2023-12-01
Le trame di Zuppi per aggirare la Cei e dar soldi al pregiudicato Casarini
Il prete di bordo di Mare Jonio: «Per farci finanziare dalla Caritas è passato direttamente dai cardinali Czerny e Hollerich, geniale». I rapporti con i centri sociali e l’esultanza per le nomine progressiste di Francesco. «Krajewskij è la Carola Rackete del Vaticano».L’uomo su cui la banda di Luca Casarini puntava maggiormente era l’attuale presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Matteo Zuppi. Era lui la loro arma segreta. O perlomeno i Casarini boys si auguravano potesse diventarlo. Con in prima fila don Mattia Ferrari, il cappellano di bordo della Mare Jonio, il rimorchiatore dell’associazione Mediterranea che, a causa di una missione a scopo di lucro, ha portato alla sbarra a Ragusa Casarini, il sodale Giuseppe Caccia e altre quattro persone, accusati a vario titolo per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e violazione delle norme del codice della navigazione. Le chat sequestrate dai militari della Guardia di finanza agli atti dell’inchiesta mostrano la corsa degli esponenti più progressisti della Chiesa a sostenere Casarini. Un signore che nella sua presentazione a candidato del direttivo di Mediterranea, associazione di cui è fondatore, nell’ottobre 2020 si presentava così: «Mi occupo anche dello sviluppo di percorsi politico-spirituali all’interno di alcune strutture della chiesa cattolica, collaborando con i circuiti vicini a Papa Francesco. Sono da sempre arrivista (un lapsus freudiano si potrebbe dire, ndr) dei movimenti di contestazione italiani e non solo e, in seguito a questo impegno politico, ho accumulato 4 anni e 7 mesi di condanne definitive». Un curriculum perfetto per fare da consigliere del Papa, o ghost writer come azzarda l’allegra brigata («Casarini come Scalfari», butta lì Caccia in una chat, facendo riferimento al fondatore di Repubblica, per un periodo compagno di conversari del Pontefice). Già nel gennaio del 2020, due anni prima della nomina, la combriccola è al lavoro: «Probabilmente Bassetti (Gualtiero, allora capo dei vescovi italiani, ndr) darà le dimissioni in primavera e a maggio Zuppi diventerà il prossimo presidente della Cei» ragiona don Mattia. «È chiaro che se lui sarà presidente della Cei per Mediterranea le cose saranno molto più facili. Però non possiamo stare nell’incertezza. Metti che poi a maggio fanno un colpo di mano ed eleggono un altro. A quel punto saremo stati fermi per mesi invano». Caccia, che di politica sa qualcosa, arriva subito al dunque e domanda: «Chi può dare una spinta a Zuppi?». Don Mattia ha già in testa una soluzione che passa per due nomi: «Lorefice (Corrado, arcivescovo di Palermo, ndr) e Montenegro (Francesco, cardinale, ndr)». Ma don Mattia è dubbioso: «Sì sì, infatti dico che non possiamo stare fermi fino a maggio, tra l’altro non è neanche ancora sicuro, anche se è molto probabile, che a maggio Zuppi diventerà presidente. La cosa migliore è che voi in quei giorni vediate Lorefice e Pennisi (Michele, arcivescovo emerito di Monreale, ndr)». L’obiettivo è facilmente intuibile: «Così gli danno la spinta finale», sentenzia don Mattia.Nei momenti bui l’ancora di salvezza è sempre lui: Zuppi. All’inizio del progetto, Caccia lo afferma senza esitazioni: «Se la situazione finanziaria diventa drammatica, bisogna andare da Zuppi e Lorefice e battere cassa. Loro hanno soldi e personalmente gli arcivescovi hanno sempre una dotazione di cui dispongono liberamente. Dopo tutta la gratuita pubblicità che gli abbiamo fatto...». Casarini sul punto della «pubblicità» è d’accordo e consiglia a don Mattia: «Scrivi, così la vedono tutti, quella considerazione lì». Già quando Zuppi era stato creato cardinale i nostri avevano esultato, in particolare don Mattia: «Devo dire che comunque in questo nostro progetto che stiamo costruendo abbiamo anche un bel po’ di fortuna (o di Provvidenza): Krajewskij accende la luce a Spin time (noto palazzo della capitale occupato dai centri sociali, ndr), costringendo tutti a riconoscere