2022-01-16
La Ulss ordina: «I bambini dell’asilo si isolino e tengano il telefono vicino»
Grottesca direttiva di un’unità sanitaria veronese per la chiusura di un nido: «Gli alunni in quarantena evitino i contatti con i conviventi, usino stanza e bagno non condivisi e siano sempre raggiungibili».Il neonato resti isolato. Eviti il contatto con chiunque, mamma compresa. Se la cavi da solo a disinfettare ciuccio e giochini. Sia pronto a rispondere al telefono per le «attività di sorveglianza sanitaria». E, sempre in autonomia e evitando di farsi aiutare da altre persone, si ricordi di aprire le finestre del bagno per «adeguato ricambio d’aria». Le linee guida della Ulss 9 scaligera non lasciano spazio ai dubbi: cari bebè, le regole della quarantena sono inflessibili. Dunque leggetele con attenzione e adeguatevi di conseguenza, altrimenti sarete chiamati allo sportello Ulss per pagare la contravvenzione. E non pensate di cavarvela con il solito pianto disperato da marmocchi perché che quelli sono decisi a tutto e non si lasciano commuovere. Anzi, può essere che vi pignorino pure la casina delle api e l’orsacchiotto di peluche. No, non sono impazzito io. La verità è che siamo impazziti tutti. Ma proprio tutti. Ed è per questo che è possibile che in Italia circoli un documento come quello scritto dalla Ulss 9 scaligera, unità sanitaria locale della Regione Veneto, in data 14 gennaio 2022. Il tema è la chiusura dell’asilo nido Casa della Bepa per un periodo di quarantena dal 14 al 22 gennaio, con isolamento fiduciario dei «minori frequentanti». Le regole sono come al solito piuttosto tortuose. Si fissano le procedure per il rientro: bisogna fare un tampone rigorosamente nel giorno 22. Si normano le eccezioni: se uno non fa il tampone il 22, prolunga la quarantena fino al 26. Si ricordano gli obblighi per insegnanti e educatori, che ovviamente sono diversi a seconda che essi siano non vaccinati, vaccinati da più di 120 giorni o vaccinati da meno di 120 giorni. Roba che, insomma, già di per sé suona piuttosto strana perché chiudere una settimana l’asilo nido Casa della Bepa sembra più complicato che organizzare una missione Nasa. Ma fin qui siamo all’ordinaria burocrazia, quella che sta paralizzando tutta l’Italia (altro che il virus). Il punto supremo, l’apice dell’assurdo, il plateau della curva ascendente del contagio demenziale lo si raggiunge nella seconda pagina (ebbene sì: per dire che la Casa della Bepa chiude una settimana ci vogliono due pagine di regole). Laddove si specificano gli obblighi a carico degli «alunni». I quali alunni, dal momento che stiamo parlando di un asilo nido, hanno dai 3 mesi ai 3 anni di età. Ebbene è a loro che viene chiesto, con tono perentorio, di «mantenere lo stato di isolamento», di «evitare i contatti con i conviventi», di utilizzare «stanza e bagno non condivisi con altre persone con adeguato ricambio d’aria». Inoltre l’infante deve «assicurare di essere raggiungibile telefonicamente per le attività di sorveglianza sanitaria», «monitorare lo stato di salute» e, nel caso di comparsa dei sintomi, «contattare il proprio pediatra». Niente di più. Semplice, no? Si ringrazia «per la collaborazione». Ora io, conoscendone alcuni da tanti anni, lo so che i veronesi sono particolarmente perspicaci e precoci. So che da quelle parti i bamboccioni non sono molto amati e ai figli si chiede di rendersi indipendenti il più in fretta possibile. E so anche che l’autonomia è un valore prezioso per tutti i veneti. Ma mi resta qualche dubbio: è davvero raggiungibile questa indipendenza? È davvero possibile l’autonomia del neonato dalla mamma, come richiesto dalla circolare Ulss? Non se ne abbiano a male i miei amici veronesi, ma il bebè di cinque mesi che evitando i contatti con i conviventi si prepara la pappa da solo, va in bagno e apre la finestra per «l’adeguato ricambio d’aria», risponde al telefono per «l’attività di sorveglianza sanitaria», si misura la febbre e, in caso di temperatura sopra ai 37, chiama il pediatra, beh non riesco a proprio vederlo . Nemmeno a Verona. Però, ecco, una cosa è certa: se un bebè andasse all’Ulss 9 al posto di chi ha scritto questa circolare, beh, sicuramente farebbe meglio di lui.
Nella prima mattinata del 28 ottobre 2025 la Guardia di Finanza e la Polizia di Stato hanno eseguito numerose perquisizioni domiciliari in tutta Italia ed effettuato il sequestro preventivo d’urgenza del portale www.voltaiko.com, con contestuale blocco di 95 conti correnti riconducibili all’omonimo gruppo societario.
Si tratta del risultato di una complessa indagine condotta dal Nucleo Operativo Metropolitano della Guardia di Finanza di Bologna e dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica per l’Emilia-Romagna, sotto la direzione del Pubblico Ministero Marco Imperato della Procura della Repubblica di Bologna.
Un’azione coordinata che ha visto impegnate in prima linea anche le Sezioni Operative Sicurezza Cibernetica delle varie Regioni e gli altri reparti territoriali della Fiamme Gialle nelle province di Bologna, Rimini, Modena, Milano, Varese, Arezzo, Frosinone, Teramo, Pescara, Ragusa.
L’operazione ha permesso di ricostruire il modus operandi di un gruppo criminale transnazionale con struttura piramidale tipica del «network marketing multi level» dedito ad un numero indeterminato di truffe, perpetrate a danno anche di persone fragili, secondo il cosiddetto schema Ponzi (modello di truffa che promette forti guadagni ai primi investitori, a discapito di nuovi investitori, a loro volta vittime del meccanismo di vendita).
La proposta green di investimenti nel settore delle energie rinnovabili non prevedeva l’installazione di impianti fisici presso le proprie abitazioni, bensì il noleggio di pannelli fotovoltaici collocati in Paesi ad alta produttività energetica, in realtà inesistenti, con allettanti rendimenti mensili o trimestrali in energy point. Le somme investite erano tuttavia vincolate per tre anni, consentendo così di allargare enormemente la leva finanziaria.
Si stima che siano circa 6.000 le persone offese sul territorio nazionale che venivano persuase dai numerosi procacciatori ad investire sul portale, generando un volume di investimenti stimato in circa 80 milioni di euro.
La Procura della Repubblica di Bologna ha disposto in via d’urgenza il sequestro preventivo del portale www.voltaiko.com e di tutti i rapporti finanziari riconducibili alle società coinvolte e agli indagati, da ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva.
Nel corso delle perquisizioni è stato possibile rinvenire e sottoporre a sequestro criptovalute, dispositivi elettronici, beni di lusso, lingotti d’oro e documentazione di rilevante interesse investigativo.
Continua a leggereRiduci
«The Traitors Italia» (Amazon Prime Video)
Ecco #DimmiLaVerità del 31 ottobre 2025. Ospite il senatore di FdI Guido Castelli. L'argomento del giorno è: " I dettagli della ricostruzione post terremoto in Italia Centrale"