2023-08-14
Vacanze troppo care, 1 italiano su 10 rinuncia
Quest’anno per le ferie una famiglia pagherà 800 euro in più a settimana. Anche solo arrivare in Sardegna costa più che volare a New York. Così si cercano nuove mete come Albania e Montenegro. E molti decidono semplicemente di stare a casa.Lo speciale comprende tre articoli.Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ci sperava anche perché fino a un paio di settimane fa i numeri erano esplosivi. Se il Pil nel secondo trimestre ha avuto una flessione congiunturale, in compenso il turismo che macina soldi potrà riequilibrare le sorti dell’economia, è il ragionamento che si è fatto finora tra i tecnici del Tesoro. L’estate dovrebbe colmare il deficit di bilancio e aiutare a definire in autunno una legge di bilancio meno gravosa. Ma i conti, a quanto pare, non tornano. L’aumento inarrestabile dei prezzi ha frenato l’ondata degli spostamenti degli italiani. Non solo la maggioranza ha ridotto la permanenza nelle località balneari a meno di una settimana, secondo un’analisi Coldiretti-Ixè, ma, come stimano le associazioni dei consumatori, più di un italiano su dieci ha rinunciato a partire. La domanda verso le destinazioni italiane è scesa del 20-30%. La Sardegna, che l’anno scorso dava il tutto esaurito già a giugno, ora è a caccia di turisti last minute. Le compagnie navali hanno dimezzato i prezzi eppure non riescono a riempirsi. Una famiglia di 4 persone con un’auto di medie dimensioni, acquistando i biglietti a inizio giugno avrebbe speso 1.200 euro per un viaggio andata e ritorno in cabina, ora il costo è sceso a 700 euro. Anche gli alberghi hanno dovuto ritoccare i listini, anche se non ovunque, eppure le associazioni di categoria già stimano che a fine estate il consuntivo sarà sotto le aspettative. Le rilevazioni di Federalberghi dicono che anche chi riesce ad andare in vacanza, il 45% degli italiani, a voler essere ottimisti, cerca di limitare il più possibile le spese. Quindi cordoni della borsa stretti e meno giorni fuori casa. Il listino dei prezzi è aggiornato giornalmente. Federconsumatori ha calcolato che le ferie costano 800 euro in più a settimana. È una cifra che torna se si pensa che in alcune località, perfino un semplice cappuccino con una brioche è arrivato a costare 20 euro. L’insieme dei rincari si aggira finora a 3,9 miliardi rispetto al 2022. Demoskopika stima che a fine estate, chi è andato in vacanza avrà speso il 9% in più. La voce che incide di più (parliamo sempre per il turismo nazionale) è quella dei biglietti aerei. Un volo Napoli Alghero costa più di uno per New York: il 5 luglio costava 247 euro, ora ne costa 478, ben il 93,5% in più. Il Brindisi-Cagliari-Brindisi che il 6 luglio era venduto a 286 euro, il 5 agosto costava 357 euro, cioè +24,8%. Per un Roma Olbia, andata e ritorno, si spende 350-450 euro. Una cifra non irrilevante ma comunque meno degli 850 euro che le compagnie offrivano per chi ha prenotato a giugno. Secondo i dati Istat, spostarsi nei cieli significa spendere il 44% in più per voli nazionali, il 43% per tratte europee e il 16% per quelle intercontinentali (che l’anno scorso erano rincarate del 128%). Assoutenti ha calcolato che per una famiglia con due figli, in partenza il 12 agosto e con ritorno il 19 agosto, per Milano-Cagliari, spendeva 729 euro il 3 luglio e 760 euro il 5 agosto (+4,2%); per Milano-Palermo si passa da 818 euro a 954 euro (+16,6%). Aumenti più consistenti sulla Milano-Brindisi (da 845 euro a 1.129 euro, +33,6%), fino ad arrivare alla tratta Roma-Cagliari che registra un