
Proposta di Paolo Savona all’incontro Consob. Sergio Mattarella assente manda solo un messaggio.L’appuntamento annuale della Consob che si è tenuto ieri in Piazza Affari è coinciso con la celebrazione dei 50 anni della commissione. Il presidente Paolo Savona ha invitato anche alcuni suoi predecessori ricordando quel giorno in cui con Guido Carli e Ugo La Malfa nacque quasi per caso la Consob e Fabio Panetta (ora governatore di Bankitalia e seduto ieri in platea) «era ancora un ragazzino». Insieme con il discorso del presidente Savona e alla relazione del 2023, alla stampa è stato così consegnato anche un interessante volume sul mezzo secolo di storia di vigilanza sui mercati finanziari. Un amarcord anche fotografico con alcuni scatti del parterre di vecchie relazioni annuali e dei presidenti della Repubblica presenti in prima fila come Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano. A chiudere il volume una foto di Savona che stringe la mano a Sergio Mattarella. Un’immagine d’archivio, però. Perché ieri a festeggiare il cinquantenario il capo dello Stato non c’era e ha preferito mandare un messaggio esprimendo «gratitudine alla Commissione nazionale per la società e la Borsa per l’impegno profuso nel tutelare il buon funzionamento del mercato finanziario nel corso dei suoi 50 anni di attività». Ma senza arrivare a Palazzo Mezzanotte. Come aveva rivelato La Verità il 26 maggio, ricordando che a maggio 2018 il Colle aveva bloccato di fatto l’ascesa dello stesso Savona al ruolo di ministro dell’Economia nel governo gialloblù ponendo il veto sul suo nome, preoccupato dall’euroscetticismo dell’economista cagliaritano (scelto dai due partiti politici che stavano formando l’esecutivo, cioè M5s e Lega). Ma su quali temi si è concentrato il discorso del presidente della Consob? Secondo Savona al risparmio italiano «andrebbe dedicata una cura pari a quella riservata alla moneta e ad altri nuovi strumenti finanziari, per impedire che esso diventi variabile di aggiustamento degli squilibri creati da altri fattori». Un esempio? «Lo vediamo nella clausola del bail in, secondo cui i depositi bancari sono protetti dal loro sistema di garanzia fino a 100.000 euro, mentre tutte le altre passività delle banche vengono penalizzate in caso di insolvenza», ha spiegato. Sottolineando anche che «la moneta e le attività finanziarie completeranno il processo di dematerializzazione, passando dalle forme digitali a contabilità accentrata a quelle a contabilità decentrata». In questo contesto, la soluzione potrebbe essere quella di ricondurre sotto una sola autorità di controllo finanziario anche i depositi bancari, oltre alle attività tradizionali e a quelle virtuali. Fungerebbe da viatico, secondo il presidente della Consob, «una distinzione istituzionale tra la creazione di moneta a livello ufficiale e quella in forma di depositi bancari, riunificando questi ultimi sotto la competenza della vigilanza finanziaria, la cui attività produrrebbe, in posizione di parità, un bene pubblico complementare a quello della vigilanza monetaria». Insomma, per Savona è tempo di costruire una «nuova architettura» della vigilanza europea che passa anche attraverso lo spostamento dei depositi bancari dalla Banche centrali a una sola authority di controllo finanziaria come lo sono oggi la Consob o l’Esma. Nella sua relazione il presidente ha poi evidenziato che per fermare i delisting delle società da Piazza Affari, un contributo può arrivare dal dl Capitali che facilita la quotazione delle piccole imprese. Sul punto più controverso del provvedimento, relativo alle liste dei cda, invece «sarà il mercato a fornire una risposta», ha aggiunto.Nel frattempo, nel 2023 sono scese a 3,4 milioni di euro le sanzioni comminate dall’authority, che fa sempre più ricorso all’Intelligenza artificiale per contrastare i comportamenti illeciti. Se la Borsa nei primi mesi del 2024 ha riguadagnato la soglia degli 800 milioni di capitalizzazione è rimasto invece pressoché fermo il numero delle società quotate.
