2023-03-23
Grana utero in affitto per la Schlein. Lei lo vuole, il partito è già spaccato
Lo scorso 20 febbraio, in un dibattito sui social, l’allora candidata alle primarie del Pd si era detta favorevole alla maternità surrogata, senza alcun dubbio. Ma esponenti dem come Stefano Bonaccini e Valeria Valente puntano i piedi. Elly Schlein vuole legalizzare in Italia la maternità surrogata, alias l’utero in affitto, pratica definita anche gestazione per altri (Gpa) ma nel Pd la sua posizione è tutt’altro che condivisa. Non è un caso che la nuova segretaria del Pd taccia da giorni su questo tema, così come su altri argomenti delicati: un silenzio improvviso, dovuto alla sua ascesa alla guida del partito, che ha imposto alla ex vispa Elly un deciso cambio di rotta rispetto ai proclami della campagna elettorale per le primarie. Se il silenzio è d’oro, però, i video sono di platino, e ci consentono di squarciare il velo di moderazione che ha avvolto la Schlein dopo la sua elezione alla segreteria del Pd. Lo scorso 20 febbraio la pagina Instagram Torcha mette a confronto gli allora candidati alla leadership del Pd, la Schlein e Stefano Bonaccini, in un format molto semplice: si chiede un «sì» o un «no» rispetto a vari argomenti. Uno dei pochissimi temi che non li vede d’accordo è proprio la maternità surrogata. La risposta di Bonaccini è negativa ma articolata: «No, peraltro non è prevista per legge. Sì invece, ad esempio», dice Bonaccini, «alla fecondazione assistita o alle adozioni di bambini per i gay o per i single». La Schlein, invece, è lapidaria: «Sono favorevole alla Gpa», scandisce Elly, utilizzando l’acronimo che sta per gestazione per altri, appunto l’utero in affitto. Dunque, le chiacchiere stanno a zero, così come i silenzi tattici dietro i quali la Schlein si nasconde dopo essere stata eletta, e a confermare la volontà della neoleader dei dem di legalizzare la maternità surrogata in Italia c’è pure la proposta di legge annunciata nel corso della manifestazione a Milano: «Ci stiamo già muovendo», ha detto Elly sabato scorso, «per portare avanti anche in Parlamento le aspettative che sono emerse dalla piazza. Cioè di poter vedere riconosciuto per legge il diritto delle coppie omogenitoriali, con una legge preparata e scritta insieme alle associazioni, alle famiglie arcobaleno e alla rete Lenford. La legge», ha aggiunto, «è stata già presentata e spingeremo perché sia presto calendarizzata». Bene, anzi molto male: la legge in questione, come ha rivelato La Stampa, prevede il matrimonio egualitario, l’estensione della possibilità di adozione per single e coppie gay e il riconoscimento alla nascita dei figli di famiglie omogenitoriali, anche quando siano nati dalla maternità surrogata, citata all’articolo 4: «Per la tutela dei bambini e delle bambine nate all’estero a seguito di gestazione per altri», è scritto nel testo della proposta di legge, verrebbe introdotta «la trascrizione immediata e il riconoscimento automatico del rapporto con il genitore d’intenzione, con trasmissione degli atti al pubblico ministero». Tra i dem non manca chi esprime pubblicamente il suo «no» alla maternità surrogata: «Io sono contrario», dive alla Verità il senatore del Pd Alfredo Bazoli, «penso che la gestazione per altri sia una grave violazione della dignità della donna, e quindi è giusto che sia vietata e sanzionata come reato in Italia. Penso che sia altrettanto giusto che i figli generati in questo modo vengano tutelati, perché non si possono ricadere su di loro le colpe dei genitori». Come? «Con La soluzione che hanno individuato la Corte costituzionale e la Cassazione, cioè l’adozione del genitore intenzionale per casi particolari». In pratica? «Il neonato», spiega Bazoli, «viene ovviamente trascritto nel registro dello stato civile come figlio biologico del padre che ha dato il seme, mentre l’altro componente della coppia, il cosiddetto genitore intenzionale, sia che si tratti di un uomo che di una donna, che non ha alcun legame biologico con il neonato, per diventare genitore, secondo le sentenze di cui ho detto e che condivido, non può essere trascritto automaticamente ma deve fare un procedimento di adozione. Quindi», aggiunge Bazoli, «è un giudice che deve valutare se è nell’interesse del minore che il genitore intenzionale diventi genitore vero e proprio, come hanno stabilito la Cassazione e la Corte costituzionale, che hanno anche invitato il legislatore a intervenire. Una trascrizione automatica anche del genitore intenzionale nel registro dello stato civile comporterebbe di fatto una seppure indiretta legittimazione della maternità surrogata che invece non deve essere consentita perché è una grave violazione della dignità della donna. Una valutazione che condivido pienamente». Contraria anche un’altra big del Pd, la senatrice Valeria Valente: «Da femminista», dice la Valente alla Verità, «sono assolutamente contraria alla maternità surrogata perché ritengo che sia una forma di sfruttamento del corpo femminile e quindi delle donne, un’inaccettabile intromissione del mercato nella maternità e nella nascita, e anche un tentativo di cancellare il materno. Sostenere che può trattarsi di una libera scelta femminile significa essere lontani dalla realtà, perché i dati ci dicono che le madri surrogate sono povere, vivono in Paesi con redditi medi molto più bassi di quelli dei genitori committenti, che peraltro sono per lo più coppie eterosessuali. È una compravendita», incalza la Valente, «sulla pelle delle donne e dei bambini, un altro dei volti del patriarcato. In Italia la Gpa è giustamente vietata e per me il diritto alla genitorialità degli uomini omosessuali può passare per l’estensione dell’adozione, che aprirei anche ai single di qualunque orientamento sessuale. Diverso è riconoscere chi nasce altrove con la Gpa: i diritti dei bambini vengono prima di ogni altra cosa e quindi dico sì al certificato di filiazione».