2024-04-15
Un ex giudice per ricucire M5s e Pd. Ma Conte lo boccia perché vecchio
Niki Vendola a Bari lancia Nicola Colaianni, nome gradito alla base grillina, che ha la benedizione pure di Massimo D’Alema. Giuseppi alza subito il muro: «Non vedo ragioni per accantonare Laforgia, servono energie fisiche e mentali».Un fine settimana intenso, a Bari, per cercare di salvare il campo largo, messo a dura prova dalle inchieste giudiziarie che hanno coinvolto il capoluogo e la regione. Tra Michele Laforgia (sostenuto da M5s e Sinistra Italiana) e Vito Leccese (candidato di Pd e Verdi) spunta ora un terzo nome, quello dell’ex magistrato Nicola Colaianni, che ha già confermato la sua disponibilità. Il nome è stato proposto da Nichi Vendola e Nicola Fratoianni, in un disperato tentativo di ricompattare l’asse Pd-M5s dopo che Giuseppe Conte ha sfilato il suo candidato dalle primarie. Decisione arrivata in seguito all’ennesimo scandalo che ha interessato, questa volta, la regione Puglia, e che ha portato alle dimissioni - tra gli altri - dell’assessore regionale ai Trasporti, Anita Maurodinoia (Pd), coinvolta in un’inchiesta per compravendita di voti.Ex magistrato della Corte di Cassazione, Nicola Colaianni è stato anche ordinario di diritto ecclesiastico e diritto costituzionale all’Università di Bari, oltre che deputato per il Pds dal 1992 al 1994. Nel 2013 era stato proposto dal M5s come membro laico del Csm, con il sostegno del Pd. Una figura pensata quindi per far cambiare idea ai grillini, che lo scorso giovedì, su impulso di Giuseppe Conte, si sono ritirati anche dalla maggioranza in Regione, strappo motivato con la richiesta al governatore Michele Emiliano di «fare pulizia». Il nome dell’ex magistrato piace anche a Massimo D’Alema, che sabato sera, ospite alla trasmissione su La7 condotta da Massimo Gramellini, ha descritto Colaianni come «una carissima persona, anche un amico personalmente». «Ho letto le agenzie, non ho nessuna notizia particolare», ha continuato. «Mi farebbe piacere perché è una cara persona, siamo stati parlamentari insieme».Ora la palla passa ai partiti. Le forze politiche che si riconoscono in Michele Laforgia, il M5s e la Convenzione per Bari 2024 (che riunisce diverse sigle di sinistra e centrosinistra), hanno dato mandato al loro candidato «di verificare se vi sono le condizioni politiche per condividere la proposta di candidatura unitaria di Nicola Colaianni». Al momento, però, appare più che freddo Giuseppe Conte. In un’intervista rilasciata alla Stampa, il capo del M5s ha invocato nuovamente una rigenerazione della politica e, a una diretta domanda su Colaianni, ha risposto: «Rigenerazione in questo caso suona provocatorio, considerata la sua età. Lasciamo che i rappresentanti delle forze politiche locali si confrontino». L’ex magistrato è nato nel 1946 e ha compiuto pochi giorni fa 78 anni, mentre il candidato del centrodestra, Fabio Romito della Lega, ha soli 36 anni. Parlando poi con dei giornalisti a Corigliano Rossano, Conte ieri ha ribadito lo scarso entusiasmo: «Non abbiamo ragione per accantonare la candidatura di Michele Laforgia a sindaco di Bari», ha riportato la Gazzetta del Mezzogiorno, «ma vedremo quello che succederà nelle prossime ore». «Occorrono energie fisiche e mentali», ha poi continuato, riferendosi ancora una volta all’età di Colaianni. Secondo i media locali, sarebbero pronti anche altri nomi della società civile per scongiurare l’ipotesi di una rottura definitiva.Anche Vito Leccese, intanto, è all’opera per la mediazione. «In relazione alla proposta di candidatura di Nicola Colaianni, che ringrazio per la disponibilità», si legge in una nota, «nella giornata di domani (oggi per chi legge, ndr) concluderò gli incontri con i responsabili delle forze politiche che sostengono la mia candidatura per una valutazione congiunta». «Al termine della consultazione», continua, «mi riservo di incontrare Michele Laforgia per condividere insieme il percorso futuro».La decisione finale dovrebbe dunque arrivare entro oggi, in quella che appare come la prova finale per il destino del campo largo, passato in pochi mesi da asse vincente per il futuro del Paese (dopo le elezioni in Sardegna) a terreno di uno scontro senza esclusione di colpi. Dopo aver sfilato Laforgia dalle primarie del centrosinistra, Conte aveva chiesto all’intera coalizione di appoggiare il suo candidato, ma la cosa non era piaciuta in casa del Partito democratico, rimasto fermo sul nome di Leccese (sostenuto anche dal governatore Emiliano e dal sindaco uscente Antonio Decaro). Elly Schlein, alla decisione di Conte di boicottare le primarie, lo aveva accusato di favorire la destra, ma al contempo fatica a uscire dalla morsa del numero uno del M5s. La partita riguarda, oltre al capoluogo barese, anche il futuro della giunta regionale e le elezioni europee, dove stante la natura della legge elettorale, il proporzionale puro, i partiti correranno divisi e si contenderanno i voti. Quanto alla Regione, invece, dall’uscita del M5s dalla maggioranza si è intensificato il braccio di ferro tra Emiliano, che vorrebbe semplicemente rimpiazzare gli assessori uscenti, e il segretario del Pd, che chiede invece un netto cambio di marcia, anche in virtù delle pressioni subite da Conte. Vedremo l’esito della mediazione di Sinistra italiana, guidata da Nichi Vendola, ma le fratture, anche al di là del risultato, paiono ormai difficili da sanare.
Charlie Kirk (Getty Images). Nel riquadro il consigliere Pd Mattia Abdu