2020-07-17
Torneo di pallamano a Cipro del Nord. Nella gaffe sui confini c’è anche l’Italia
La metà turca dell'isola non è riconosciuta come Stato ma ospita un Mondiale. Iscritta una squadra abruzzese, polemica la Lega. Dal 19 al 23 agosto prossimi si terrà a Famagosta, sull'isola di Cipro, la Interamnia World Cup, un campionato mondiale giovanile di pallamano per club in cui si sfideranno squadre provenienti da diverse nazioni: quest'anno sono iscritte venti compagini under 17, dieci maschili e dieci femminili, provenienti da 13 Paesi di cinque continenti. L'Europa schiera club norvegesi, danesi, polacchi. La manifestazione esiste dal 1972, spesso l'Italia le ha dato asilo, ospitandola nel territorio di Teramo. Anche il nostro Paese quest'anno sarà della partita, con la partecipazione di una formazione proveniente proprio dalla provincia abruzzese. Tutto normale, si potrebbe pensare. Ben vengano gli sport in cui una palla viene colpita e lanciata con le mani, anziché con i piedi, interrompendo per qualche istante lo strapotere delle consuetudini nazionalpopolari. Peccato per un dettaglio non trascurabile: Famagosta appartiene alla sedicente Repubblica Turca di Cipro del Nord, uno Stato autoproclamatosi tale, non riconosciuto dalla comunità internazionale, che dal 1983 si estende nelle zone de iure appartenenti alla Repubblica di Cipro, occupate fin dal 1974 da truppe turche. Il contenzioso diplomatico è di lunga data e il governo di Cipro del Nord, pur allestendo elezioni presidenziali, su ogni questione risponde con condiscendenza ai diktat di Ankara, essendone di fatto un'estensione d'occupazione su territorio sovrano. Alcuni giuristi hanno definito Cipro del Nord una sorta di Stato fantoccio, sulla base di una sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo del 18 dicembre 1996 che riconosceva la responsabilità della Turchia nella gestione degli affari correnti nella parte nord dell'isola. La vicenda dell'Interamnia World Cup parte dunque da un'iniziativa sportiva innocua all'apparenza, ma approda a considerazioni di politica estera delicate, e ha destato l'attenzione del gruppo parlamentare della Lega alla Camera. Attraverso il primo firmatario, l'onorevole veneto Vito Comencini, il partito di Matteo Salvini ha presentato un'interrogazione al ministero degli Esteri e a quello dello Sport.«Non contestiamo l'iniziativa sportiva in sé», ha dichiarato Comencini a La Verità «ma ci chiediamo se sia opportuno consentire a una squadra italiana di partecipare a un evento che si svolgerà in un Paese non riconosciuto dalla comunità internazionale in un momento storico come quello che stiamo vivendo, dove alcune prese di posizione della Turchia e del suo presidente, Recep Tayyip Erdoğan, richiederebbero una linea di politica estera chiara da parte del governo in carica». Il deputato leghista si riferisce a un'altra interrogazione parlamentare di cui è stato firmatario, relativa all'intervento turco nell'esplorazione petrolifera del blocco 8, zona situata a Sud di Cipro che ricade sotto la competenza di Eni e Total. «Circa tre mesi fa avevo presentato un'interrogazione al ministro degli Esteri per segnalare quel che stava accadendo nelle acque di Cipro, con il rischio che gli interessi economici italiani potessero essere compromessi da azioni concorrenti turche, intraprese violando la sovranità cipriota e il diritto internazionale».Che la Turchia stia tornando a fare sogni confessionali ispirati ai tempi della Sublime Porta non è una novità. Erdogan è tra i protagonisti delle azioni militari in Libia a sostegno di Serraj per accreditarsi come attore indispensabile nel Mediterraneo, e di recente ha riconvertito la Basilica di Santa Sofia in una moschea per puntellare i propositi di ergersi a guida politica dell'islam sunnita. Su Cipro difficilmente mollerà la presa. L'isola, divenuta indipendente con il nome di Repubblica di Cipro dal 1960, anno in cui si affrancò dallo status di colonia britannica, è costituita per il 78% da greco-ciprioti di religione cristiano-ortodossa, per il 18% da turco-ciprioti di religione musulmana, e per il 4% da minoranze. La distribuzione delle etnie sul territorio è stata piuttosto omogenea fino all'invasione turca del 1974. Avvenuta ufficialmente per contrastare il colpo di Stato militare cipriota che aveva deposto il presidente, l'arcivescovo greco-ortodosso Makarios, alterando gli equilibri raggiunti con il Trattato di Zurigo e Londra del 1960 con l'obiettivo di ricongiungere Cipro alla madrepatria greca, consentì di fatto ai militari turchi di installarsi nelle zone Nord dell'isola, senza più andar via. Solamente la Turchia riconosce la dichiarazione di indipendenza di Cipro Nord, che è stata dichiarata non valida dal punto di vista giuridico da diverse risoluzioni internazionali. La Repubblica di Cipro è divenuta membro dell'Unione europea il 1º maggio 2004. L'applicazione dell'acquis communautaire e delle normative europee è stata sospesa, in mancanza di un accordo sulla riunificazione dell'isola, sulla base del fatto che le autorità della Repubblica di Cipro non possono esercitare il loro controllo sulla parte Nord. Una partita intricata, con risultati ben più indefiniti di quelli di un torneo di pallamano.
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Emanuele Orsini e Dario Scannapieco