2023-12-10
Valditara si pente, Concia fuori dalle aule
Anna Paola Concia (Imagoeconomica)
Il ministro revoca la nomina della pasionaria arcobaleno. Ma il progetto per insegnare l’affettività agli studenti non si ferma, anche senza garanti. Il titolare dell’Istruzione: «Volevo unire mondi molto distanti tra loro». La figuraccia politica però resta.Sintesi scolastica e brutale: conciati per le feste. Sunto però inevitabile, visto il periodo natalizio e il cognome dell’esclusa. Svolgimento: il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, ammaina la bandiera arcobaleno. Dopo 48 ore di passione decide di revocare la nomina di Anna Paola Concia, attivista Lgbt ed ex deputata del Pd, nel comitato per l’educazione all’affettività nelle scuole. Un progetto che dovrebbe insegnare ai ragazzi il rispetto delle donne, l’attenzione alla parità e la non violenza. Affidato dal ministro a tre garanti e subissato immediatamente da polemiche, vista la predominante presenza della vessillifera gender. Fino alla retromarcia finale.Lo scornato Valditara, quindi, annuncia: «Dal momento che la scuola italiana ha bisogno di serenità e non di polemiche, ho deciso di non attivare l’incarico di garanti del progetto “Educazione alle relazioni” a suor Monia Alfieri, Paola Concia e Paola Zerman», scrive il ministro. Il programma di sensibilizzazione andrà comunque avanti: «Nel suo svolgimento concreto si continuerà il dialogo con le associazioni dei genitori, dei docenti e degli studenti» spiega Valditara. Che tenta di giustificare così l’iniziale audacia: «Era un tentativo di unire mondi molto distanti fra loro per un fine socialmente importante. Questa scelta, tuttavia, ha suscitato anche polemiche».Eufemismo: non «anche», bensì soprattutto. Ora, benedetto ministro, va bene le larghe vedute e talvolta persino le larghe intese, ma davvero le sembrava il caso? Con tutti i meritevoli in circolazione, era proprio necessario sollevare questa polemicona, per di più nei giorni della commozione per il massacro di Giulia Cecchettin e dell’infinito dibattito sul patriarcato? Niente da dire sulla persona, per carità. Una fiera piddina, certo. Che ha mostrato comunque, in passato, una certa autonomia di giudizio. Ovvio: non si sarebbe messa a inculcare la fluidità alle scolaresche. Per lo meno, si spera. Non le sembra però un messaggio totalmente dissonante dalle credenze governative? Lei resta il ministro di un esecutivo conservatore. Come poteva pensare che la decisione di piazzare un’icona Lgbt in un progetto ministeriale sarebbe stata applaudita da Fratelli d’Italia e Lega? Ma non le è venuto in mente che il suo capo partito si sarebbe potuto adombrare? Quel Matteo Salvini che, solo pochi mesi fa, commentava il ddl Zan con una certa ruvidezza: «Se vogliono insegnare l’educazione sessuale a mia figlia che ha nove anni e le spiegano che è fluida, te lo faccio vedere io cosa è fluido…».Niente da fare, quindi. Indietro tutta. Concia prende atto della defenestrazione: «Capisco la decisione del ministro Valditara e lo ringrazio della fiducia accordatami». Però contrattacca: «Dopo due giorni di polemiche da ambienti massimalisti della destra e della sinistra, è per me evidente che non esistono le condizioni per svolgere il lavoro equilibrato e dialogante che mi ero proposta insieme alle altre due garanti». Troppo facile per la leader dem, Elly Schlein, andare all’attacco del governo: «Incapaci». Anche se l’ex parlamentare piddina raccoglie comunque solidarietà anche dalla maggioranza. Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, le telefona per esprimerle «sentimenti di vicinanza umana». La invita per il concerto di Natale di oggi a Palazzo Madama. Ma lei, «pur apprezzando molto l’invito», non ci sarà. Un gesto distensivo che segue giorni turbolenti. Valditara trova subito, nel centrodestra, scarsissima solidarietà. Già venerdì sera, per il ministro, l’aria è pestilenziale. La nomina di Concia sembra un marchiano errore politico, per i più benevolenti. Una lunare provocazione, per i più smaliziati. La Lega è ferocemente contraria alle tematiche gender nella scuola: «No a nomi divisivi, bisogna evitare derive ideologiche di sinistra». E non bastano le rassicurazioni sulle buone intenzioni del comitato. «Non siamo d’accordo con la nomina», tuona Fratelli d’Italia. Con un ragionamento riassunto da Lavinia Mennuni, senatrice meloniana: «Una personalità come la Concia, che evoca di più l’impegno Lgbtqi+ che quello contro la violenza sulle donne, ingenera il giustificato timore che si possa aprire un varco a quella deriva ideologica della propaganda gender che non deve e non dovrà mai entrare nelle scuole italiane».L’associazione Pro vita & famiglia (che ieri si è detta soddisfatta della retromarcia) lancia una petizione online: «Il problema non è la persona ma la visione politica della Concia sui temi della famiglia, della filiazione e della libertà educativa dei genitori. Una visione radicalmente incompatibile coi valori della stragrande maggioranza degli elettori che hanno votato i partiti che sostengono il governo Meloni». Valditara, travolto dagli assalti, tenta di smussare: «È un comitato di garanti che non prende decisioni, quelle le prendo io», spiega agli increduli colleghi di partito. «Sono persone che mettono la faccia su questo progetto. Le uniche che potranno dire qualcosa saranno le organizzazioni dei genitori». Anche Concia si difende dagli attacchi, seppur con una certa spavalderia: «Bisogna avere pazienza, domani avranno altro su cui vomitare odio». L’esternazione da Rossella O’Hara gender, però, non le giova. L’indomani, ovvero ieri, in effetti è stato un altro giorno. Ma senza il paventato sventolio delle bandiere arcobaleno sulle scuole tricolore.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.