2020-03-19
Un altro pasticcio del governo incerto: Spadafora annuncia il divieto di jogging
Il ministro: «Ignorato l'appello a restare a casa». Il governatore campano Vincenzo De Luca l'aveva già ordinato: il Tar gli ha dato ragione.Si staranno chiedendo dov'è che hanno fallito, le buonanime di Montesquieu, Voltaire e illuministi vari, con il governo giallorosso. Dopo aver convocato una conferenza stampa per illustrare un provvedimento che ancora non era stato nemmeno scritto (il 7 marzo scorso, in occasione della folle corsa ai treni verso Sud che ha fatto scoppiare l'epidemia pure nel Meridione) e dopo aver pasticciato sul decreto Cura Italia per 72 ore con continui ripensamenti e correzioni di rotta che alla fine hanno scontentato un po' tutti, Giuseppe Conte e compagni hanno regalato un'altra perla. A confezionarla è stato il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora da Afragola. «Credo che nelle prossime ore dovremo prendere in considerazione la possibilità di porre il divieto completo di attività fisica all'aperto», ha detto il margheritin-verde-grillino ai microfoni del Tg1. «Abbiamo lasciato questa opportunità perché ce lo consigliava anche la comunità scientifica ma l'appello è di restare a casa», ha aggiunto pensoso, «se non sarà ascoltato dovremo porre un divieto assoluto». Sarà sorpreso il ministro Spadafora ad apprendere che la categoria dell'«appello» in politica non esiste. E se un comportamento non è espressamente vietato allora è tranquillamente praticabile da tutti, e ovunque. Si chiama libertà democratica. Tant'è che una vecchia volpe come il governatore Pd della Campania, Vincenzo De Luca, una settimana fa, aveva espressamente vietato, con una propria ordinanza, qualsiasi forma di attività fisica all'aperto. E, nel corso di un video pubblicato sui social, aveva attaccato Palazzo Chigi e il Viminale per la loro incapacità organizzativa. «Abbiamo sentito qualche comunicazione, che è arrivata da Roma, assolutamente sbagliata... perfino il ministero dell'Interno... e cioè che si può passeggiare purché si mantenga un metro di distanza. Questa è una idiozia», aveva attaccato a muso duro il presidente della Regione, «non si può camminare per strada senza ragione motivata da parte del cittadino». E, per essere più convincente, l'ex sindaco sceriffo di Salerno aveva minacciato - e messo in atto - un'ulteriore manovra restrittiva: «Costringeremo tutte le persone individuate a circolare senza motivo a fare la quarantena di quindici giorni». Esagerazione da colpo di Stato, come pure aveva polemicamente scritto sulla sua pagina Facebook la moglie del sindaco di Napoli, Luigi de Magistris? Macché. Il Tar Campania, con il decreto cautelare monocratico depositato nella giornata di ieri, ha respinto l'istanza cautelare di sospensione dell'ordinanza (13 marzo) e del chiarimento (14 marzo) che non consentono, tra l'altro, l'attività sportiva all'aperto ritenendola non compatibile con esigenze sanitarie, perché visti «il rischio di contagio, ormai gravissimo sull'intero territorio regionale» e il fatto che i «dati che pervengono all'Unità di crisi istituita con decreto del presidente della Giunta regionale della Campania dimostrano che, nonostante le misure in precedenza adottate, i numeri di contagio sono in continua e forte crescita nella regione» va data «prevalenza alle misure approntate per la tutela della salute pubblica».D'altronde, basta guardarsi attorno. Da Nord a Sud, passando per le isole, gli italiani sembrano aver riscoperto - ora che c'è un nemico invisibile in agguato - la gioia del footing e della cura della forma fisica. Al punto che Gianfilippo Bancheri, sindaco del Comune di Delia, 4.000 anime in provincia di Caltanissetta, è sbottato e in un video sui social ha attaccato i suoi stessi concittadini. «Tantissime persone mi chiamano per andare a fare la corsetta perché sono stressati», ha spiegato tra il serio e il faceto. «Ma ragazzi io corro da vent'anni, tra alti e bassi, e a Delia a correre siamo sempre una ventina». Un lungo respiro e poi l'affondo: «Ora tutti podisti sono diventati a Delia? Tutti che vogliono correre, ma dove andate a correre se l'ultima volta che avete fatto un po' di corsa è stata la corsa campestre alla scuola elementare?». Una boutade, certo, che però non coglie la complessità di un fenomeno non inscatolabile solo nel sottogruppo dei maratoneti della domenica. Correre e respirare aria pulita, per moltissimi, è un'esigenza di salute. A loro chi ci pensa? Non certo il governo, a quanto pare.Nelle ultime ventiquattr'ore ci sono stati, in tutt'Italia, secondo le stime del ministero dell'Interno, 187.455 controlli che hanno portato a 8.300 denunciati così suddivisi: 8.089 per inosservanza alle disposizioni della presidenza del Consiglio e 204 per aver fornito false informazioni alle forze dell'ordine. Invece, su 111.512 negozi sottoposti a verifiche, ci sono stati appena 154 sanzionati e 33 provvedimenti di sospensione dell'attività. In totale, nell'ultima settimana, sono oltre un milione e mezzo i controlli che hanno portato a circa 46.000 denunce: 43.595 per violazione del divieto di spostamento e 926 per false attestazioni a cui aggiungere 1.500 negozianti denunciati. Attendiamo quindi, «nelle prossime ore», il nuovo giro di vite del gabinetto Conte annunciato da Spadafora. A cui forse sfugge il particolare che tra i tanti runners che in Italia vanno a farsi una sgambata c'è anche il portavoce del premier, l'ex concorrente del Grande fratello Rocco Casalino, immortalato da un passante in una foto mentre fa jogging insieme a un amico. Senza mascherine e a meno di un metro l'uno dall'altro. Quando si dice la coerenza.
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