
Msc si prepara all'acquisizione di Ita Airways
Prima il salvataggio degli eterni rivali di Moby (Tirrenia), quindi l’acquisizione di tutte le attività di logistica e trasporti in Africa del gruppo Bolloré e infine l’inizio della costruzione del più grande terminal crocieristico degli Stati Uniti a Miami. Msc, l’impero dei trasporti guidato da Gianluigi Aponte, non ha problemi di liquidità e nelle ultime settimane ha messo a segno una serie di operazioni propedeutiche al colpo grosso, l’acquisizione di Ita Airways dal Tesoro.
Il colosso dei mari ha presentato da tempo la sua proposta - tra 1,2 e 1,5 miliardi per il 70-80% dell’ex compagnia di bandiera - e adesso attende la chiusura della prima fase del deal. Entro il 18 aprile infatti le compagnie interessate dovranno presentare le loro offerte. Si corre. Per il Mef la priorità è salvaguardare gli interessi e i denari dei contribuenti dopo l’ultimo versamento da 400 milioni della seconda tranche della capitalizzazione. Per questo entro la fine di aprile dovrebbe aprire la data room per consentire ai gruppi interessati di verificare i conti della compagnia ed entro giugno di chiudere il deal.Ma non c’è solo Aponte.
Di sostanza è l’offerta del fondo americano Indigo Partners che è proprietario di sei compagnie low cost (tra cui Wizz Air) e ne ha già quotato cinque. Si tratta dell’unico fondo che riesce a fare soldi in questo settore e quindi va assolutamente preso sul serio. Tanto più che si è sempre mosso nell’ombra e anche l’offerta economica che presenterà è rimasta avvolta nel mistero. Mentre l’altra proposta d’acquisto, quella presentata dall’investitore statunitense Certares potrebbe coinvolgere un consorzio composto da Air France-Klm e da Delta Airlines, e metterebbe sul piatto una cifra - compresa tra i 650 e i 700 milioni - decisamente inferiore rispetto a quella di Msc e Lufthansa, ma gode dei favori della politica soprattutto sponda dem.
Con ogni probabilità non dovrebbero arrivare altre offerte anche perché il tempo stringe e da gennaio tutti i competitor sapevano che Ita era sul mercato. Insomma, salvo sorprese dell’ultimo minuto, l’ex compagnia di bandiera dovrebbe andare a uno di questi tre soggetti, con Msc-Lufthansa che parte nettamente favorita. Motivi? Innanzitutto la potenza di fuco dei due soggetti, ma anche il progetto industriale. E qui torniamo al punto partenze e alle ultime operazione chiuse da Aponte che ha già ordini verso Fincantieri per quattro navi da crociera di lusso più opzioni per ulteriori due. La cordata che è ormai in pista da qualche mese punterà su Fiumicino e Linate come hub passeggeri e su Malpensa per il cargo, il business che viene visto con maggiori margini di crescita. Lufthansa dal suo canto intende usare Ita come hub verso il Sud del mondo visto che ha già saturato Francoforte e Monaco.
Va ricordato infine che a oggi gli americani Indigo e Certares proprio perché società extra-Ue non potrebbero superare la soglia del 49% di Ita e quindi non sarebbero in grado di soddisfare la richiesta del Mef di acquisire la maggioranza del gruppo, ma con ogni probabilità porteranno avanti l’offerta con una controllata europea.
Il miliardario cambia idea, niente catastrofe climatica. Apre il circo della COP30. Cina, sale il prezzo del carbone. Russia e Turchia in trattativa sul gas.
In ballo ci sono malcontati 700 miliardi di euro, quasi un terzo del Pil generato dall’agroalimentare, oltre che la salute, eppure l’Europa non protegge i campi. Perciò l’Italia si candida a sentinella della qualità e della salubrità delle merci che arrivano dall’estero. Francesco Lollobrigida annuncia: «Chiederemo che venga assegnata all’Italia l’autorità doganale europea». È la risposta all’allarme lanciato dalla Codiretti nella sua tre giorni di Bologna. Ha ammonito il presidente Ettore Prandini: «Con 97 prodotti alimentari stranieri su 100 che entrano nell’Ue senza alcun controllo, approfittando di porti “colabrodo” come Rotterdam, serve un sistema realmente efficace di controlli alle frontiere per tutelare la salute dei cittadini e difendere le imprese agroalimentari dalla concorrenza sleale che mette a rischio i nostri record».
Non si ferma lo scontro tra Report, la trasmissione di Rai 3 condotta da Sigfrido Ranucci e il Garante della privacy. Anche questa settimana, alla vigilia della puntata di stasera, l’Autorità di controllo ha chiesto alla Rai lo stop alla messa in onda di un servizio sulle attività del Garante. Report ha infatti pubblicato sui social una clip con l’anticipazione di un’inchiesta sull’istruttoria portata avanti dal Garante della privacy nei confronti di Meta, relativa agli Smart glass, gli occhiali da sole che incorporano due obiettivi in grado di scattare foto e registrare filmati. Il servizio di Report punta il dito su un incontro, risalente a ottobre 2024, tra il componente del collegio dell’Autorità Agostino Ghiglia e il responsabile istituzionale di Meta in Italia, «prima della decisione del Garante su una multa da 44 milioni».











