2022-10-23
Transizione ecologica: otto mosse per archiviare gli anni di Cingolani
Gilberto Pichetto Fratin (Ansa)
Aver cambiato nome al ministero, ora affidato a Gilberto Pichetto Fratin, è un ottimo inizio per mutare rotta. A questo punto il governo deve rifiutare le bugie sul clima e ripartire da inceneritori e nucleare.Vuoi perché il suo nome è anche una sorta di vezzeggiativo del mio, vuoi perché l’uomo si proclamava libero e indipendente, sta di fatto che a me Cecco Angiolieri piace. Certo, a differenza di lui, mai e poi mai vorrei essere morte, neanche per scherzo, però su Papa o Imperator ci farei un pensierino. Voliamo basso e consentitemi di fantasticare s’i’ fossi ministro. A pensarci bene, non è poi un gran fantasticare: dopo gli ultimi in carica, chiunque di noi può ben fare quello agli Esteri o quello alla Salute. E allora fatemi fantasticare: s’i’ fossi ministro al Mite sa’ che farei? Ecco qua che farei. Innanzitutto cambierei il nome del ministero. Ma vedo che Giorgia Meloni ci ha già pensato (l’ex ministero di Roberto Cingolani si chiamerà Ambiente e Sicurezza energetica e sarà presieduto da Gilberto Pichetto Fratin). Molto bene, bravissima. In effetti, un ministero della Transizione ecologica/energetica era cosa curiosa assai, giacché una tale transizione non è né necessaria, né possibile, né utile e, soprattutto, neanche desiderabile. Ci siamo già spesi e non ci ripetiamo. Dico solo perché non è desiderabile. Ove si facesse questa transizione come la si pretende fare, e cioè sostituendo le tecnologie convenzionali con quelle eolica e fotovoltaica, il prezzo dell’energia aumenterebbe così tanto da rendere fuori mercato tutte le nostre attività: il resto del mondo ci papperebbe in un boccone.Che è quel che sta avvenendo, onde per cui la seconda mia mossa da ministro è tagliare ogni sovvenzione pubblica a eolico e fotovoltaico. La terza è disertare la Cop27 in Egitto e, invece, volare a Bruxelles a spiegare che la scienza migliore rifiuta questa narrazione del clima quale emergenza planetaria e, in ogni caso, anche quando questa emergenza esistesse - e non esiste - l’ipotetico buon fine del proposito di azzerare le emissioni avrebbe effetto zero sul clima perché quelle dell’Ue sono appena il 9% di quelle globali. Stare in Ue, d’altra parte, non significa accettare acriticamente le paturnie di costei, ma poter dire a voce alta la nostra.Lo stesso, stare nella Nato ed essere al servizio dei Paesi membri non significa esserne i camerieri, ma significa poter dire a testa alta cose diverse da quelle dette dagli Usa. Con la mia terza mossa suggerirei di seguire il Papa e che l’Ue rimanga neutrale nel conflitto russo-ucraino. La mia quarta mossa riguarda questo fantomatico tetto al prezzo del gas. Era evidente da subito che la proposta di Mario Draghi del tetto europeo non poteva funzionare (e qui lo abbiamo scritto più volte da subito e non ci ripetiamo sulle ragioni). Però si possono obbligare i venditori di gas a venderlo a non oltre un tot percentuale in più del prezzo d’acquisto. Inoltre, eliminerei la pletora di intermediazioni: a fronte di 80 miliardi di metri cubi che il Paese consuma, i volumi di gas scambiato sono 400 miliardi di metri cubi... Ci sono troppi parassiti che si stanno arricchendo solo passando carte.La quinta mossa è bloccare i rigassificatori: dobbiamo piuttosto ridurre la dipendenza dal gas e, invece, incrementare l’uso del carbone nella produzione elettrica. È, questa la prima fonte d’energia elettrica nel mondo, è economica ed è facilmente trasportabile. Da ministro vigilerei che la produzione elettrica da carbone sia priva di emissioni inquinanti, cosa fattibilissima con i moderni impianti.La sesta mossa è la promozione di un referendum consultivo sul nucleare. I precedenti referendum non sono stati contro il nucleare. Né potevano esserlo, perché la nostra Costituzione vieta referendum di abrogazione, oltre che di norme fiscali, anche di trattati internazionali, e l’Italia, con la compartecipazione all’Euratom, si è impegnata a sostenere la promozione della produzione elettronucleare. I referendum passati chiedevano altre cose e l’esito di essi è stato interpretato politicamente come rifiuto del nucleare. Una volta per tutte, che gli italiani siano esposti alla verità sul nucleare nel mondo. Per dire: è la prima fonte d’energia elettrica in Ue, la seconda in Usa, dopo Chernobyl l’Ucraina installò nove nuovi reattori, il Giappone sta riavviando il proprio nucleare, quello delle scorie radioattive è un problema d’ingegneria elementare perfettamente risolto, in Francia ci sono otto reattori che funzionano solo per noi, cosicché è da 20 anni che paghiamo alla Francia l’equivalente di un reattore nucleare l’anno, e altre cose così. Allora, gli italiani dicano una volte per tutte se vogliono continuare a star fuori dal resto del mondo avanzato o no. Se la risposta fosse di starne fuori, allora dovranno rassegnarsi all’uso del carbone. Niente di male: la Polonia, per esempio, lo usa all’80%.La settima mossa è fornire al sindaco di Roma tutto il supporto economico dello Stato per realizzare un impianto di incenerimento come quello di Brescia. Farei lo stesso per ogni provincia italiana: 100 nuovi inceneritori per il trattamento dei rifiuti solidi urbani.Con l’ottava mossa - ma una delle prime in ordine temporali - renderei inoffensiva la pletora di verdume ambientalista che occupa posizioni chiave nel ministero. Grazie a costoro, giusto per dirne una, l’attuale legislazione sulla bonifica dei siti inquinati è priva di alcun fondamento scientifico e consente l’uso allegro di miliardi pubblici senza alcun beneficio per l’ambiente. Basterebbe equiparare la nostra legislazione a quella internazionale per suonare il campanello di fine ricreazione. Lo stesso si dovrebbe fare con la pletora di verdume ambientalista che racconta un sacco di menzogne ai canali radio-tv pubblici.Ecco ho elencato otto ragioni sufficienti per cui mai e poi mai potrei essere preso in alcuna considerazione per fare il ministro. Però, forse, quello vero avrà elementi su cui riflettere.
L'Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri Kaja Kallas (Ansa)
(Ansa)
Il Comando ha ringraziato i colleghi della Questura per il gesto e «la cortesia istituzionale dimostrata in questo tragico momento». A Gorizia invece un giovane di 20 anni ha reso omaggio ai caduti, deponendo un mazzo di fiori davanti all'ingresso della caserma. Il giovane ha spiegato di aver voluto compiere questo gesto per testimoniare gratitudine e rispetto. Negli ultimi giorni, rende noto il Comando isontino, sono giunti numerosi messaggi di cordoglio e attestazioni di affetto da parte di cittadini, associazioni e rappresentanti delle istituzioni.
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