2020-10-07
Trump spiazza i gufi: «Mi sento benissimo, non vedo l’ora di sfidare Biden in tv»
Donald Trump (Stephen Maturen/Getty Images)
Il presidente torna a Washington e saluta i fan senza mascherina. Riparte la guerra con i social: censurati i post sulla pandemia.Donald Trump è tornato a Washington. A renderlo noto, è stato lui stesso in un video su Twitter, che mostra il suo rientro alla Casa Bianca in elicottero, dopo essere stato dimesso dall'ospedale. Un video accompagnato da alcune polemiche, non soltanto per l'enfasi delle immagini, ma anche perché il presidente si è tolto la mascherina, mentre si affacciava dal balcone. Polemiche si sono registrate anche su un post, in cui ha affermato che il Covid risulterebbe «meno letale» dell'influenza: un post che Facebook ha rimosso e Twitter bollato come «ingannevole». Il presidente non ha gradito la cosa ed è tornato quindi a invocare l'abolizione della sezione 230 del Communications decency act, con l'obiettivo di indebolire le tutele legali di cui godono oggi i social media. In un altro video, Trump si è rivolto invece al popolo americano, dichiarando: «Non abbiate paura del Covid. Non lasciate che domini la vostra vita». «Stiamo tornando. Stiamo tornando al lavoro. Saremo in prima linea. Come vostro leader ho dovuto farlo. Sapevo che c'era pericolo ma dovevo farlo», ha aggiunto l'inquilino della Casa Bianca, che punta a una strategia precisa: mostrarsi come il candidato «guerriero» che si è infettato per essersi esposto e che è in grado di vincere la malattia.È anche in questo senso che, secondo indiscrezioni, nella giornata di lunedì il presidente avrebbe insistito per essere dimesso dall'ospedale. Dimissione arrivata lunedì stesso, con il medico del presidente, Sean P. Conley, che - pur evidenziando anche ieri significativi miglioramenti nella sua salute - ha tuttavia precisato che il paziente non sia ancora fuori pericolo. In tal senso si è espresso lo stesso Anthony Fauci, sottolineando come «tra i cinque e gli otto giorni si può avere una ricaduta». Del resto, che il presidente voglia far capire di essere rientrato in campagna elettorale è testimoniato anche dai tweet postati nella giornata di ieri. L'inquilino della Casa Bianca ha infatti attaccato il rivale democratico, Joe Biden, dichiarando: «Biden e i democratici hanno appena chiarito di essere pienamente a favore dell'aborto (molto) tardivo, fino al momento della nascita e oltre: il che sarebbe un'esecuzione». Una replica a quanto asserito dallo stesso Biden lunedì, quando ha affermato di voler rendere legge la sentenza della Corte Suprema «Roe v Wade». In tutto questo, il presidente, che non ha risparmiato ieri frecciate neppure a Mike Bloomberg, ha riferito di «sentirsi bene» e di essere intenzionato a partecipare al prossimo dibattito presidenziale. «Attendo con impazienza il dibattito nella sera di giovedì 15 ottobre a Miami. Sarà fantastico!», ha twittato. Frattanto prosegue la campagna elettorale di Biden, che ieri si è recato in Pennsylvania per tenere un discorso. Una campagna elettorale, quella dell'ex vicepresidente, che continua a godere dell'accondiscendenza di buona parte della stampa. Non solo nel corso dei mesi il candidato dem ha spesso rifiutato di rispondere alle domande dei giornalisti, ma non è mai neppure da loro stato granché messo in difficoltà. L'ultimo esempio di acquiescenza risale allo scorso lunedì, in un incontro con alcuni elettori (teoricamente) indecisi, andato in onda su Nbc News. Un incontro in cui sono state formulate, guarda caso, esclusivamente domande blande e accomodanti. A dare man forte a Biden, è arrivato ieri anche l'establishment del Partito democratico, con Michelle Obama che in un video ha definito «razzista» la retorica di Trump, accusando inoltre quest'ultimo di aver gestito male la pandemia. Una certa attesa si registra poi per il dibattito televisivo di stasera tra Mike Pence e Kamala Harris (risultati entrambi negativi ieri al tampone). I due contendenti saranno divisi dal plexiglass, con una distanza di 12 piedi. Ci si attende che la Harris vada all'attacco sulla gestione del Covid, anche se, viste le condizioni di salute ancora incerte del presidente, c'è chi teme un possibile effetto boomerang. I senatori democratici hanno frattanto inviato ieri una lettera, in cui accusano il team presidenziale di «opacità» in riferimento ai contagi avvenuti negli ultimi giorni all'interno della Casa Bianca. L'ex vicepresidente continua intanto a macinare consensi nei sondaggi. Proprio ieri, la Cnn ha pubblicato una rilevazione, secondo cui il candidato democratico sarebbe 16 punti avanti a Trump a livello nazionale. Un autentico trionfo, insomma. Eppure, se andiamo a vedere nel dettaglio le medie sondaggistiche di Real Clear Politics in riferimento ad alcuni dei principali Stati contesi, avremo una sorpresa. E cioè che, al 6 ottobre 2020, il vantaggio locale di Biden è inferiore a quello di cui, al 6 ottobre 2016, godeva Hillary Clinton. In Florida quest'ultima era 3,2 punti avanti, mentre Biden oggi lo è di 2,3. In Michigan la Clinton aveva un vantaggio del 6,8%, Biden oggi si ferma invece al 5,8%. Ricordiamo che, quattro anni fa, sia il Michigan che la Florida furono Stati che alla fine Trump riuscì (per quanto d'un soffio) ad espugnare. La campagna elettorale è quindi ben lungi dall'essere conclusa.