2024-06-19
Truffe su aule e iscrizioni, il ministero chiude 47 diplomifici in tre regioni
Revocata la parità agli istituti che rilasciavano centinaia di titoli dietro pagamento. Le tariffe per poter recuperare gli anni persi oscillavano tra i 1.500 e i 10.000 euro.Istituti tecnici agrari senza laboratori in azienda agricola e istituti enogastronomici privi di cucine. Docenti senza abilitazione o addirittura mancanti del titolo di studio per l’accesso all’insegnamento. Sono solo alcune delle motivazioni che hanno indotto il ministero dell’Istruzione, in seguito a un’ispezione avviata dal ministro Giuseppe Valditara lo scorso novembre, a revocare la parità a 47 scuole su 70 controllate tra Campania, Lazio e Sicilia. «Oggi annunciamo con soddisfazione la conclusione del piano straordinario di vigilanza contro il fenomeno dei diplomifici», ha dichiarato ieri il ministro. «Da questo governo nessuna tolleranza verso chi non rispetta la legge. Ribadiamo il nostro impegno costante per garantire standard di qualità a tutti gli studenti, che frequentino scuole statali o paritarie».I cosiddetti «diplomifici» sono quegli istituti secondari di secondo grado in cui è possibile, a fronte di una cospicua somma di denaro, ottenere la maturità senza troppi sforzi. Su di loro da diverso tempo ha acceso i riflettori il sito Tutto Scuola, che ha più volte denunciato questa pratica scorretta. Ora è arrivato il primo intervento concreto da parte del ministero dell’Istruzione, cui seguiranno, nell’ambito del disegno di legge Semplificazioni, misure orientate a contrastare ancora più efficacemente le irregolarità, come l’obbligo del registro elettronico e nuovi limiti all’istituzione delle classi collaterali e alle regole per il sostenimento contestuale di esami per più anni scolastici. Il ddl, che prevede l’abolizione dei tre e dei quattro anni in uno e la presenza di un commissario esterno per l’esame di idoneità, dovrebbe essere approvato entro la fine dell’anno.Tra le irregolarità emerse dalle ispezioni, oltre a quelle già menzionate, sono state segnalate anche: numero di aule insufficienti per accogliere tutte le classi attivate e/o arredi insufficienti in relazione agli studenti iscritti; mancato rispetto dei quadri orari delle discipline degli indirizzi di studio e in alcuni casi eliminazione totale di alcune discipline; assenza del curricolo di educazione civica e funzionamento di più classi quinte collaterali con alto tasso di studenti residenti fuori regione (fino al 90%) dei quali non è dichiarato il domicilio vicino alla scuola ai fini di una regolare frequenza scolastica. In molti istituti, quindi, il numero di alunni iscritti all’ultimo anno è enormemente superiore agli studenti ammessi agli anni di studio precedenti. Secondo un’indagine svolta l’anno scorso da Tutto Scuola, nel 2023 almeno 10.000 neodiplomati hanno conseguito la maturità con modalità sospette, mentre il mercato dei titoli registra un giro d’affari annuo di 50 milioni di euro. «Dal 2015 ad oggi il numero di iscritti al quarto anno negli istituti paritari è rimasto stabile (intorno a 18.000)», si legge nel dossier. «L’anno successivo in quinta il boom: 35.000 (2016), 40.000 (2019), 45.000 (2020), fino agli oltre 50.000 del 2022. Con un tasso di incremento dalla quarta alla quinta ogni anno crescente, dal +92% di sette anni fa al +166% dell’anno scolastico da poco terminato». I prezzi dipendono dal tipo di servizio richiesto: il recupero di un anno scolastico varia dai 1.500 ai 3.000 euro, cui si deve sommare una tassa d’iscrizione tra i 300 e i 500 euro. Per gli esami di idoneità, il prezzo oscilla tra i 1.500 e i 3.000 euro, mentre per il diploma di maturità la retta media è 2.500-4.500 euro, ma in taluni casi si arriva anche a 8.000 o addirittura 10.000 euro.Tuttavia, sarebbe un errore strumentalizzare questo riprovevole fenomeno per attaccare, come alcuni senz’altro avranno la tentazione di fare, l’intero universo delle scuole paritarie. Sempre nello stesso dossier di Tutto Scuola - che, come detto, risale all’anno scorso - si scopre che «la quasi totalità delle scuole paritarie sono estranee al fenomeno che stiamo descrivendo». In soli 92 istituti (il 6,5% delle 1.423 paritarie che in Italia portano studenti all’esame di maturità), per altro concentrati in sole nove province in Campania, Lazio e Sicilia, si registrava un incremento di 10.941 iscritti rispetto al totale di circa 30.000. Il fenomeno riguarda dunque poche realtà e per altro geograficamente circoscritte, mentre nel complesso le scuole paritarie, molte delle quali di ottimo livello, risultano di fondamentale importanza per garantire a tutti il diritto allo studio ma anche il pluralismo all’interno del sistema scolastico.Naturalmente la stretta del ministero non avrà effetto immediato né retroattivo: i maturandi del 2024 non avranno problemi, anche quelli iscritti presso gli istituti a cui è stata revocata la parità, e allo stesso tempo questi ultimi avranno modo di difendersi nei tribunali, prolungando così i tempi necessari per l’effettiva revoca. Per quanto riguarda, invece, le misure annunciate nel ddl Semplificazioni, se verrà approvato alla fine dell’anno - come previsto dal Pnrr - le nuove norme entreranno verosimilmente in vigore a partire dall’anno scolastico 2025-2026.
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