2021-06-23
Gli scienziati tedeschi e inglesi avvertono: vaccinare i più piccoli non è necessario
Monta il dibattito sulla puntura ai minori: Gran Bretagna e Germania verso la raccomandazione solo per i soggetti fragili.Per la ricercatrice Segreto il virus può essere un esperimento: «Criticata dai colleghi».Lo speciale contiene due articoli.Vaccinare bambini e adolescenti contro il coronavirus, sì o no? Una domanda che in Germania politici e scienziati si pongono nelle ultime settimane con sempre maggiore insistenza. Proprio ieri, il sito di informazione Tagesschau ha dedicato all'argomento un lungo approfondimento. Numerosi interventi pubblici da parte di favorevoli e contrari alimentano un dibattito pacato, ma allo stesso tempo franco, sull'opportunità di inoculare il siero anti-Covid ai più giovani. Optando per una linea improntata sulla prudenza, lo scorso 10 giugno la commissione permanente per i vaccini (Stiko) ha annunciato di voler raccomandare la somministrazione dei vaccini a mRna - finora gli unici autorizzati per quella fascia d'età -agli under 18, ma solo in presenza di patologie pregresse. Stesso orientamento, secondo recenti indiscrezioni di stampa, per i membri del Joint committee on vaccination and immunization britannico, che nei prossimi giorni dovrebbero emettere parere sfavorevole alla vaccinazione indiscriminata dei 12-17enni.Concetto ribadito con forza proprio in questi ultimi giorni da Thomas Mertens, che della Stiko è il presidente, espressosi criticamente nei confronti delle recenti strumentalizzazioni intorno al tema. «Nessuna delle dichiarazioni» rilasciate da esponenti politici «era realmente basata su evidenze», ha tuonato Mertens parlando durante un convegno medico, «in questa fase il problema cruciale, cioè se bambini e ragazzi debbano essere vaccinati, non è stato ancora affrontato». Richiamando l'importanza di immunizzare gli over 60, il capo della Stiko ha poi aggiunto che «mettere da parte oggi 5 milioni di dosi per i bambini significa sottrarne altrettante ai loro genitori». Stando all'ultimo aggiornamento disponibile sul sito del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, in Germania il 57,9% della popolazione ha ricevuto la prima dose, mentre quasi un tedesco su tre (31,5%) ha completato il ciclo di immunizzazione. Occorre specificare, tuttavia, che Berlino non fornisce i dati per fasce d'età. Un aspetto fondamentale della discussione riguarda i numeri relativi all'incidenza sui giovani, a dire la verità molto bassi. Stando all'ultimo bollettino giornaliero diffuso ieri dall'Istituto Robert Koch, l'ente deputato in Germania al monitoraggio delle malattie infettive, i morti nella fascia 0-19 sono stati «appena» 24. Cioè lo 0,03% dei decessi totali. Una recente interrogazione parlamentare ha messo poi in luce che i casi di positività relativi agli under-19 sono stati circa 385.000 (dati aggiornati ad aprile 2021), pari al 13,7% sul totale, con 4.800 ricoveri e 68 piccoli pazienti in terapia intensiva. Numeri che lasciano scettico sulla necessità di somministrare il siero ai giovanissimi anche Andreas Gassen, ortopedico e presidente dell'Associazione delle casse federali sanitarie. «Il rischio vaccinale per bambini e adolescenti sani, anche se molto basso, è con tutta probabilità superiore a quello di contrarre l'infezione da coronavirus», ha di recente affermato il medico tedesco. E a lasciare perplessi gli esperti è per l'appunto la mancanza di dati scientifici sufficientemente robusti. Specie quando si tratta di estendere la somministrazione anche agli under 12, il discorso si fa particolarmente complesso. «Abbiamo assistito a uno sviluppo impressionante del vaccino a mRna», ha affermato il professor Fred Zepp, già direttore del Centro di medicina pediatrica presso l'ospedale universitario di Magonza e membro anch'egli della Stiko, «ma non possediamo un'esperienza sufficiente per ciò che concerne i bambini». Zepp si è detto preoccupato anche dei casi di miocardite riscontrati in alcuni soggetti giovani a seguito della vaccinazione con il siero Comirnaty, quello prodotto da Pfizer e Biontech. Un invito alla cautela arriva anche dal biochimico ed esperto di sicurezza dei farmaci Rolf Homke, il quale spiega che «quando si sviluppa un nuovo medicinale è normale che la preparazione venga testata inizialmente solo sugli adulti, e poi a seguire vengano effettuati test sui minori». Non mancano naturalmente le voci a favore della vaccinazione. Secondo Matthias Kromayer, microbiologo e membro del consiglio di amministrazione di una delle più importanti società di venture capital