aumento del 71,9%: da 573 euro a 985 euro. Per le stesse date, andare dalla Capitale a New York costa 674 euro. «Tutto ciò nonostante i costi dell’energia siano crollati negli ultimi mesi, e i prezzi dei carburanti per il trasposto aereo abbiano registrato un calo superiore al 20%», afferma Carlo Rienzi, presidente del Codacons.Il governo ha deciso di porre un freno al caro voli, intervenendo sugli algoritmi che alzano i prezzi per le rotte nazionali da e per le isole durante il picco della domanda e se il prezzo del biglietto è del 200% superiore alla tariffa media di volo. È stato poi vietato di fissare le tariffe in base alla profilazione web o al modello di dispositivo usato. Ma il decreto interessa solo i voli nazionali con le isole mentre restano escluse le altre tratte per le quali continua il mercato selvaggio. Michele Mezza, docente dell’Università Federico II di Napoli e esperto in big data e algoritmi spiega che «le compagnie aeree che servono gli scali europei e quelli intercontinentali continuano ad essere libere di usare il sistema automatico di fissazione dei prezzi. In pratica ogni passeggero ha una sorta di biglietto personalizzato. La tariffa è stabilita in base alla profilazione effettuata dalle grandi piattaforme che rivendono i dati ai vettori. Gli algoritmi elaborano le informazioni immagazzinate su ogni persona. Perfino la località in cui è effettuata la prenotazione o l’uso del cellulare piuttosto che il computer, possono determinare variazioni di prezzo». Secondo l’esperto, «l’unico modo per sfuggire a questo meccanismo è rendersi anonimi, tramite l’uso della rete Vpn. Ma non è nemmeno detto che poi si possa risparmiare giacché alcune compagnie quando vedono il passaggio tramite questo strumento, non mandano a buon fine la prenotazione». Per mettere un freno agli algoritmi su tutte le tratte, secondo Mezza, dovrebbe intervenire l’Agcom con una delibera, sul tipo di quella fatta per ChatGpt che impone di rivelare come vengono usati i dati. «Andrebbe vietata l’applicazione nelle relazioni commerciali, delle profilazioni ricavate dai server provider». Intanto però viaggiare continua ad essere sempre più caro. Chi non vuole rinunciare alle vacanze fugge verso mete estere a portata di mano. Spagna, Tunisia ed Egitto (Sharm El Sheikh) hanno da sempre soggiorni meno cari e questa estate hanno fatto una politica dei prezzi aggressiva con sconti importanti. Ci sono poi le nuove mete in Albania e Montenegro. Il governo di Tirana conta di chiudere la stagione con oltre nove milioni di turisti, tre milioni in più del 2022. Le spiagge non hanno niente da invidiare a quelle della Puglia, dove però un ombrellone e due lettini possono arrivare a costare anche 180 euro al giorno, come risulta da alcune recensioni indignate su Tripadvisor, fino al caso limite di un gazebo a mille euro, mentre, nella costa albanese si trovano ancora offerte a 10-15 euro. Una bella differenza che pesa molto sulle scelte dei turisti. E infatti in una settimana i collegamenti da Bari a Durazzo – in Albania – sono raddoppiati e un quarto dei passeggeri è italiano. Per spiegare i listini da nababbi, il presidente del Sindacato balneari di Lecce, Vito Vergine, titolare del lido Maldive del Salento a Pescoluse, dice che l’obiettivo è di selezionare la clientela. Ma chissà se questa scelta elitaria risulterà vincente. Al momento i gestori dei lidi in Puglia hanno visto calare le presenze a luglio del 20%. Anche in Liguria, che ha quasi il 70% delle spiagge occupato da stabilimenti balneari, prezzi da capogiro. Sulla riviera di