2020-12-28
Massimo Garavaglia: «Una manovra così in ritardo non si è mai vista nella storia»
Massimo Garavaglia (Ansa)
L'ex viceministro leghista: «È da irresponsabili averci portato al limite dell'esercizio provvisorio. Grazie all'opposizione, il Parlamento ha girato 3,8 miliardi agli autonomi».Massimo Garavaglia ha contribuito a guidare alla Camera la battaglia della Lega sulla legge di bilancio. Oggi parlamentare, già sindaco, già assessore all'Economia in Regione Lombardia, Garavaglia è stato anche viceministro al Mef durante il governo gialloblù. Dica la verità, una sessione di bilancio così non l'aveva mai vista, con la Camera che licenzia il testo in prima lettura il 27 dicembre. «No, è una follia. È la prima volta nella storia della Repubblica che un ramo del Parlamento licenzia la manovra la sera del 27. È da irresponsabili. E, se si riuscirà a chiudere e quindi se non si andrà all'esercizio provvisorio, sarà solo merito dell'opposizione». A questo punto il Senato potrà soltanto guardare il pacco chiuso e infiocchettato, senza toccarlo…«Per molti versi, anche la Camera ha quasi già dovuto fare così. Ma voglio essere ottimista e voglio guardare il bicchiere mezzo pieno. A un certo punto, il ritardo si è fatto così inaccettabile che il governo ha dovuto prendere atto che il Parlamento avrebbe agito da Parlamento, e quindi almeno i 3,8 miliardi che Conte aveva messo da parte per finanziare i prossimi Dpcm (quindi, decidendo da solo) sono stati usati dal Parlamento in sede emendativa».Due anni fa, ai tempi del governo gialloblù, foste costretti a riscrivere a metà dicembre la legge di bilancio a seguito del braccio di ferro con Bruxelles. E si scatenò contro di voi l'accusa di una compressione eccessiva dell'esame parlamentare. Stavolta gran silenzio, mi pare…«Il confronto è perfino ridicolo. Mi tirarono addirittura un fascicolo in testa, lasciamo perdere… A ruoli invertiti, non so se stavolta la sinistra avrebbe consentito di chiudere la legge di bilancio».Lei è stato al Mef. La scena di rappresentanti del governo che danno il loro ok a una serie di emendamenti e poi vengono clamorosamente smentiti dalla Ragioneria, che è a sua volta incorporata nel Mef, è da cinepanettone…«A parti invertite, mi è capitato di assistere a scene inenarrabili del Pd per obiezioni formali della Ragioneria. Nei giorni scorsi invece, siamo stati una mattinata intera a risolvere problemi veri, cioè attinenti alla copertura di un numero grande di articoli. Ma a loro è consentito di tutto».Ma come fa il ministro Gualtieri a rimanere impassibile al suo posto dopo una figuraccia simile? Alla fine, ben al di là dei viceministri e dei sottosegretari, il massimo responsabile politico del dicastero è lui...(Ride) «Questa è una buona domanda…».Comunque, una nota positiva c'è, come diceva. Nei pochi giorni in cui vi è stato consentito di lavorare davvero, la Commissione Bilancio, opposizione e maggioranza, si è assunta alcune responsabilità, con qualche decisione da voi sollecitata…«Come le dicevo, alla fine, in questo caos, è quasi stato meglio così. Intendiamoci: ci sono marchette incredibili inserite da Pd e M5S, dal bonus bidet alla scuola di jazz. Ma i 3,8 miliardi che abbiamo tolto a Conte sono stati spesi bene».Come?«La cosa più importante l'abbiamo voluta noi, cioè la decontribuzione a favore degli autonomi. Stiamo parlando dei non garantiti, quelli trattati peggio di tutti, quelli che pagano le tasse con i soldi che incassano. Per il 2021 a questi contribuenti sono stati tolti i contributi fissi, cioè 2,5 miliardi: sono circa 3.700 euro di sconto a testa. È importante perché non è un bonus che arriva dopo, ma si tratta di soldi che non si fanno spendere proprio. E in più la misura è stata pensata in ottica di sviluppo: hai questo beneficio se resti aperto». Resta però il punto dolente di fondo. Ora il governo ammette che per l'operazione vaccinazione serviranno 9-10 mesi. Mica vorranno tenere chiuso il Paese per un altro anno? «Ci avevano raccontato che era tutto a posto. E invece sono serviti emendamenti alla legge di bilancio per 650 milioni per assumere personale per le vaccinazioni. Dunque non era “a posto" niente… Anche dal punto di vista della serenità di un cittadino, cosa si deve pensare di un governo che presenta emendamenti all'ultimo momento per il piano vaccinale? Allora il commissario Arcuri che ha fatto per un anno?».Ma qual è la loro logica? Pensano che l'Italia possa andare avanti stando chiusa e con due spiccioli di sussidi?«Non ha senso, come molte altre cose: pensi ai ristoranti aperti di giorno ma non di sera. Ho la brutta impressione che molte cose siano più finalizzate e tutelarsi che non a comprendere il vero interesse del Paese». Si rendono conto che ci sarà uno tsunami di fallimenti e chiusure? E anche di licenziamenti, quando a un certo punto finirà il blocco?