino prodigio. Si appassiona al gioco degli scacchi, risultando così abile da entrare dopo pochi anni nella top ten dei migliori scacchisti d’America. Inizia a divorare dai dieci anni in poi i libri di fantascienza di Isaac Asimov, innamorandosi anche dello Hobbit e del Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien. Nel 2014 è il primo miliardario americano a fare coming out, rivendicando la sua omosessualità. Da sempre geniale e assai poco convenzionale, perfino un po’ folle, come Musk. Costruisce un impero finanziario mantenendo l’ossessione per Tolkien: la sua prima società di investimento l’ha chiamata Palantir, dal nome della pietra talismano che vede e prevede nel Signore degli Anelli, e con nomi tratti dall’opera di Tolkien battezza ben sei società di venture capital. Fonda anche movimenti politici nel campo conservatore e litiga con tutti i grandi della Silicon Valley, quando nel 2016 decide di appoggiare anche finanziariamente la scalata di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti. Cavalca i temi della destra americana, ma è al contrario angosciato dal cambiamento climatico, che vede come l’Apocalisse biblica (è anche profondamente credente). [...] Questo è il genio folle e controverso che, nel 2011, rimane colpito da quel giovane studente che bussa alla sua porta per approfondire i temi della conferenza a Yale, forse anche rispecchiandosi in lui. Tra i due scocca subito l’intesa, e il futuro Vance getta alle ortiche i progetti di carriera legale, imparando dal nuovo mentore l’arte della finanza e anche la passione per Tolkien, che da subito lo contagia. JD viene assunto con qualifica dirigenziale nel 2016 da Thiel in una sua società di venture capital, la Mithril capital di Austin, Texas, fondata nel 2012 con il nome del metallo immaginario che Tolkien fa estrarre nelle miniere di Moria dai Nani e fa forgiare dagli Elfi. Il ragazzo si fa le ossa e impara rapidamente i rudimenti della finanza, anche se non dimentica la passione politica, che coltiva appena può. Lì non dura molto: i colleghi dell’epoca sosterranno che raramente si vedeva Vance in azienda e uno di loro - che resta anonimo - spiegherà al New York Times che la sola impronta del giovane in azienda era stata di fare sostituire la bibita iconica della Silicon Valley, la Croix (un’acqua minerale gassata e aromatizzata con vari gusti di frutta), con la Big Red, una bevanda effervescente dolcissima al gusto di chewing gum. Mentre il suo nuovo sponsor Thiel corre a finanziare la campagna elettorale di Trump, Vance comincia ad avere una certa popolarità grazie a Hillbilly Elegy e la sfrutta con qualche ospitata televisiva, come a Cbs morning, condotto da Charles Peete Rose Jr. Sorprende tutti in azienda, definendosi «un ragazzo che non sarà mai trumpiano». Qualche mese dopo, lascia la Mithril dopo un furioso litigio con il socio di Thiel, Ajay Royan, per quanto il dissidio verrà poi negato ufficialmente dalla società. Nei primi mesi del 2017, JD si trasferisce a Washington per lavorare sotto le insegne di un’altra venture capital, la Revolution [...]. Al termine di quella breve esperienza professionale, Thiel torna a dare una mano a Vance. Insieme a lui e ad altri amici della Silicon Valley ha lanciato una nuova società di venture capital, battezzata, manco a dirlo, con un riferimento al Signore degli Anelli: Narya Capital. Narya è l’anello rosso, uno dei tre anelli del potere in mano agli Elfi nel romanzo di Tolkien. Ceduto a Gandalf, lo stregone del Bene, quell’anello preserva le forze di chi lo indossa e non è assoggettabile dal Male. Si tratta di un riferimento assai ambizioso per una società finanziaria che vede all’inizio due soli soci fondatori: JD e Colin Greenspon, già suo superiore come amministratore delegato di Mithril. La società però, con queste sole risorse finanziarie, non sarebbe mai partita davvero. A darle capitale ci pensa Thiel, che raccoglie in breve tempo 93 milioni di dollari [...]. La società di venture capital, fin dall’inizio, risente molto dell’impronta di Vance, poiché l’idea originaria è di far nascere imprese e portare investimenti in quella parte profonda d’America abbandonata a se stessa, vittima della globalizzazione e della conseguente de-industrializzazione. Ben presto Narya diventa anche un piccolo braccio finanziario della nascente nuova destra repubblicana. [...] Tre investimenti di Narya sono fatti direttamente in Ohio, la terra natale di JD, e tutti hanno un certo successo, anche perché nel capitale raccolto rientrano decine di altri finanziatori. Tutti e tre gli investimenti sono puntati sulla città più grande dello Stato, Columbus. La prima società è Branch, fornitrice di assicurazioni per la casa e l’auto; la seconda è un’azienda farmacologica innovativa, AmplifyBio, che sviluppa anche alcuni vaccini per l’uomo; la terza è una società finanziaria, la Strive Asset Management, che commercia alcuni fondi indicizzati. Quando, nel 2022, Vance decide di affrontare la corsa nelle primarie repubblicane in Ohio per l’elezione in Senato, questi tre investimenti sono un fiore all’occhiello della sua campagna elettorale. «Ho creato mille posti di lavoro in questa terra», dice JD nei vari comizi. Gli americani sono però un pizzico pignoli e passano ai raggi x qualsiasi cosa dica un politico, perfino un candidato non così rilevante come era in quel momento Vance. Un portavoce della stessa Narya viene costretto a precisare il numero reale di quei posti di lavoro creati in Ohio: 750. Sono meno di mille, ma restano comunque una bella medaglia da appuntarsi sul petto.
Il Gran Premio d'Italia di Formula 1 a Monza il 3 settembre 1950 (Getty Images)
Elbano De Nuccio, presidente dei commercialisti (Imagoeconomica)