2023-01-14
La strana passione per le fuoriserie del poliziotto del Pupone-gate
Ha ricevuto da Francesco Totti un prestito (non restituito) di 240.000 euro. Spunta anche il rivenditore segnalato per riciclaggio d’auto.Nel circuito di Francesco Totti le auto devono essere proprio una passione. E non mancano le sorprese. La nostra storia riparte da D.M., l’amico poliziotto che tra luglio e ottobre 2016 ha ricevuto dal Pupone due bonifici per complessivi 160.000 euro come «prestito in amicizia con vincolo di restituzione entro 24 mesi». Soldi che in realtà non sono mai stati ridati all’ex capitano della Roma. Come gli ulteriori 80.000 euro inviati, nel novembre 2021, alla suocera dello stesso D.M.: un trasferimento «disposto da Francesco Totti con causale prestito infruttifero» e segnalato nell’agosto scorso all’Antiriciclaggio poiché i risk manager non conoscevano «i legami tra le parti». Ma D.M. ci ha spiegato di non aver avuto bisogno di quel denaro e che quei soldi non sarebbero usciti dal suo conto.Nella segnalazione è indicato anche un bonifico estero da 27.000 euro per l’acquisto del telaio di un’auto da una ditta individuale italiana con conto in Belgio. Il titolare dell’azienda, secondo la banca dati della Camera di commercio, sarebbe gravato da protesti e pignoramento immobiliare.L’auto sarebbe una Porsche acquistata all’estero per essere immatricolata (nazionalizzata) in Italia. Si tratterebbe di una Porsche Cayenne S. Questo tipo di operazioni vengono controllate con particolare attenzione per evitare l’evasione dell’Iva. Certamente dietro all’acquisto di macchine fuori dall’Italia esiste un ricco mercato. Nei giorni scorsi avevamo scritto che D.M. nell’aprile 2021 aveva acquistato una Porsche Cayenne, probabilmente pure questa di importazione, che è stata rivenduta nell’ottobre scorso. Non è chiaro se sia la stessa al centro del bonifico attenzionato dalla banca.Prima di disfarsi della Porsche, a fine settembre, il poliziotto aveva, però, messo in garage una Audi di grossa cilindrata seppur usata. Con noi D.M. aveva un po’ balbettato a proposito della sua passione per le auto sportive: «La Cayenne? Vabbè, ma io quella ce l’ho. No, non ce l’ho, l’ho venduta… ce l’ho, ma mica è per Francesco che l’ho venduta».Nei mesi scorsi D.M. è stato avvistato anche su una Lamborghini Urus. E pure in questo caso il poliziotto ha barcollato: «È di Francescooo…» ha esclamato inizialmente. Salvo poi fare un rapido dietrofront: «So’ macchine… praticamente sono delle persone che noleggiano… è un noleggio, degli amici nostri hanno un noleggio e ogni tanto così…». Ma adesso scopriamo che D.M. tra il 2020 e il 2021 aveva acquistato altre due Porsche successivamente cedute. Dunque un poliziotto con uno stipendio di poco superiore ai 2.000 euro al mese che vive in una bella villetta ad Anzio compra e vende bolidi da diverse decine di migliaia di euro. Nel maggio del 2019 aveva acquistato una Porsche che ha rivenduto nel giugno del 2020 a un autosalone con sede nella zona di Tor Vergata. Nel gennaio 2022 l’auto è stata esportata all’estero o rubata. Nel febbraio 2020, prima di cedere la prima Porsche, D.M. ne avrebbe comprata una seconda, rivenduta a un altro commerciante di autovetture nell’aprile del 2021, quando arriva il terzo esemplare della marca tedesca. Dai dati del Pubblico registro automobilistico risulta che dalla costruzione all’immatricolazione in Italia per queste fuoriserie è trascorso sempre un po’ di tempo, il che lascia immaginare che possano essere tutte auto di importazione. L’ultima cessione è stata fatta a un salone a due