Ponente, ad Alassio, il conto per un ombrellone e due lettini arriva anche a 80 euro al giorno. Per chi invece sceglie Levante, tra Rapallo, Santa Margherita ligure e Recco, i costi vanno dai 50 ai 100 euro al giorno. Se poi la giornata al mare prevede anche la consumazioni presso i lidi (panini, acqua, gelati, bibite, caffè), parcheggio, carburante, una famiglia con due bambini arriva a spendere quest’anno mediamente tra i 100 e i 110 euro per una giornata al mare, con un aggravio medio del +13,4% sul 2022. E siccome la vacanza è diventata un salasso, in molti restano a casa. Ma anche per chi ha scelto la città con piccole puntate in giornata, sulla costa, laddove è possibile, non è facile risparmiare. A Fregene, la meta preferita dai romani, una cabina per tutta la stagione costa 6.000 euro. Una cena a base di pesce, senza vino, 80 euro, mentre un aperitivo in spiaggia può arrivare anche a 30-40 euro a persona se accompagnato da sushi e fritti. Una bottiglia d’acqua da mezzo litro non si trova a meno di 1,50 euro e per un gelato confezionato bisogna spendere 2,50 euro mentre quello artigianale è tra 3-3,50 euro. I costi di case vacanza e b&b sono saliti del 30% ma tutto è esaurito da mesi. Per risparmiare ci sono le spiagge libere, attrezzate con chioschi in riva al mare, servizi igienici e anche ombrelloni e lettini da affittare. I prezzi sono meno della metà di quelli richiesti dagli stabilimenti: 1.200-1.500 euro per la stagione contro 3.000-6.000 dei bagni classici. Non a caso sono state prese d’assalto e hanno registrato un 20% di presenze in più rispetto al periodo pre Covid.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/vacanze-troppo-care-1-italiano-su-10-rinuncia-2663627653.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="le-testimonianze-dei-ristoratori-bar-e-locali-si-svuotano-prima-ci-rifacciamo-con-gli-stranieri" data-post-id="2663627653" data-published-at="1691957065" data-use-pagination="False"> Le testimonianze dei ristoratori: «Bar e locali si svuotano prima, ci rifacciamo con gli stranieri» La famiglia che mi sta davanti in coda al ristorante, si ferma un attimo fuori a controllare il menù. La mamma storce il naso. Il padre anche. «Al massimo domani mangiamo a casa», dice. I figli brontolano perché hanno fame. Alla fine, dopo vari tentennamenti, optano per una pizza ad asporto. Sono a Porto San Giorgio, lungo il litorale marchigiano. La vedi che non è più la stessa estate. La senti. La percepisci. La odi nelle voci che risuonano nei bar, negli alberghi, nei locali, nei ristoranti. La vedi negli occhi dei bambini quando vorrebbero fare un altro giro in giostra a 5 euro - ormai hanno aumentato anche i giostrai - e il padre è costretto a dirgli di no, allora il bimbo va dalla madre e la madre gli dice di no ancora. La vedi negli occhi di quella famiglia sarda tanto cara che fa le vacanze nel campeggio sotto il tuo appartamento e ogni sera mangia al sacco sotto l’albero. Le uniche cose fresche sono l’acqua, l’anguria e il prosciutto di giornata. Il resto è tutto cibo in scatola che deve bastare una settimana. La vedi in quella famiglia che decide di mangiare la piadina in piedi anziché sedersi al ristorante. Del resto, un piatto di spaghetti allo scoglio, 18 euro. Una pizza margherita 9 euro e 50. Una birra 6 euro. L’acqua 3. La tagliata 25 euro. Se ci aggiungi il coperto, il caffè, l’ammazzacaffè, il sorbetto, il dolcetto e sai mai che ti mettano in conto anche il piattino di condivisione, la ciotola per il cane e il metro quadro di aria che respiri, in una sera una famiglia di 