Antonino Raspanti, il vescovo di Acireale e capo della Cei dell’isola: «È chiaro che in Africa ci sono cosche che spingono a partire, ma Ue e Onu non fanno niente».
Antonino Raspanti, il vescovo di Acireale e capo della Cei dell’isola: «È chiaro che in Africa ci sono cosche che spingono a partire, ma Ue e Onu non fanno niente».Il reddito di cittadinanza che va mantenuto ma ritarato; l’eterna crisi del Meridione con una classe dirigente inadeguata e una burocrazia che azzoppa le imprese; i cattolici con l’elmetto sulla guerra in Ucraina e le migrazioni causate dalla mala politica delle grandi potenze. Parla monsignor Antonino Raspanti, vescovo di Acireale e presidente della Conferenza episcopale siciliana. Siamo alla vigilia di un possibile tracollo del sistema economico: già si intravede che il prezzo più alto sarà pagato dalle fasce più deboli, in un contesto di povertà assoluta crescente. Quale parola si leva dalla Chiesa verso chi ha la responsabilità di gestire questa crisi?«Come vescovi chiediamo due livelli di intervento: uno base, che aiuti chi non ce la fa con bonus di vario tipo e sostegni alle categorie, in modo da garantire un minimo di reddito ai più poveri e prevenire il crollo totale. Una forma di assistenza che è necessaria ma che non può continuare all’infinito. C’è quindi un secondo livello su cui lo Stato deve impegnarsi: quello dello sviluppo del lavoro. Le regioni italiane - Sicilia in testa - non hanno inoltre saputo approfittare degli aiuti europei (dai trasporti alla sanità le infrastrutture sono vetuste e in rovina) e causa burocrazia e mancanza di progettualità molti bandi sono stati mancati, laddove altri Stati hanno saputo beneficiare di più e meglio dei fondi comunitari. Da noi c’è poi una corruttela conclamata per cui i denari non producono quello che potrebbero perché una parte si perde per strada in modo ingiusto».I recenti dati Caritas confermano che il Mezzogiorno rimane l’area del Paese più in difficoltà…«È dall’unità d’Italia che il Meridione non riesce a rialzarsi e per tanti motivi, tra i quali quello di una classe dirigente non sempre all’altezza. L’emigrazione dalla Sicilia è un problema: in dieci anni se ne sono andate 135.000 persone, in maggioranza giovani universitari o neolaureati. Mentre esportiamo cervelli rimaniamo con una classe dirigente molto povera, spesso sistemata in maniera clientelare o comunque non premiale, e con una burocrazia incredibile che azzoppa le imprese e le fa collassare. Il reddito di cittadinanza di cui oggi tanto si parla solleva opinioni discordi: da un lato chi lamenta di non trovare personale perché demotivato a lavorare dal sussidio, dall’altro chi protesta per l’assenza di impieghi regolari e propriamente retribuiti… io penso che la verità stia a metà: che questo reddito sia comunque un valore, che abbia fatto del bene soprattutto in epoca di lockdown e di difficoltà legate al Covid, ma che vada rivisto e collocato meglio. Una cosa, soprattutto, manca: lo sbocco del lavoro. La società siciliana non fiorisce e non da speranza».Da membro del Pontificio Consiglio della cultura cosa pensa della tendenza - rafforzatasi prima con la pandemia e ora con la guerra - a polarizzare le posizioni «mostrificando» l’altro? Si sta tornando alle ideologie del secolo scorso che creano contrapposizioni continue?«Nella cultura occidentale il capitalismo liberista ha promosso meccanismi molto individualistici e ha promesso utopie che hanno spinto le persone ad illudersi. A questo si aggiunge la continua rivendicazione di un’infinità di diritti ma nessun cenno alla questione dei doveri: in tutti i campi l’aspetto etico è stato totalmente surclassato a vantaggio di una economia selvaggia. E siccome il sistema capitalistico senza alcuna regola crea pochi ricchi e sempre più poveri, sta crescendo la rabbia di chi era stato illuso di poter avere e fare tutto. Questa rabbia diventa una dinamite sociale che crea uno scontro quotidiano: siamo tutti contro tutti perché c’è una insoddisfazione diffusa, testimoniata dal 40% che non vota più e da una politica urlata che manca di visione e parla alla pancia delle persone. Ormai si getta discredito sull’avversario politico, cosa che prima non accadeva: l’opposizione si combatteva con le idee. Oggi - e vale non solo per i politici ma per ogni categoria - assistiamo a un crollo di dignità, stile, rispetto e valori etici».Veniamo al conflitto in Ucraina: il partito della guerra a oltranza annovera tra le sue fila anche molti cattolici. A cosa è dovuto questo cortocircuito e come sanarlo?