passi dalla stazione Prenestina, Motocash. Socio e amministratore unico è Massimo Torcolacci, che da questo mese controlla e amministra anche la Automotocash Srl. All’indirizzo dell’autosalone, specializzato anche nella compravendita di moto usate aveva la sede la Moto Incontro, di cui Torcolacci deteneva una quota del 33%. La vecchia società ha chiuso i battenti nel 2020. Ad accogliere i clienti nei giorni scorsi c’erano il titolare e un giovanotto che potrebbe essere l’amministratore unico. A ottobre avevano acquisito la Porsche di D.M. con il cosiddetto minipassaggio che costa circa 100 euro, poi, il 5 dicembre, è stato fato il passaggio ufficiale e la macchina è rimasta intestata all’autosalone.Torcolacci nel 2016 era stato segnalato all’autorità giudiziaria dal compartimento Polstrada di Roma per riciclaggio di autovetture e nel 2015 dai carabinieri di Vico Equense per truffa. Ma l’imprenditore contattato dalla Verità replica: «La querela di Vico Equense è stata archiviata. Si trattava di una donna che aveva comprato una moto, dopo due anni le avremmo restituito la cifra che aveva pagato, ma lei voleva 5.000 euro di risarcimento. Ci stava facendo una sorta di estorsione e noi abbiamo denunciato lei». Nel procedimento per riciclaggio era accusato insieme ad altre due persone di aver tentato di «nazionalizzare» due veicoli di presunta provenienza illecita, noleggiati con falsa documentazione in Spagna. «Sono andato al processo come testimone perché la mia posizione è stata archiviata immediatamente» puntualizza anche in questo caso Torcolacci. «In 25 anni di questo tipo di lavoro può capitare qualsiasi genere di inconveniente» conclude l’uomo.Una delle auto disponibili a noleggio della Motocash, una Ferrari Gtc4 gialla compare in molte delle foto scattate (sembra anche dalle forze dell’ordine) al funerale di Nicholas B., il giovane di origine rom che nel luglio scorso si è schiantato sul Gra a 294 chilometri orari con un’Audi R8 presa a noleggio (apparentemente da un’altra società), mentre l’altro passeggero stava girando un video probabilmente destinato alla pubblicazione su Tiktok. Su questo social anche dopo il funerale si trovavano i video con le folli corse del giovane.La famiglia del ragazzo sarebbe già nota alle forze dell’ordine perché coinvolta nello spaccio di cocaina e hashish nel quadrante sud di Roma e sarebbe legata ad alcune cosche della ‘ndrangheta. Una circostanza smentita, però, dai legali dei genitori della vittima. «Molti dei noleggiatori, non le dico quasi tutti i noleggiatori di auto di grossa cilindrata per i funerali di quel ragazzo hanno fornito una o più macchine in forma di rispetto. Poi magari sono state usate in modo un pochino esagerato, però…» ci spiega Torcolacci a proposito della sfilata.Anche sul profilo Instagram di un altro personaggio controverso si trova traccia di una delle auto che la Motocash ha pubblicizzato attraverso i suoi profili social. È una Mercedes G63 Amg nero opaco, immortalata in una delle storie che Danilo V., il ventenne rapito (e poi rilasciato il giorno successivo) in un locale di Ponte Milvio, aveva pubblicato sul suo profilo Instagram poi disattivato.Danilo V. è il figlio di Maurizio, conosciuto come «il sorcio» uno dei boss dello spaccio di San Basilio, già oggetto di una gambizzazione qualche mese fa. Probabilmente per una coincidenza, Chanel Totti è andata nello stesso locale di Ponte Milvio proprio la sera del rapimento di Danilo. Dopo che questa circostanza è diventata di pubblico dominio i due ragazzi sono diventati follower l’uno dell’altra, salvo poi ripensarci.