la positività di quello che Spin time e amici compagni (cioè noi) fanno; Francesco crea cardinali Zuppi, Czerny (Michael, ndr) e Hollerich (Jean-Claude, ndr) che sono nostri supporter; il Vaticano si decide proprio ora, finalmente, ad accettare che la Chiesa possa sostenere i movimenti popolari. Insomma abbiamo un incastro perfetto». Zuppi si era in effetti messo a disposizione all’inizio del progetto. In un dossier interno di Mediterranea si legge che «nella sua azione pastorale a Bologna ha costruito un’amicizia sincera e profonda con tutte le persone di buona volontà […] e quindi anche con i centri sociali (abbattendo, va detto, muri secolari)». In una chat don Mattia riferisce i suggerimenti di Zuppi per portare avanti il progetto di una nuova nave e di finanziamenti da parte della Chiesa: «Dice che è ottimo parlarne con Krajewskij, Czerny, Hollerich, sia perché tutti e tre sono molto in gamba, sia perché Krajewskij vede quasi tutti i giorni il Papa, Czerny lo vede spesso, e Czerny e Hollerich lo vedranno quasi ininterrottamente per tutto il mese di ottobre per il Sinodo. Quindi è sicuro che gli parleranno del nostro incontro».Pochi giorni dopo don Mattia parla «brevemente» con Zuppi a Bologna: «Ha confermato che è con noi e ha detto di dire tranquillamente con i tre cardinali che lui è con noi e ha detto di tenerlo aggiornato: subito dopo il nostro incontro con Hollerich lui chiamerà il presidente di Caritas (l’arcivescovo metropolita di Gorizia Carlo Roberto Maria Redaelli, ndr) italiana per spingere dall’interno e far stanziare i soldi alla Caritas». In un altro messaggio Czerny dà subito il suo assenso. E don Mattia esulta: «Voi che siete abituati alla Cei e ai vescovi italiani, non avete idea di quanto questi vescovi Nord-europei tipo Czerny siano progressisti e coraggiosi. Infatti vedete che ci aprono praterie». «Noi siamo pronti», ribatte fra’ Tac Casarini. Il prete continua: «Non a caso i vescovi tedeschi stanno finanziando da anni le Ong tedesche e le stanno sostenendo a go go. Qui è stato come sempre geniale Zuppi che ha avuto l’idea di proporci per Mediterranea di aggirare la Cei e di passare attraverso Czerny e Hollerich. L’intelligenza politica di Zuppi è sempre geniale. Abbiamo degli ottimi alleati».A dicembre don Mattia riporta un dialogo con Zuppi. «Vi faccio la trascrizione del nostro colloquio telefonico di stasera (registrava, ndr?). Zuppi: “Ciao Mattia, ascolta. Ho visto il testo di Luca ed è buono, per me va bene. Il problema è che ho parlato con Krajewskij e lui è dubbioso”. Io: “Dubbioso su cosa?”. Zuppi: “Dubbioso sull’operazione. Non si è sbottonato. Ha detto solo che è dubbioso”. Io: “Quindi che si fa?”. Zuppi: “Dobbiamo pensarci , ma ce la facciamo, perché da quanto avete detto il Papa era d’accordo con voi. Provo a parlare con Lorefice e gli altri. Dobbiamo trovare il modo per convincere Krajewskij. Bisognerebbe che ricevesse il mandato direttamente dal Papa». Don Mattia fa un esempio: «Tenete presente questo: quando il Papa ha pagato Open arms, non erano passati per Krajewskij, ma erano arrivati direttamente dal Papa».Per Mediterranea l’ostacolo, in quel momento, sembra essere Krajewskij: «Ormai abbiamo capito che più che altro non è sul pezzo. Uno che si fida della Lamorgese (Luciana, allora ministro dell’Interno, ndr) che gli dice che torneranno le navi militari e che, quando gli dico che all’epoca delle navi militari c’erano anche le Ong, cade dal pero, vuol dire che non è sul pezzo». In un altro messaggio il giudizio è ancora più duro: «Il problema di fondo ragazzi è che Krajewskij è la Carola Rackete del Vaticano. È pazzo. È capace di mosse coraggiosissime, decise in autonomia, come quella di Spin time, e al tempo stesso a seconda di come gli gira può piantare delle grane se non vede che le cose vanno come vuole lui».Casarini posta un articolo dell’Espresso sulla presunta «furia sovranista contro papa Francesco» e don Mattia commenta: «Pensa come saranno contenti questi che vogliono fermare Francesco e che invece vedono che i nuovi