2021-09-05
Una rosa bianca può darci un nuovo inizio
È il fiore per chi vuole ricominciare da zero, scrivere su una pagina intonsa. Ne esistono infinite varietà e fra le più celebri c'è la «Iceberg», ibridata da una famiglia di vivaisti tedeschi cari a Guglielmo II. Per fare pendant in giardino: mughetti e petunie.Ogni tanto ti prende la mania per il monocolore. Inizi a pensare a come rivoluzionare queste minuscole strisce di giardino intonandole tutte con fioriture della stessa tonalità, oppure varie tonalità dello stesso colore, o ancora a coppie: bianco e rosso, giallo e arancio, pervinca - violetto - malva - glicine - e magenta - rosa - fucsia - ciclamino. Mi vengono in mente alcuni piccoli giardini privati coi fiori tutti bianchi, oppure tutti rossi, nelle varie tonalità e sfumature, «nuances» come dicono coloro che sanno, o gigioneggiano la cultura francofona. Tra tutti i colori il bianco probabilmente è quello che più lascia d'incanto, oppure è il rosso? Quante varietà di rose rosse esistono? E di tulipani, di gerani, di garofani, di anturio, di gerbere, di papaveri, di petunie, di clematidi, e poi le dalie, gli astri, le orchidee, le zinnie, le peonie, le stelle di natale, l'ibisco, la bougainvillea, la dipladenia rampicante, la bignonia, la passiflora (quantomeno nelle varietà vitifolia e quadrangularis) e via dicendo. Credo sia una ricerca di ordine, un tentativo anche estetico di mettere ordine nel disordine delle nostre piccole e migranti esistenze, così pronte a farsi confondere, a farsi travolgere, a farsi disordinare. Ogni tanto si impone la necessità di ricominciare come d'accapo, di dire: d'ora in avanti le cose andranno in un altro modo, che si tratti della professione o della vita personale, delle amicizie o di tutto quell'architettura sospesa che chiamiamo vita. D'ora in poi tutto essenziale, d'ora in poi non accetterò mai più condizioni insoddisfacenti o insufficienti, d'ora in poi solo abiti neri e scarpe comode. O d'ora in poi mi impegnerò a fondo nella mia pratica spirituale, d'ora in poi andrò a correre in montagna tutti i sabati e tutte le domeniche, d'ora in poi non mi farò mai più fregare in amore. Diventiamo terribilmente seri quando si parla di questi obiettivi che dovrebbero dare profondo significato a tutto quel che ci rappresenta.E d'ora in poi coltiveremo soltanto rose dai fiori bianchi, ad esempio. Piccolo elenco delle rose dai fiori bianchi che conosco: la Iceberg, la Camille Claudel, Carte Blance, la spendida Jeanne Moreau, la Metropolitan, la Alba maxima, Blanchefleur, le piccole Penelope, Prosperity, Desdemona, Kew Gardens, Tranquillity, Winchester Cathedral, Claire Austin, e quelle che hanno dei nomi che vorresti quasi stringere al petto, come Adelaide d'Orleans, Lichfield Angel o l'inarrivabile e promettente Félicité Perpétue (inglese, una David Austin). Certo, sono tutte rose bianche, eppure ciascuna manifesta un proprio carattere, un andamento, una grazia. E poi, per fare pendant, cespugli di mughetti, pieris, lobelie, nemesie, petunie, gardenie e ortensie bianche, si parte in primavera con le fioriture dei ciliegi e degli albicocchi e si arriva al principio dell'autunno, un giardino dei candori più delicati della seta. Nel mio giardino ci fa compagnia, accanto al sentierino di ingresso, un cespuglio di rose Iceberg. Il suo tronco cresce dritto, ogni anno per quanto la possiamo ridurre in potatura ricresce con estremo vigore e produce una corona di nuove ramificazioni sulle cui cime si accendono fiori eleganti e bianchi, luminosi. Le debbo sfoltire in più occasioni durante l'intera estate, con la fioritura che inizia nel mese di maggio e si prolunga talora fino a ottobre, se il tempo è mite. Necessita di qualche cura in più rispetto alle Cristoforo Colombo che abbiamo incontrato la scorsa puntata, ad esempio soffre di attacchi di afidi che si installano in colonie affamate sopra i boccioli da schiudersi e in formazione. Bisogna insistere coi trattamenti, poltiglia bordolese e stratagemmi ad hoc, come macerati di ortica o sapone di Marsiglia. Raramente sono comparsi i segni della peronospora o della ticchiolatura, le macchie nere sulle foglie e marcescenze. Diversi vivai offrono rose iceberg, appartengono alle rose dette floribunde, rifiorenti e abbondanti, arbustive o rampicanti, a seconda delle varietà. La prima pianta con questo nome venne ibridata in Germania nel 1958 dal coltivatore Reimer Kordes (1922-1997), terza generazione della famiglia che dal 1887 anima i vivai Kordes, sostenuti anche dall'imperatore Guglielmo II, ultimo re di Prussia, profondo amante delle rose ma, ahinoi, anche uno dei responsabili dello scoppio della Prima guerra mondiale. La «mia» iceberg produce fiori dalle geometrie più decise rispetto alle prime iceberg tedesche, che avevano fiori piccoli e con petali quasi ricadenti, poiché ibridi di una rosa bianca e altera, la Virgo, e le rose Robin Hood, piccole, rifiorentissime, color pesca o rosa antico. La componente Virgo è molto spiccata nella mia, e infatti i suoi fiori non presentano alcun carattere di morbidezza. Fiori grossi, i petali che crescendo e maturando si arricciano all'indietro, mostrando la «boccuccia bianca» di queste rose resistenti e vanitose. Ovviamente, manca nell'elenco precedentemente abbozzato delle rose bianche proprio la Virgo, una rosa delle ibridi da tè, derivate dalle rose Tea, rose moderne da giardino. Abbiamo già fatto i conti con la complessa articolazione delle diverse tipologie di rose. A ben guardarla questa pianta di rose sembra un enorme scettro, fra le diverse varietà presenti è quella che ha un portamento più regale, signorile, i rami si allargano dalla base e si sollevano dritti e sulle cime compaiono queste fiamme glaciali, belle sia sotto il sole ma forse ancor di più nei giorni rannuvolati, e di pioggia leggera, quando il resto del giardino abbassa la testa, si inclina, appassisce, sebbene le radici gioiscano per la manna che scende dal cielo. Soprattutto in queste nostre estati torride. Eppure queste rose restano dritte, entro certi limiti, s'intende, e i fiori sembrano quasi disegnati, cristallizzati, non certo composti di una sostanza quasi più leggera del vento.
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