«Intanto è una grande afflizione sapere che tutte le parti in causa che si stanno combattendo, direttamente e non, sono popoli che hanno ricevuto il Vangelo, in cui molti di loro ancora credono. Questo ci dice che siamo davanti a uno scontro fratricida, il che aggrava la situazione dal punto di vista etico. Come in tutte le guerre poi, la contrapposizione si estende alle tifoserie tra chi porta avanti ragioni vere o presunte per supportare l’una o l’altra parte. Ma chi guarda dall’esterno vede che qualunque ragionamento è surrettizio ed è perdente. È vero, come sottolineava il presidente Mattarella, che per ristabilire la pace servono verità e giustizia ma i ragionamenti finiscono per annullarsi se, da parte di tutti, non si fa un passo indietro, cominciando a stare più zitti, ad ascoltare e calmierare. Finché pronunciamo parole di sostegno e ci esprimiamo su ragioni e contro ragioni, il livello del conflitto può solo alzarsi».La Sicilia continua a essere il punto d’arrivo di migrazioni fuori controllo, lasciata sola davanti a un problema che sembra ormai solo italiano…«Non solo qui i barconi continuano ad arrivare ma la situazione si è fatta ancora più ingarbugliata, tra chi fugge dalla guerra in Ucraina e le periodiche minacce turche di liberare milioni di persone in Europa. Intanto però sono emersi dei fatti: in alcuni Stati africani operano cosche che spingono le persone a venire da noi facendogli intravedere l’Eldorado e creano così una catena malavitosa. Ma alle grandi potenze e entità - Stati Uniti, Cina, ma anche Onu e Unione europea - sembra non importare. Di più: facendo pressione sui territori, lucrando sulle materie prime, investendo solo per i propri interessi, favoriscono l’esodo. Perché non hanno a cuore la questione della dignità della persona umana e non si impegnano a custodirla bloccando queste catene della malavita? Eppure per farlo avrebbero tutti i mezzi, di polizia e anche militari. Basterebbe pochissimo, se volessero, per fermare questo circolo criminale e sviluppare la mobilità in modo ordinato: emigrare è un diritto ma lo è anche poter restare nel proprio paese senza essere costretti a fuggire».
Il miliardario cambia idea, niente catastrofe climatica. Apre il circo della COP30. Cina, sale il prezzo del carbone. Russia e Turchia in trattativa sul gas.
Allarme Coldiretti: «Il porto di Rotterdam è un colabrodo, il 97% dei prodotti non subisce esami». Il ministro incalza Bruxelles.
In ballo ci sono malcontati 700 miliardi di euro, quasi un terzo del Pil generato dall’agroalimentare, oltre che la salute, eppure l’Europa non protegge i campi. Perciò l’Italia si candida a sentinella della qualità e della salubrità delle merci che arrivano dall’estero. Francesco Lollobrigida annuncia: «Chiederemo che venga assegnata all’Italia l’autorità doganale europea». È la risposta all’allarme lanciato dalla Codiretti nella sua tre giorni di Bologna. Ha ammonito il presidente Ettore Prandini: «Con 97 prodotti alimentari stranieri su 100 che entrano nell’Ue senza alcun controllo, approfittando di porti “colabrodo” come Rotterdam, serve un sistema realmente efficace di controlli alle frontiere per tutelare la salute dei cittadini e difendere le imprese agroalimentari dalla concorrenza sleale che mette a rischio i nostri record».
Sigfrido Ranucci (Ansa)
Ennesimo scontro tra la trasmissione Rai e l’Autorità, che dice: «Inchiesta errata sugli Smart glasses, il servizio non vada in onda». La replica: «È danno erariale».
Non si ferma lo scontro tra Report, la trasmissione di Rai 3 condotta da Sigfrido Ranucci e il Garante della privacy. Anche questa settimana, alla vigilia della puntata di stasera, l’Autorità di controllo ha chiesto alla Rai lo stop alla messa in onda di un servizio sulle attività del Garante. Report ha infatti pubblicato sui social una clip con l’anticipazione di un’inchiesta sull’istruttoria portata avanti dal Garante della privacy nei confronti di Meta, relativa agli Smart glass, gli occhiali da sole che incorporano due obiettivi in grado di scattare foto e registrare filmati. Il servizio di Report punta il dito su un incontro, risalente a ottobre 2024, tra il componente del collegio dell’Autorità Agostino Ghiglia e il responsabile istituzionale di Meta in Italia, «prima della decisione del Garante su una multa da 44 milioni».
Diego Moretti (Ansa)
I dem che hanno sempre criticato l’ex sindaco Anna Maria Cisint firmano una mozione sul lavoro nei cantieri navali. Ora vogliono superare il modello di immigrazione a basso costo.
«Nella sua campagna permanente contro gli stranieri che a Monfalcone regolarmente lavorano, la Cisint aggiunge un nuovo tema: ora mette in discussione anche le rimesse economiche, annunciando misure per vietarle o limitarle. Una delle tante dichiarazioni che si aggiungono a quelle del passato, sicuramente buone per costruire narrazioni false e per alimentare odio nei confronti dello straniero».