Lo scorso 25 novembre è stata presentata alla Fao la campagna promossa da Focsiv e Centro sportivo italiano: un percorso di 18 mesi con eventi e iniziative per sostenere 58 progetti attivi in 26 Paesi. Testimonianze dal Perù, dalla Tanzania e da Haiti e l’invito a trasformare gesti sportivi in aiuti concreti alle comunità più vulnerabili.
In un momento storico in cui la fame torna a crescere in diverse aree del pianeta e le crisi internazionali rendono sempre più fragile l’accesso al cibo, una parte del mondo dello sport prova a mettere in gioco le proprie energie per sostenere le comunità più vulnerabili. È l’obiettivo della campagna Sport contro la fame, che punta a trasformare gesti atletici, eventi e iniziative locali in un supporto concreto per chi vive in condizioni di insicurezza alimentare.
La nuova iniziativa è stata presentata martedì 25 novembre alla Fao, a Roma, nella cornice del Sheikh Zayed Centre. Qui Focsiv e Centro sportivo italiano hanno annunciato un percorso di 18 mesi che attraverserà l’Italia con eventi sportivi e ricreativi dedicati alla raccolta fondi per 58 progetti attivi in 26 Paesi.
L’apertura della giornata è stata affidata a mons. Fernando Chica Arellano, osservatore permanente della Santa Sede presso Fao, Ifad e Wfp, che ha richiamato il carattere universale dello sport, «linguaggio capace di superare barriere linguistiche, culturali e geopolitiche e di riunire popoli e tradizioni attorno a valori condivisi». Subito dopo è intervenuto Maurizio Martina, vicedirettore generale della Fao, che ha ricordato come il raggiungimento dell’obiettivo fame zero al 2030 sia sempre più lontano. «Se le istituzioni faticano, è la società a doversi organizzare», ha affermato, indicando iniziative come questa come uno dei modi per colmare un vuoto di cooperazione.
A seguire, la presidente Focsiv Ivana Borsotto ha spiegato lo spirito dell’iniziativa: «Vogliamo giocare questa partita contro la fame, non assistervi. Lo sport nutre la speranza e ciascuno può fare la differenza». Il presidente del Csi, Vittorio Bosio, ha invece insistito sulla responsabilità educativa del mondo sportivo: «Lo sport costruisce ponti. In questa campagna, l’altro è un fratello da sostenere. Non possiamo accettare che un bambino non abbia il diritto fondamentale al cibo».
La campagna punta a raggiungere circa 150.000 persone in Asia, Africa, America Latina e Medio Oriente. Durante la presentazione, tre soci Focsiv hanno portato testimonianze dirette dei progetti sul campo: Chiara Concetta Starita (Auci) ha descritto l’attività delle ollas comunes nella periferia di Lima, dove la Olla común 8 de octubre fornisce pasti quotidiani a bambini e anziani; Ornella Menculini (Ibo Italia) ha raccontato l’esperienza degli orti comunitari realizzati nelle scuole tanzaniane; mentre Maria Emilia Marra (La Salle Foundation) ha illustrato il ruolo dei centri educativi di Haiti, che per molti giovani rappresentano al tempo stesso luogo di apprendimento, rifugio e punto sicuro per ricevere un pasto.
Sul coinvolgimento degli atleti è intervenuto Michele Marchetti, responsabile della segreteria nazionale del Csi, che ha spiegato come gol, canestri e chilometri percorsi nelle gare potranno diventare contributi diretti ai progetti sostenuti. L’identità visiva della campagna accompagnerà questo messaggio attraverso simboli e attrezzi di diverse discipline, come illustrato da Ugo Esposito, Ceo dello studio di comunicazione Kapusons.
Continua a leggereRiduci
Mark Zuckerberg (Getty Images)
A Fuori dal coro Raffaella Regoli mostra le immagini sconvolgenti di un allontanamento di minori. Un dramma che non vive soltanto la famiglia nel bosco.
Le persone sfollate da El Fasher e da altre aree colpite dal conflitto sono state sistemate nel nuovo campo di El-Afadh ad Al Dabbah, nello Stato settentrionale del Sudan (Getty Images)