2018-07-18
Ultima spiaggia per salvare i conti Lega alla Corte dei diritti dell’uomo
Il Riesame nega l'autonomia sul bilancio anche alle singole regioni: i 49 milioni sono bloccati del tutto. A questo punto non resta che presentare ricorso a Strasburgo. Intanto arriva la querela contro Francesco Belsito.Non resta che la Corte europea dei diritti dell'uomo alla Lega di Matteo Salvini. Dopo che tribunale del Riesame di Genova ha confermato il sequestro dei conti alla «nazione» Toscana - nonostante il parere della Cassazione avesse riconosciuto come valida l'ipotesi che persone terze potessero essere ignare dell'operato fraudolento dell'ex segretario Umberto Bossi e dell'ex tesoriere Francesco Belsito - al Carroccio stanno pensando di fare ricorso alla Cedu. È la stessa soluzione che ha adottato il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi contro la legge Severino che lo ha fatto decadere da senatore. In ogni caso se la Procura deciderà di sequestrare tutti i conti, alla ricerca degli ormai famosi 49 milioni di euro, per via Bellerio sarà difficile restare in vita. L'idea di rivolgersi a Strasburgo era già emersa nei mesi scorsi, ma adesso, con le strade ormai del tutto sbarrate, con l'impossibilità di salvare parte delle risorse economiche almeno nelle regioni, appare l'unica via percorribile. D'altra parte già nelle memorie difensive presentate al riesame in questi mesi la Lega aveva fatto presente le violazioni costituzionali e quelle della Convenzione dei diritti dell'uomo contro cui sarebbe andata a sbattere la Procura genovese. L'articolo violato della Costituzione sarebbe il 49, sulla libertà di associazione, anche perché per la prima volta la magistratura chiuderebbe un partito politico. Il ricorso è in fase di preparazione, prima ci sarà l'ennesimo appello, ma di sicuro i leghisti potrebbero sfruttare diverse sentenze della stessa corte di Strasburgo, tra cui quelle sulla confisca di Punta Perotti, un caso urbanistico che va avanti da anni, dove si è però stabilito che bisogna attendere l'ultimo grado di giudizio per sequestrare i beni in seguito a una condanna. Non solo. La Lega è convinta che la decisione della Procura vada a violare lo stesso articolo 7 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, dove si legge che «nessuno può essere condannato per una azione o una omissione che al momento in cui è stata commessa, non costituiva reato secondo il diritto interno o internazionale. Parimenti non può essere inflitta una pena più grave di quella applicabile al momento in cui il reato è stato commesso». Ma è soprattutto il caso del partito turco Cumhuriyet llalk Partisi quello che potrebbe tornare utile al Carroccio, perché molto simile alla vicenda che coinvolge la Lega. Qui la Corte europea ha condannato la Turchia «per una forma di confisca conseguente a spese illecite nei confronti di un partito politico inflitta dalla Corte costituzionale turca». Per la Corte europea, infatti, bisogna tenere conto dell'importanza dei partiti politici in una società democratica. E che anzi «ogni regola legale che interferisce con la libertà di associazione, come l'ispezione delle spese del partito, dev'essere redatta in termini che forniscano un'indicazione ragionevole di come tali disposizioni saranno interpretate e applicate». E in questo senso emerge come «la confisca possa essere utilizzata come uno strumento nelle mani dell'autorità non solo per limitare il diritto di proprietà e di libertà di iniziativa economica, ma ben più rilevanti libertà fondamentali dei cittadini come la libertà di associazione e la libertà politica». Anzi, si legge «emerge come la confisca possa diventare strumento dell'arbitrio del potere se non se ne delimita strettamente l'applicazione sottoponendola al rispetto del principio di legalità e di proporzionalità». Allo stesso tempo, ieri, nel processo d'appello per la truffa 49 milioni di fondi pubblici non dovuti dal 2008 al 2010 e sul denaro trasferito a Cipro, è stata richiesta per Umberto Bossi una condanna a 1 anno e 10 mesi, mentre per i revisori dei conti, Diego Sanavio, Antonio Turci e Stefano Aldovisi, rispettivamente a 2 anni (i primi due) e 1 anno e 3 mesi per il terzo.La richiesta su Francesco Belsito, che all'epoca dei fatti era il tesoriere del Carroccio, è stata rinviata in attesa di capire se la Lega presenterà querela per appropriazione indebita, reato che da maggio 2018 non è più perseguibile senza querela della vittima. A quanto pare il Carroccio la presenterà già nelle prossime settimane. Prima che venissero formulate le richieste di condanna c'è stata la requisitoria di Enrico Zucca, sostituto procuratore generale a Genova: nel corso del suo intervento, Zucca ha detto fra l'altro che «la gestione dei conti della Lega era un caos totale, ma non un caos primordiale e creativo, ma una confusione voluta e consentita: quello che succedeva era funzionale ed essenziale».
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