
Tutto quello che c'è da sapere sull'importantissimo voto di martedì 8 novembre. È tutto pronto. Martedì 8 novembre si terranno le elezioni di metà mandato: tornata elettorale con cui si rinnoverà la totalità della Camera dei rappresentanti e un terzo del Senato (35 seggi). Storicamente questo appuntamento tende a punire il partito che detiene la Casa Bianca, anche se non sono mancate delle eccezioni. Nel 2002, i repubblicani (che controllavano all’epoca la presidenza con George W. Bush) vinsero, mentre nel 2018 – ai tempi dell’amministrazione Trump – si verificò un pareggio, con la Camera ai dem e il Senato rimasto invece in mano all’elefantino.Domenica, la media sondaggistica di Real Clear Politics, continuava a dare avanti i repubblicani, attribuendo loro un vantaggio del 2,5% nelle intenzioni di voto generiche. Scendendo più nel dettaglio, è probabile che l’elefantino riesca a conquistare una maggioranza relativamente ampia alla Camera. Al Senato, invece, la partita è apertissima e dipenderà dall’esito di alcune gare specifiche in Ohio, Pennsylvania, Arizona e Nevada: tutti Stati in cui i candidati repubblicani hanno effettuato significative rimonte e in cui, al momento, le rilevazioni sondaggistiche registrano fondamentalmente dei testa a testa. Un altro dato da tenere presente è poi quello del voto anticipato. Quest’anno si sta verificando un ricorso più ampio ad esso rispetto alle Midterm del 2018. Tuttavia, negli Stati in cui i dati vengono apertamente divulgati, si nota che la quota di elettori repubblicani che sta usando questa modalità di voto è in aumento rispetto al passato, laddove il tasso dei dem resterebbe – almeno per il momento – fondamentalmente in linea con le pregresse tornate elettorali. Sia chiaro: il dato è parziale e scivoloso. Tuttavia, per quel che vale, costituisce evidentemente un campanello d’allarme per l’asinello. Joe Biden rischia dunque di diventare la proverbiale anatra zoppa: uno scenario che si concretizzerebbe anche qualora i dem perdessero un solo ramo del Congresso. In particolare, il presidente americano teme che i repubblicani riprendano il controllo della Camera, visto che – se ciò si verificasse – egli si ritroverebbe assai probabilmente messo in stato d’accusa (come, nel recente passato, hanno più volte minacciato vari esponenti dell’elefantino). Ma non finisce qui. Raramente come quest’anno le Midterm avranno un impatto sulla Casa Bianca. Sia Biden che Donald Trump stanno infatti attendendo i risultati di martedì per capire se ricandidarsi o meno a un secondo mandato presidenziale. Un fattore, questo, che genera un’elevata incertezza sia tra i dem che tra i repubblicani. Non è un caso che, all’interno dei due partiti, vari candidati stanno già scaldando i motori in vista di eventuali primarie (si pensi a Ron DeSantis o a Mike Pompeo per l’elefantino e a Gavin Newsom per l’asinello). È quindi in tal senso che le prossime elezioni di metà mandato si riveleranno prevedibilmente dirimenti per il futuro della politica statunitense.
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