«Non vedo una prospettiva nelle loro azioni. Certo, c'è la grande illusione del Recovery Fund, vendono un film che peraltro andrebbe raccontato bene».Raccontiamolo«Parlano di 209 miliardi. Ma iniziamo a dividerli per 7 anni. Poi consideriamo la parte a debito. Cosa resta? Circa 80 miliardi a fondo perduto. Ma se leviamo l'incremento di soldi che diamo all'Ue, rimangono circa 40 miliardi divisi in 7 anni».Torno alle difficoltà drammatiche delle aziende. Ma il governo non capisce che si porrà anche una pesantissima questione legata ai licenziamenti, quando a un certo punto finirà il blocco?«Siamo di fronte a una classica rimozione del problema. Noi abbiamo proposto l'unica cosa saggia, e cioè il contratto di espansione per favorire la staffetta generazionale e evitare il più possibile di ridurre la forza occupata. Dopo di che vedo che il governo da un lato fa un ennesimo provvedimento per gli esodati, e dall'altro parla di togliere quota 100: c'è da rimanere increduli per certe contraddizioni».Non avrebbe senso organizzare una campagna per una progressiva riapertura, allargando sempre di più quando le fasce deboli saranno state vaccinate?«Ah, secondo me la riapertura va fatta anche al di là del tema della vaccinazione. La vaccinazione certamente aiuta, ma non è la soluzione, visto che occorrerà mantenere le distanze e le precauzioni. Dunque siamo alla questione che ponevo prima, all'assurdo dei ristoranti aperti a pranzo e chiusi a cena. Stessa cosa per gli impianti sciistici: si stabilisca - faccio per dire - che a Cervinia possano andare 5.000 persone e non 10.000, ma non si può tenere tutto chiuso. Aspettare che tutto sia definitivamente risolto prima di riaprire le attività significherebbe portare al fallimento dell'Italia»Veniamo ai due sfregi nel Milleproproghe, che saranno - immagino - motivo delle prossime battaglie parlamentari. Primo: il blocco degli sfratti, con i proprietari privati a questo punto vessati e vessabili sia dall'inquilino che non paga sia dallo stato con le tasse. «Incredibile. Avrei potuto capire in astratto un'emergenza specificamente collegata al Covid, ma ormai è passato troppo tempo. Che senso ha il blocco degli sfratti per sfratti determinatisi ante Covid? Se tengo bloccato uno sfratto dal 2017, di cosa stiamo parlando? Visto che la grandissima parte riguarda situazioni di questo tipo, precedenti rispetto al Coronavirus, questi immobili devono essere restituiti ai loro proprietari».La sua soluzione?«Sbloccare tutti gli sfratti precedenti: non c'è attinenza con il Covid. Dopo di che, sul dopo, se invece ci sono casi limitati e specificamente legati a questi mesi di emergenza sanitaria, si può al limite ragionare su uno sconto sull'affitto. Ma sia chiaro: lo stato deve finanziarne almeno la metà».Secondo: in mancanza di un intervento di stop, dal primo gennaio ci sono 31 milioni di atti dell'Agenzia dell'Entrate, tra cartelle e atti di riscossione, pronti a partire. Ma non è assurdo consentire una simile carneficina?«Se partiranno davvero, si rischia di scatenare uno scontro sociale».Che si può fare? In prima battuta, immagino, vi batterete per prolungare lo stop che fu deciso a metà ottobre ma che finirà il 31 dicembre… Ma poi, sarebbe immaginabile un nuovo percorso di rateizzazione, senza sanzioni, dal primo gennaio 2022? «La mia proposta è che, a fronte di una sospensione, inizi una discussione tra cittadini e amministrazione, una sorta di concordato preventivo di massa: ti pago questo, nel senso che questo è ciò che posso pagare, e per tre anni mi lasci in pace. Sarebbe un'operazione da condurre a tappeto: e lo Stato incasserebbe un sacco di soldi».Come sta il centrodestra? Siamo già in un regime proporzionale di fatto in cui ogni partito fa corsa a sé, addirittura con un sovrappiù di competizione tra i partiti confinanti, oppure lei vede uno spirito di coalizione efficace nel centrodestra? «L'esperienza di questa legge di bilancio mostra che aver lavorato come coalizione ci dà un potere contrattuale più forte. Dopo di che, noi come Lega abbiamo idee e proposte».E il governo? La sensazione è che la cosiddetta verifica sia rimasta irrisolta. Al di là della volontà di Renzi, la fragilità di Conte è nelle cose… È così o vanno avanti?«Il governo è evidentemente fragilissimo, e ormai può solo andare avanti lasciando che sia il Parlamento a gestire le risorse. Ma a questo punto è la politica che deve interrogarsi e decidere: ha senso, in questo momento, avere il governo più debole della storia della Repubblica?».
