2025-03-22
Trump celebra i dazi e «minaccia» la Cina
Il 2 aprile scattano le nuove tariffe: per l’inquilino della Casa Bianca è «il giorno della liberazione in America». Passi avanti su Kiev: «Ci sono i contorni di un accordo di pace». Annunciato il jet F-47, capace di penetrare le difese aree di Pechino. Matteo Salvini sente JD Vance.Donald Trump ha ribadito la linea dura sul commercio. «Il 2 aprile è il giorno della liberazione in America! Per decenni siamo stati derubati e abusati da ogni nazione del mondo, sia amica che nemica. Ora è finalmente giunto il momento per i buoni vecchi Usa di riavere indietro un po’ di quei soldi e di rispetto. Dio benedica l’America», ha dichiarato ieri il presidente americano su Truth, riferendosi ai nuovi dazi che dovrebbero entrare in vigore per l’appunto il 2 aprile. Qualche ora dopo, parlando nello Studio ovale, Trump è sembrato escludere la possibilità di esenzioni, pur dicendosi aperto a mostrare della flessibilità. «La parola flessibilità è una parola importante. A volte c’è flessibilità. Quindi ci sarà flessibilità, ma fondamentalmente è reciproca», ha dichiarato. Inoltre, quando gli è stato chiesto che cosa potrebbe fare la Cina per evitare i dazi, il presidente americano ha replicato dicendo che avrà presto un colloquio con Xi Jinping. «Parlerò con il presidente Xi. Avremo un ottimo rapporto, ma abbiamo un deficit di mille miliardi di dollari», ha detto.Trump ha ripetutamente difeso la sua intenzione di applicare delle tariffe reciproche in nome dell’equità commerciale. Una linea, quella del presidente americano, che nonostante l’apertura sulla flessibilità resta fondamentalmente improntata a un approccio severo. È forse anche per questo che, l’altro ieri, l’Unione europea ha deciso di rimandare a metà aprile le tariffe che avrebbe dovuto comminare all’inizio del mese prossimo come ritorsione ai recenti dazi americani sull’import di acciaio e alluminio. Sembrerebbe quindi che Bruxelles stia iniziando a cercare di intavolare un negoziato con la Casa Bianca, anziché scegliere l’approccio del muro contro muro. «Credo non sia saggio cadere nella tentazione delle rappresaglie, che diventano un circolo vizioso nel quale tutti perdono», aveva dichiarato a inizio settimana Giorgia Meloni, lasciando intendere che Bruxelles avrebbe fatto bene ad assumere un atteggiamento più conciliante con Trump sul commercio. D’altronde, l’inquilina di Palazzo Chigi sta anche cercando di evitare che l’Ue adotti una linea ostile al processo diplomatico ucraino, portato avanti dalla Casa Bianca. In questo quadro, della questione della pace in Ucraina ha altresì parlato ieri il vicepremier Matteo Salvini, in una telefonata con il vicepresidente americano, JD Vance. Il leghista ha anche anticipato la volontà di una missione negli Usa con imprese e investitori. Sempre ieri, Trump si è detto fiducioso sulla possibilità di un’intesa tra Kiev e Mosca. «Penso che abbiamo i contorni di un accordo», ha dichiarato. «Credo che molto presto avremo un cessate il fuoco completo», ha anche detto. Ricordiamo che lunedì gli americani terranno colloqui separati con russi e ucraini in Arabia Saudita. Nei primi, si dovrebbe discutere della sicurezza di navigazione nel Mar Nero e della possibilità di ripristinare l’accordo sul grano. Nei secondi, è possibile che torni sul tavolo l’intesa sui minerali strategici tra Washington e Kiev. Il ministero degli Esteri ucraino si è detto pronto, ieri, a firmare quell’accordo. Dall’altra parte, l’Ucraina ha fatto sapere di attendersi, per lunedì, un cessate il fuoco relativo alle infrastrutture energetiche e al Mar Nero.Vale la pena di sottolineare come il dossier ucraino, per Trump, rientri in un quadro più ampio. Il presidente americano punta non solo a separare Mosca da Pechino ma anche ad accentuare, più in generale, la competizione con la Cina. Ieri, l’inquilino della Casa Bianca ha annunciato che sarà la Boeing a realizzare il nuovo jet F-47: un caccia di sesta generazione che, secondo l’Associated Press, sarà capace di penetrare le difese aeree cinesi. «Questo caccia invia un messaggio molto diretto e chiaro ai nostri alleati: non andremo da nessuna parte. E ai nostri nemici: saremo in grado di proiettare la nostra potenza in tutto il mondo senza ostacoli per le generazioni a venire», ha dichiarato il capo del Pentagono, Pete Hegseth. Non solo. Il presidente americano punta a sfidare Pechino anche in termini d’influenza sul Medio Oriente: è in tal senso che la Casa Bianca ha reso noto di aver stretto un accordo quadro sugli investimenti con gli Emirati arabi dal valore complessivo di 1,4 trilioni di dollari nell’arco di dieci anni. È stato confermato che questa intesa andrà altresì a sostenere la leadership americana nell’ambito dell’Intelligenza artificiale: un settore in cui la competizione tra Washington e il Dragone si sta facendo sempre più serrata.In questo quadro, le tariffe alla Cina e quelle ai partner, per Trump, hanno uno scopo differente. Quelle comminate ai partner mirano a mettere sotto pressione l’interlocutore per aprire dei negoziati su determinate questioni e cercare così di ottenere un accordo il più vantaggioso possibile per gli Stati Uniti. Nel caso dei dazi cinesi, l’inquilino della Casa Bianca si muove invece in un’ottica maggiormente legata alla competizione geopolitica: non significa che delle intese commerciali con Pechino siano escluse tout court. Significa semmai che l’obiettivo ultimo del presidente americano è quello di arginare il rivale sistemico dal punto di vista strutturale. In tal senso, lo strumento del dazio rientra in una strategia ben più ampia, a cui si collegano forme di pressione di varia natura.
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