Ansa
Dimenticata la «sensibilità istituzionale» che mise al riparo l’Expo dalle inchieste: ora non c’è Renzi ma Meloni e il gip vuole mettere sotto accusa Milano-Cortina. Mentre i colleghi danno l’assalto finale al progetto Albania.
Non siamo più nel 2015, quando Matteo Renzi poteva ringraziare la Procura di Milano per «aver gestito la vicenda dell’Expo con sensibilità istituzionale», ovvero per aver evitato che le indagini sull’esposizione lombarda creassero problemi o ritardi alla manifestazione. All’epoca, con una mossa a sorpresa dall’effetto immediato, in Procura fu creata l’Area omogenea Expo 2015, un’avocazione che tagliò fuori tutti i pm, riservando al titolare dell’ufficio ogni decisione in materia.
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Dopo il Ponte tocca ai Giochi. Per il gip sarebbe «incostituzionale» il decreto con cui il governo ha reso «ente di diritto privato» la Fondazione Milano-Cortina. Palla alla Consulta. Si rifà viva la Corte dei Conti: la legge sugli affitti brevi favorirà il sommerso.
Da luglio la decisione sembrava bloccata nei cassetti del tribunale. Poi, due giorni dopo l’articolo della Verità che segnalava la paralisi, qualcosa si è sbloccato. E così il giudice delle indagini preliminari Patrizia Nobile ha accolto la richiesta della Procura di Milano e ha deciso di rimettere alla Corte Costituzionale il decreto legge del governo Meloni che, nell’estate 2024, aveva qualificato la Fondazione Milano-Cortina 2026 come «ente di diritto privato». La norma era stata pensata per mettere la macchina olimpica al riparo da inchieste e blocchi amministrativi, ma ora finisce sotto la lente della Consulta per possibile incostituzionalità.
Il ministro della giustizia libico Halima Abdel Rahman (Getty Images)
Il ministro della giustizia libico, Halima Abdel Rahman, alla «Verità»: «L’arresto del generale dimostra che il tempo dei gruppi armati fuori controllo è finito e che anche la Rada deve sottostare al governo di Tripoli». Pd e M5s attaccano ancora l’esecutivo. Conte: «Italia umiliata».
Il caso di Osama Almasri Anjim, arrestato e rinviato a giudizio delle autorità libiche ha scatenato una dura polemica politica fra governo e opposizione. L’ex capo di una delle più potenti milizie di Tripoli a gennaio scorso era stato rimpatriato con un volo di Stato dopo essere stato arrestato in esecuzione di un mandato d’arresto internazionale emesso dalla Corte penale internazionale per crimini di guerra e contro l’umanità. Il governo aveva motivato il suo allontanamento con la pericolosità del soggetto, che era stato accolto a Tripoli da centinaia dei suoi fedelissimi con bandiere e scariche di kalashnikov.
Ansa
Raid Idf contro Hezbollah. Witkoff: «Il Kazakistan aderirà agli Accordi di Abramo».
Uno dei principali esponenti di Hamas, Moussa Abu Marzouk, ha rivelato che la sua organizzazione e l’Autorità nazionale palestinese (Anp) hanno raggiunto un’intesa preliminare per la creazione di un comitato provvisorio incaricato di gestire la Striscia di Gaza in nome dell’Anp. La notizia, riportata dal Times of Israel, segna un possibile punto di svolta nella complessa governance dell’enclave palestinese, sebbene permangano numerose incognite. Secondo quanto dichiarato da Abu Marzouk all’emittente amica Al Jazeera, il nuovo organismo avrebbe la responsabilità di sovrintendere ai valichi di frontiera e di coordinare le forze di sicurezza locali, sotto la presidenza di un ministro dell’Anp.






