2020-01-14
Usa 2020: l'addio di Cory Booker
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Un altro candidato alla nomination democratica ha abbandonato la corsa. Il senatore del New Jersey, Cory Booker, ha annunciato lunedì il proprio ritiro. «È stata una decisione difficile da prendere, ma ho preso parte a questa competizione per vincere e ho sempre detto che non avrei continuato se non ci fosse stata più una strada per la vittoria», ha dichiarato in una email diretta ai suoi sostenitori.Booker ha citato come motivazione della sua scelta la mancanza di adeguati finanziamenti per proseguire la corsa e il fatto che - in quanto senatore - sarà impegnato nelle prossime settimane a Washington per la celebrazione del processo di impeachment contro Donald Trump. Con i recenti ritiri di Julian Castro e Marianne Williamson, è il diciassettesimo candidato a uscire di scena. Sarcastico - come sempre in queste occasioni - il commento del presidente americano: «Ora posso riposare serenamente stanotte», ha twittato, «Ero così preoccupato che un giorno avrei dovuto sfidarlo!».Sceso ufficialmente in campo lo scorso febbraio, Booker - afroamericano - ha puntato subito sul presentarsi come la figura di riferimento per le minoranze etniche: una strategia anche sensata sulla carta ma che non ha tenuto adeguatamente conto del fatto che vi fossero numerosi altri candidati con la stessa ambizione: chi - come lui - si rivolgeva prevalentemente agli afroamericani (si pensi solo alla senatrice californiana Kamala Harris) e chi invece cercava di accattivarsi soprattutto le simpatie degli ispanici (come Julian Castro e Beto O' Rourke). La migliore performance sondaggistica Booker l'ha registrata pochissime settimane dopo la sua discesa in campo (quando - a fine febbraio - raggiunse quota 6%), per conoscere un rapido declino nei mesi successivi. Si pensi soltanto che, al momento del suo ritiro, il senatore veleggiasse attorno al 2% dei consensi a livello nazionale.Oltre alla questione etnica, in questi mesi il senatore si è concentrato molto sul tema dei diritti civili e parzialmente su quello delle disuguaglianze sociali: il risultato è tuttavia stato abbastanza deludente. Spesso nel corso dei dibattiti televisivi ha dato prova di una certa inconsistenza e non si è mostrato capace di portare avanti un messaggio elettorale chiaro. Fattori che hanno pesato negativamente sulla sua campagna elettorale. Visto lo scarso peso che i sondaggi gli conferivano, è improbabile che l'uscita di scena di Booker rimescoli i rapporti di forza tra i candidati rimasti in gara. Né è prevedibile che il suo endorsement sia destinato a spostare chissà quali consensi. No: quello che è interessante dell'addio del senatore è che - in queste primarie - tutti quei contendenti che avevano puntato principalmente (se non esclusivamente) sulla rappresentanza delle minoranze etniche stanno puntualmente naufragando: Kamala Harris, Julian Castro, Beto O' Rourke e adesso lo stesso Booker. Segno evidente che i candidati maggiormente settari e scarsamente capaci di avere una visione d'insieme sembrano inevitabilmente votati al fallimento. Un fattore, questo, testimoniato non soltanto dalle suddette uscite di scena ma anche dalla strategia messa in campo da Pete Buttigieg: candidatosi originariamente anche lui per rappresentare le minoranze, con il passare del tempo ha abbandonato le posizioni più radicali, spostandosi progressivamente al centro (pur continuando a strizzare talvolta l'occhio alla sinistra). Non è ancora chiaro se saprà conseguire risultati concreti alle urne. Ma, per il momento, i sondaggi lo stanno premiando (soprattutto in Iowa).Questo tipo di operazione a Booker non è riuscita. Per quanto abbia a un certo punto tentato di volgersi verso una maggiore trasversalità, il senatore del New Jersey è tuttavia apparso senza una linea netta, che lo distinguesse in modo riconoscibile dai suoi principali avversarsi. Gli stessi battibecchi che ha avuto con Joe Biden nel corso dei dibattiti televisivi hanno probabilmente danneggiato Biden ma non beneficiato Booker. Un Booker che, adesso, probabilmente si proporrà per un secondo mandato senatoriale e che forse spera in una candidatura alla vicepresidenza: candidatura molto ambita, che si stanno già sotterraneamente contendendo Kamala Harris e Julian Castro. Un ultimo elemento da sottolineare è il fatto che, nell'annunciare il proprio ritiro, il senatore abbia citato il dovere di stare al Senato nelle prossime settimane per il processo di impeachment. Ora, che - nel caso di Booker - si tratti di un argomento pretestuoso è testimoniato dai magri sondaggi di cui parlavamo. Tuttavia non è escludibile che il processo delle prossime settimane possa costituire un problema per gli altri senatori che sono candidati alla nomination: soprattutto Elizabeth Warren, Bernie Sanders e Amy Klobuchar. Contendenti che saranno dovranno restare alla camera alta, in una delle fasi più calde della campagna elettorale (non dimentichiamo che il caucus dell'Iowa si terrà il prossimo 3 febbraio). L'addio di Booker sta quindi lì a ricordarci il sempre più probabile effetto boomerang dell'impeachment contro Trump.
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