tedesche, bisogna attenersi ai risultati già attualmente disponibili della sperimentazione sui bambini. Se non si vaccinano i più piccoli, sostiene Kromayer, sarà impossibile raggiungere il target (70-80%) necessario a conseguire l'immunità di gregge. Per il momento la politica sceglie di non scegliere. Il ministro della Salute Jens Spahn prende atto del dibattito in corso e si riserva di valutare il da farsi nel prossimo futuro. «Restiamo in attesa dei risultati degli studi e dell'eventuale approvazione da parte delle autorità europee», questo il laconico commento dell'ufficio stampa del ministero. Mentre in Germania imperversa il dibattito, dalle nostre parti il tema della vaccinazione dei bambini e degli adolescenti non sembra appassionare nessuno. Quasi in sordina, lunedì la Società italiana di pediatria ha raccomandato la vaccinazione di tutti i giovani tra i 12 e i 17 anni, e più volte i suoi vertici si sono espressi in favore della somministrazione anche agli under 12. Scienziati e politici, pro e contro, se ci siete battete un colpo.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/vaccino-giovani-2653494280.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="il-ceppo-forse-e-nato-in-laboratorio-ma-dirlo-puo-ostacolare-la-carriera" data-post-id="2653494280" data-published-at="1624392423" data-use-pagination="False"> «Il ceppo forse è nato in laboratorio Ma dirlo può ostacolare la carriera» Sono sempre di più le voci scettiche sulla versione fornita dal governo cinese sull'origine del Covid. L'ipotesi della fuga dal laboratorio di virologia di Wuhan, dopo essere stata bollata come complottista e surreale non è più un tabù. Tanto che persino l'attuale coinquilino della Casa Bianca, Joe Biden, lo scorso maggio ha deciso di riaprire le indagini sulla nascita del ceppo che ha causato la pandemia. La necessità di scavare a fondo su quanto abbia scatenato la diffusione del virus era stata sottolineata anche il 14 maggio scorso da 18 noti accademici con una lettera pubblicata su Science, nella quale si metteva nero su bianco che la teoria del salto di specie e quella dell'incidente di laboratorio fossero ugualmente «praticabili» e si invitava a mettere in campo un'indagine «obiettiva e imparziale», al contrario di quella svolta dal team dell'Oms a Wuhan a causa della stretta sorveglianza delle autorità cinesi. Ma, come spiegato su Atlantico Quotidiano, già da oltre un anno una ventina di ragazzi di diverse nazionalità, riuniti nell'acronomo Drastic, raccolgono, condividono e commentano in rete un'imponente mole di documenti. Al gruppo di volenterosi si è presto aggiunta la competenza di specialisti, tra cui la microbiologa italiana Rossana Segreto. L'esperta, intervistata da Enzo Reale, avalla l'ipotesi della nascita in laboratorio: «La nostra analisi si proponeva di argomentare una possibile origine di laboratorio del Sars-CoV2, che era stata dismessa all'inizio della pandemia come cospirazione. Sulla base delle analisi genetiche che abbiamo condotto sul virus siamo arrivati alla conclusione che le sue caratteristiche potrebbero essere il risultato di tecniche quali passaggi cellulari o esperimenti in animali modello e/o mutagenesi diretta». Lo studio realizzato da Segreto, insieme ad altri esperti, critica punto per punto l'articolo di Kristian Andersen, ampiamente citato come migliore dimostrazione dell'origine naturale del patogeno. Posizione netta anche sulla presenza di pipistrelli, documentata da un video diffuso da Sky News, all'interno dell'Istituto di virologia di Wuhan: «Molti centri di ricerca usano animali vivi e di sicuro il rischio di possibile contagio è aumentato perché i ricercatori possono ferirsi durante le manipolazioni degli animali ed essere esposti ai virus». E, circa la bollatura dell'ipotesi come «cospirazionista», la microbiologa spiega: «Posso immaginare che per alcuni scienziati abbiano giocato un ruolo certi conflitti di interesse e la paura di perdere fondi per la ricerca o di compromettere le loro carriere accademiche, in caso avessero espresso un'opinione contraria. Io stessa sono stata aspramente criticata da una collega di fomentare movimenti contro i vaccini e di far perdere fiducia nelle istituzioni, ma non mi sono fatta intimidire da queste critiche perché penso sia fondamentale capire da dove il virus si sia originato, onde evitare che possa succedere di nuovo fra qualche anno».
Ecco #DimmiLaVerità dell'11 settembre 2025. Il deputato di Azione Ettore Rosato ci parla della dine del bipolarismo italiano e del destino del centrosinistra. Per lui, «il leader è Conte, non la Schlein».