2018-11-18
«Vaccinatevi». Ma non si trova il monovalente
Colpisce, nella logica degli incentivi, che le istituzioni sanitarie non abbiano pensato a un vaccino monodose per convincere quelli che la letteratura internazionale classifica nell'ambito della «Vaccine Hesitancy». Iniettare più sieri in una sola volta crea disagi e ha un costo nettamente superiore. Ci sono 800.000 giovani tra i 16 anni e i 35 che potrebbero ammalarsi di morbillo con conseguenze gravi. Essendo fuori dalla legge Lorenzin che rende i vaccini obbligatori da 0 a 16 anni di età, gli 800.000 sono considerati «fasce vulnerabili» dal ministero della Salute, Iss, Aifa, Agenas, Ordini dei medici. Così i vertici della sanità stanno mettendo a punto un nuovo piano per l'eradicazione di morbillo e rosolia, che dovrebbe essere pronto entro fine anno (e dovrà passare attraverso un'intesa Stato-Regioni), e che prevede un approccio «attivo» alla vaccinazione, superando il concetto di obbligo, peraltro difficilmente applicabile agli adulti. E allora si sta pensando a discussi incentivi per «convincere» i giovani a vaccinarsi contro il morbillo: possibilità di ridurre la tassa di iscrizione all'università, o di «premiare» i vaccinati con crediti extra, ma anche di aggiungere un punto alla patente, o agevolare le iscrizioni ai centri sportivi, o aggiungere punteggio nei concorsi. Colpisce, però, nella logica degli incentivi, che le istituzioni sanitarie non abbiano pensato a un vaccino monodose per convincere quelli che la letteratura internazionale classifica nell'ambito della «Vaccine Hesitancy». Già perché noi abbiamo vaccini esavalenti, quadrivalenti, tetravalenti ma non monovalenti. Anche a costo di licenziare un'ostetrica. L'accanimento vaccinale dei talebani della siringa fa perdere di vista anche la praticità. All'operatrice sanitaria di Civitanova Marche è stato dato il benservito perché ha rifiutato di sottoporsi alla vaccinazione trivalente anche se avrebbe dovuto fare soltanto il vaccino contro la parotite. Per le altre due patologie, la donna è immune. A parte che gli operatori sanitari non hanno l'obbligo di vaccinarsi, ma ce l'hanno soltanto i nostri figli da 0 a 16 anni, non sarebbe bastato per l'ostetrica una siringa monovalente anziché trivalente? Certo, ma purtroppo meglio dire, come Roberto Burioni, che la donna è «incosciente al limite della criminalità», che chi ha dubbi sui vaccini è un «caprone», piuttosto che ammettere una banalità: le industrie farmaceutiche non producono vaccini monodosi. Esse da un po' di anni hanno preferito accorpare più vaccini nella stessa bottiglietta con un indiscutibile maggior profitto. Va detto che nello stesso tempo per chi fa i vaccini indubbiamente c'è la praticità con una «punturina» di levarsi il pensiero rispetto a più malattie. A conferma dell'aspetto economico, lo scorso gennaio l'Ordine dei farmacisti di Torino denunciò la scomparsa del vaccino monovalente anti tetano dalle farmacie mentre non c'erano problemi per il trivalente (tetano, difterite e pertosse) con un'unica differenza, il costo: 29,70 euro il trivalente contro i 9,24 del monovalente. La monodose in fin dei conti è quello che hanno sempre chiesto i genitori non necessariamente No vax ma semplicemente scettici e informati, per ridurre i possibili effetti collaterali cumulativi. E forse libererebbe anche dall'eventuale sospetto che la legge Lorenzin sui vaccini obbligatori sia stata fatta per business farmaceutico. Come ha detto il vicepremier Matteo Salvini: «In Italia è stato fatto un errore: si è passati da poche vaccinazioni a un numero che non esiste da nessun'altra parte. Il dubbio che qualcuno abbia fatto un favore alle case farmaceutiche viene, ma io nel dubbio ho comunque vaccinato i miei figli. Su alcune malattie il vaccino c'è e ci deve essere, per altre penso ci debba essere libertà di scelta dei genitori». Un fatto è certo: soltanto quando si parla di vaccini non ci interessa cosa fa l'Europa. In Italia c'è l'obbligo per 10 vaccinazioni per i bambini da 0 a 6 anni, mentre in 15 nazioni dell'Ue non c'è nessuna vaccinazione obbligatoria; in 14 soltanto un vaccino è obbligatorio (antipoliomielite); l'anti diftotetanica è obbligatoria in 11 paesi e quella anti epatite B in 10. E nessuno si preoccupa dell'immunità di gregge.