cardinali sono anche più spinti di lui… Pensa come ci sono rimasti quando hanno visto Hollerich su Instagram e Twitter dire: “Continuate la buona battaglia. Potrete sempre contare su di me”». Don Mattia è proprio infervorato e si lascia ad andare a commenti come «Casarini con i cardinali sfonda» oppure «c’è proprio la gara tra i vescovi e i cardinali a chi fa la manifestazione di stima più grande verso Luca». Ma, nel racconto dei nostri eroi, Zuppi a un certo punto diventa una specie di re Tentenna sebbene, lontano dai riflettori, cerchi di aiutare la banda di Mediterranea. È il momento di far partire le donazioni e i vescovi sono pronti, ma don Matteo, come lo chiama Casarini, non spingerebbe abbastanza: «Tutti loro sono compatti dietro Zuppi. Ma lui evidentemente sta fermo». A suo giudizio il cardinale sarebbe «prudente» e vorrebbe «la botte piena e la moglie ubriaca». Nel 2020 il prete è insofferente: «Capisco che sia incasinato per il coronavirus, però deve darsi una mossa il buon Matteo». Spiega: «L’ho richiamato 7 volte, continuo fino a 70 volte 7 finché non mi risponde. A questi qua bisogna tallonarli sennò confondono i tempi della realtà con i tempi biblici». E a un certo punto il cardinale fa perdere la pazienza anche al suo grande fan, don Mattia: «Per quanto sia un grande a me Zuppi con ’ste lentezze ha un po’ rotto i coglioni». Casarini ha un’idea: «Scrivigli che l’hai visto e che era bello e così gli chiedi».Ma il gruppetto continua comunque a fare il tifo per il futuro presidente della Cei: «Non so cosa pensino gli altri vescovi di fatto è il più lanciato e visibile dei vescovi italiani». A un certo punto Zuppi risponde a Casarini e don Mattia commenta: «Si conferma che Luca è il preferito e tutti noi veniamo dopo». L’ex capo delle Tute bianche rassicura gli amici: «Ora manda messaggio a tutto il nostro giro perché partano richieste di soldi a Krajewskij». Un altro messaggio registra i progressi: «Domani Zuppi chiama Lorefice, Mogavero (Domenico, vescovo emerito di Mazara del Vallo, ndr) e Montenegro per procedere con la richiesta scritta». Per la combriccola «i bergogliani fanno gruppetto» e Zuppi lo avrebbe confermato quando, di fronte a nomi di vescovi disponibili ma fuori dal loro giro, avrebbe risposto: «No no, facciamo noi».Per far partire la colletta, che, come ha scoperto Panorama, si rivelerà milionaria, occorre inviare una missiva ai vescovi e don Mattia spiega: «Suggerisco di incontrare e scrivere con il cuore in mano ai pastori mostrato di sostenerci convintamente e di amarci: Lorefice, Mogavero, Zuppi (e ovviamente Hollerich). Punterei anche sulla visita del cardinale Montenegro alla Mare Jonio». Il discorso da fare agli «sponsor» è semplice: «Voi ci avete detto che noi facciamo l’opera di Dio. Ebbene, noi quest’opera non possiamo più farla . Allora l’opera di Dio deve finire? Se volete che questa opera di Dio continui, ci servono i finanziamenti». Quasi un ricatto morale. Poi scrivono la mail, più o meno di quel tenore, ai «cari padri» che viene approvata direttamente da Zuppi («Per lui va bene»). Casarini da buon esperto di marketing suggerisce di personalizzarle «con due righe di specificità della diocesi alla quale è indirizzata». Nel novembre 2020 il pressing sulla Chiesa sembra ormai a puntino. E il dossier è pronto. Spiega don Mattia: «L’obiettivo è che, ora che i rapporti sono ben costruiti, i vescovi leggendo questo dossier si preparino e poi possiamo quagliare su certe questioni (soldi, avvio del nostro inserimento nei corridoi umanitari, eccetera)». Poi aggiunge: «Tenete presente che, come sempre, le mosse del Papa ci hanno rafforzato. Il fatto che abbia appena fatto cardinali Grech (Mario, segretario generale del Sinodo dei vescovi, ndr) e Lojudice, (Augusto Paolo, ndr) che sono due che non nascondono l’amicizia con noi e anzi quasi se ne vantano, ci rafforza molto». Il cappellano di bordo, in un altro messaggio, chiosa: «Sembra che le nomine cardinalizie le suggerisca al Papa Luca Casarini».
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