Sehrii Kuznietsov (Getty Images)
13 agosto 2025: un F-35 italiano (a sinistra) affianca un Su-27 russo nei cieli del Baltico (Aeronautica Militare)
La mattina del 13 agosto due cacciabombardieri F-35 «Lightning II» dell’Aeronautica Militare italiana erano decollati dalla base di Amari, in Estonia, per attività addestrativa. Durante il volo i piloti italiani hanno ricevuto l’ordine di «scramble» per intercettare velivoli non identificati nello spazio aereo internazionale sotto il controllo della Nato. Intervenuti immediatamente, i due aerei italiani hanno raggiunto i jet russi, due Sukhoi (un Su-27 ed un Su-24), per esercitare l’azione di deterrenza. Per la prima volta dal loro schieramento, le forze aeree italiane hanno risposto ad un allarme del centro di coordinamento Nato CAOC (Combined Air Operations Centre) di Uadem in Germania. Un mese più tardi il segretario della Nato Mark Rutte, anche in seguito all’azione di droni russi in territorio polacco del 10 settembre, ha annunciato l’avvio dell’operazione «Eastern Sentry» (Sentinella dell’Est) per la difesa dello spazio aereo di tutto il fianco orientale dei Paesi europei aderenti all’Alleanza Atlantica di cui l’Aeronautica Militare sarà probabilmente parte attiva.
L’Aeronautica Militare Italiana è da tempo impegnata all’interno della Baltic Air Policing a difesa dei cieli di Lettonia, Estonia e Lituania. La forza aerea italiana partecipa con personale e velivoli provenienti dal 32° Stormo di Amendolara e del 6° Stormo di Ghedi, operanti con F-35 e Eurofighter Typhoon, che verranno schierati dal prossimo mese di ottobre provenienti da altri reparti. Il contingente italiano (di Aeronautica ed Esercito) costituisce in ambito interforze la Task Air Force -32nd Wing e dal 1°agosto 2025 ha assunto il comando della Baltic Air Policing sostituendo l’aeronautica militare portoghese. Attualmente i velivoli italiani sono schierati presso la base aerea di Amari, situata a 37 km a sudovest della capitale Tallinn. L’aeroporto, realizzato nel 1945 al termine della seconda guerra mondiale, fu utilizzato dall’aviazione sovietica per tutti gli anni della Guerra fredda fino al 1996 in seguito all’indipendenza dell’Estonia. Dal 2004, con l’ingresso delle repubbliche baltiche nello spazio aereo occidentale, la base è passata sotto il controllo delle forze aeree dell’Alleanza Atlantica, che hanno provveduto con grandi investimenti alla modernizzazione di un aeroporto rimasto all’era sovietica. Dal 2014, anno dell’invasione russa della Crimea, i velivoli della Nato stazionano in modo continuativo nell’ambito delle operazioni di difesa dello spazio aereo delle repubbliche baltiche. Per quanto riguarda l’Italia, quella del 2025 è la terza missione in Estonia, dopo quelle del 2018 e 2021.
Oltre ai cacciabombardieri F-35 l’Aeronautica Militare ha schierato ad Amari anche un sistema antimissile Samp/T e i velivoli spia Gulfstream E-550 CAEW (come quello decollato da Amari nelle immediate circostanze dell’attacco dei droni in Polonia del 10 settembre) e Beechcraft Super King Air 350ER SPYD-R.
Il contingente italiano dell'Aeronautica Militare è attualmente comandato dal colonnello Gaetano Farina, in passato comandante delle Frecce Tricolori.
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