4 persone arriva a spendere 120 euro. Anche i gelati si fanno fatica a prendere. Anziché due palline, meglio una. O meglio ancora, si prende una coppa unica e l’intera famiglia ci inzuppa la cannuccia. Prendi il locale di Patrizia per esempio. Patrizia Dorioni da una decina d’anni è la titolare di questa piccola boutique del gusto, Il Frutto del desiderio, in pieno centro. «Non è la solita estate», ci dice, «manca una settimana a ferragosto ma la stagione praticamente deve ancora iniziare. Rispetto agli anni passati la differenza è abissale, non si lavora più come una volta. Le famiglie italiane stanno più attente, passeggiano e basta. In più vedi, oggi è martedì, si lavora meno, ormai si lavora solo sabato e domenica». Anche Omar Falzolgher nota un calo. Lui con il fratello gemello è il titolare della pizzeria Cip&Ciop in pieno centro. «La stagione è un po’ triste. L’orario si è ridotto, se prima chiudevamo alle tre di notte, ora a mezzanotte inizia a svuotarsi il paese. Prima a pranzo stavamo aperti, ora non ne vale la pena». «Si lavora molto bene con gli stranieri», dice Luca Tortù, titolare del caffè Novecento, «inglesi, americani, canadesi, russi; anche perché molti hanno casa qui». Uscendo dal locale incontro l’assessore al Turismo. «Molti stranieri hanno acquistato la casa nell’entroterra», mi dice Giampiero Marcattili, «in spiaggia vediamo un calo durante la settimana. Ma per gli italiani non è il caro vacanze , è il caro vita. A qualcosa bisogna rinunciare. Bene il serbatoio dei campeggi». E a proposito di campeggi ci spostiamo un attimo in Veneto, a Cavallino Treporti. Sapete quanti italiani ci sono? Stando a un report di Faita Nordest Federcamping, gli italiani quest’anno, finora sono il 15 %. L’anno scorso erano il 17%. I tedeschi sono al 47,8. «Mancano italiani», ci dice Luigi Serafin che tiene un ristorante in centro a Jesolo. «E soprattutto la domenica c’è un calo». Ma come la domenica? Ma se una volta era giorno full, se una volta di domenica la movida esplodeva, con tutti quei giovani e quelle famiglie di italiani che ogni fine settimana facevano la spola? Ecco. Non ci sono più. Daniel Menazza, titolare del Menazza Hotels Group, conferma. Italiani ce ne sono pochi, ma il fatturato è aumentato. Come? Alzando i prezzi. «Ora vendendo una camera, è come se ne vendessi tre», dice. E questo giova? «Sì, il personale è meno stressato, meno usura dell’immobile, meno materie prime». Sì ok, ma si lavora? «Certo, si lavora molto bene con i Paesi dell’Est, Ungheria Bulgaria Polonia Moldavia Romania. Sono i nuovi ricchi, arrivano già con le buste piene di contanti». Hai capito. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem2" data-id="2" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/vacanze-troppo-care-1-italiano-su-10-rinuncia-2663627653.html?rebelltitem=2#rebelltitem2" data-basename="i-racconti-di-chi-ha-rinunciato-due-stipendi-non-bastano-coi-bimbi-ci-arrangiamo-in-citta" data-post-id="2663627653" data-published-at="1691957065" data-use-pagination="False"> I racconti di chi ha rinunciato: «Due stipendi non bastano, coi bimbi ci arrangiamo in città» La piscina gonfiabile a 25 euro e 80 centesimi comprata su Amazon, a cui aggiungi i 3 euro e 99 di spese di spedizione, montata in giardino, rende bene l’idea delle ferie fatte a casa. Barbara, 35 anni, guarda le sue figlie di 7 e 8 anni sguazzare dentro quella pozzanghera d’acqua. Agghindate di salvagente, fingono di essere in spiaggia. In realtà sono in provincia di Varese dove il mare da non lo vedi manco se prendi il binocolo. «Quest’anno