2024-07-19
Ursula si vende ai verdi e la Meloni vota contro
Giorgia Meloni (Getty Images)
Il premier rifiuta l’inciucio e resta fedele al mandato degli elettori, evitando scossoni con la Lega. Dall’altro lato, le trattative a Bruxelles si complicano, mentre l’ opposizione sarà divisa con i Patrioti. Però, c’è il veto...L’insofferenza nei ranghi di Fratelli d’Italia è cominciata a montare già con quelle sei parole pronunciate da Ursula von der Leyen tra i primi punti del suo discorso - «Manterremo la rotta sul Green deal» - che hanno fatto venire i brividi a chi la rotta la vuole cambiare per rispondere anche al messaggio chiaro lanciato dagli elettori europei con il voto di giugno. Non basta l’apertura sulla linea di contrasto all’immigrazione irregolare e la nomina di un commissario per il Mediterraneo, perché di fronte al discorso e alle linee programmatiche di Von der Leyen si è subito rafforzato il sospetto di essere stati snobbati pubblicamente e ricercati privatamente, in un giorno della marmotta europeo dove ha prevalso lo status quo e la coazione a ripetere al fianco di quell’asse franco-tedesco bocciato nelle urne non di Strasburgo, ma d’Europa. E così, dopo giorni passati a interrogarci sulle mosse degli eurodeputati di Fratelli d’Italia, poco dopo le 14 di ieri pomeriggio e a riconferma avvenuta, si è saputo che il partito del premier Giorgia Meloni ha votato contro la rielezione di Von der Leyen. Fino all’ultimo le carte sono rimaste coperte, scelta criticata non solo da sinistra ma anche da qualche alleato di maggioranza al governo. Le dichiarazioni alla stampa sono state inizialmente affidate al capodelegazione di Fdi all’Eurocamera, Carlo Fidanza: «Le scelte fatte in questi giorni, la piattaforma politica, la ricerca di un consenso a sinistra fino ai Verdi hanno reso impossibile il nostro sostegno a riconferma della presidente Ursula von der Leyen», ha detto sottolineando che con la rielezione «non viene dato seguito al forte messaggio di cambiamento uscito dalle urne del 9 giugno». «Questo non pregiudica il nostro rapporto di lavoro istituzionale che siamo certi possa portare alla definizione di un ruolo adeguato in seno alla prossima commissione che l’Italia merita», ha aggiunto. Concetto ribadito anche dal collega di partito e copresidente di Ecr, Nicola Procaccini: «I maggiori sconfitti delle elezioni europee, come i verdi, ma anche i socialisti e i liberali, sono quelli che hanno preso in mano il destino di Ursula von der Leyen che si è consegnata a loro», ha proseguito, sottolineando che «per noi votare a favore avrebbe significato andare contro ad alcuni dei nostri principi». Qualche ora dopo Meloni, impegnata nel vertice della Comunità politica europea a Oxford, ha scelto un video per spiegare il voto contrario alla rielezione: «Fratelli d’Italia ha deciso di non votare» per la riconferma della presidente, rimanendo «coerente con la posizione espressa nel Consiglio Europeo di non condivisione del metodo e del merito. Questo non comprometterà la collaborazione su molte materie, come ad esempio la migrazione», ha aggiunto, facendo comunque «gli auguri di buon lavoro» a Von der Leyen. Meloni ha infine detto di «non aver ragione di ritenere» che questo voto possa «compromettere il ruolo che verrà riconosciuto all’Italia nella Commissione. Siamo Paese fondatore, la seconda manifattura, la terza economia, con uno dei governi più solidi ed è sulla base di questo e solo di questo che si definisce il peso italiano». Mentre il leader di Forza Italia ed esponente del Ppe, Antonio Tajani, brindava al bis di Ursula, a sostenere la scelta di Fdi sono arrivate le parole di Andrea Crippa, vicesegretario della Lega (i cui rappresentanti a Strasburgo hanno votato contro insieme al gruppo dei Patrioti). «Immagino che Meloni sia stata cercata, contattata in questi ultimi giorni, per appoggi a Ursula von der Leyen e a questa Commissione nascente e Giorgia Meloni non ha ceduto. Quindi la mia ammirazione e i miei complimenti verso due persone, Matteo Salvini e Giorgia Meloni, che nonostante le pressioni e i ricatti non hanno ceduto e hanno mantenuto la schiena dritta», ha dichiarato Crippa ai giornalisti in Transatlantico alla Camera. «L’asse tra Salvini e Meloni è sempre stato forte, però sicuramente questo voto fa capire che non siamo persone che cedono ai ricatti, che sono sul mercato e possono essere comprate in base alle finte promesse». E ancora: «Meloni ha fatto quello che il suo elettorato le ha chiesto», ha aggiunto Crippa. Qui in Italia, dall’opposizione è subito partita la narrazione di una Meloni salvinizzata che porterà il nostro Paese a essere isolato in Europa, che ha preferito rinchiudersi nell’angolo della destra ed escludersi dai processi di influenza indebolendo il governo. Certo, il braccio di ferro con i vertici di Bruxelles aumenterà, fermo restando il diritto di veto di ogni Stato membro, e sarà forse più complicato adesso avere un commissario di peso. Così come è evidente il rischio per Fdi di «annacquarsi» nel gruppo Ecr già drenato dal nuovo gruppo dei Patrioti creato da Viktor Orbán. Ma guardando all’interno del partito del premier, la scelta di votare contro Von der Leyen e il suo accordo con i Verdi potrebbe rafforzarla politicamente con il suo elettorato che non ha mai digerito l’avvicinamento alla presidente della Commissione. Non solo. Se i vertici europei isoleranno l’Italia dovranno anche gestirne le conseguenze, perché siamo la terza economia della Ue e tra i Paesi fondatori dell’Unione. La logica di breve andrà ponderata con quella di lungo periodo. Senza dimenticare che con la decisione di tirare dritto sul Green deal, per Bruxelles sarà più difficile dialogare con il prossimo, probabile, inquilino della Casa Bianca.
Ursula von der Leyen (Ansa)
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