va così», ci dice, «niente vacanze, ma loro si divertono lo stesso». Operaia in una ditta, per seguire le bimbe, lavora part time e prende 700 euro al mese. Il marito invece lavora a tempo pieno, lo stipendio di un operaio, ma arrivare a fine mese è difficile. Mettici l’affitto, il mutuo, le bollette, l’assicurazione e il bollo, le spese scolastiche, le copertine di diverso colore a seconda delle materie, i pastelli tutti temperati, gli astucci nuovi perché - sai mamma - la mia amichetta di banco - quest’anno - ha quello di Frozen - mettici qualche spesa extra, se a fine anno devi tagliare qualcosa, tagli le ferie; perché si sa, le vacanze sono diventate un lusso che pochi si possono permettere. «Quest’anno», racconta, «vedo che i prezzi sono aumentati molto. Noi abbiamo rinunciato anche perché siamo in procinto di prendere casa. Avevamo guardato per un week end di luglio ma costava tutto tanto». Anche Claudia, 38 anni, che tiene il blog Mamma, che disastro, col marito di anni 42, ha dovuto rinunciare alle vacanze. Due figlie, 7 e 10 anni. Lei fa la crew in una grossa catena commerciale, lui sistema gli scaffali in un supermercato. Lei prende 900 euro al mese. Lui 1.300. Pagano 700 euro di affitto a Roma, zona Trullo. Le spese di condominio ammontano a 130 euro ogni 3 mesi, hanno tre finanziamenti in corso: la lavatrice, il frigo, la lavastoviglie; il finanziamento anche per il dentista perché in Italia se vai con la mutua aspetti 25 mesi; hanno una sola auto, perché un’altra non se la possono permettere, voi capite che per questa famiglia andare in ferie diventa praticamente impossibile. «Vero che abbiamo due stipendi», ci racconta, «uno full time e uno part time, ma le spese sono sempre tante e quindi bisogna trovare soluzioni alternative perché i bambini in un modo o nell’altro fanno paragoni con i loro amici. A settembre tornano a scuola, qualcuno si inventa viaggi incredibili e gli altri ci credono». Dite ai bimbi di inventare anche voi. «No, le bugie non si dicono. Per loro il viaggio è dormire in un posto diverso. È stare tutto il giorno in un posto che non conoscono. E quindi un giorno facciamo mare, un giorno piscina, un giorno i lavoretti con i barattoli di sabbia colorata». Anche Johnny Baggio, 49 anni, di Bassano, provincia di Vicenza, non ha fatto ferie. Con una ditta di servizi fiduciari, se non hai manco personale perché non si trova, prendersi una pausa diventa problematico. Se poi devi stare attento ai soldi, centellinare le spese, macchitelofaffare, a sto punto meglio stare a casa. «Io sto rinunciando alle vacanze» ci racconta, «anche perché ho visto che costa tanto, una settimana a Jesolo costa il doppio rispetto all’anno scorso. Ho l’affitto per l’ufficio, ho fatto investimenti, è aumentata anche la spesa, a ‘sto punto meglio rinunciare. Andremo più avanti in bassa stagione». Nicola Tonellato, invece, di Treviso, con la moglie e il loro bimbo piccolo, si concede una sola settimana a Jesolo. Ma Jesolo è qui, a tre quarti d’ora di auto da dove abitano. A loro è aumentata la rata del mutuo, arrivando quasi a 1.000 euro. Lui muratore, lei insegnante di ballo. «Le ferie quest’anno costano il doppio», dice, «la rata è aumentata di quasi 300 euro, per una famiglia è tanto, da 680 sono arrivato a pagare 964, dobbiamo stringere un po’ la cinghia anche per fare la spesa». Anche Marylin di Ancona, con le bimbe e il marito, ha fatto vacanze al risparmio: in montagna a Falcade (Belluno), 500 euro l’appartamento, modalità scout, pranzo al sacco e le bambine in mezzo alle marmotte più contente che mai.