2020-10-04
Tornano esercito e multe per strada. In arrivo il coprifuoco anti movida
Verso obbligo nazionale di mascherine all'aperto e raffiche di sanzioni. Il Viminale: militari per controllare i trasgressori. Possibili chiusure anticipate dei locali e mini zone rosse. Così cresce il rischio di stigma sociale.Non c'è ancora nulla di certo sul giro di vite allo studio di Palazzo Chigi per contenere la seconda ondata di contagi. Tranne un unico punto fermo, e cioè che a pagare il prezzo delle prossime misure saranno gli italiani. Nell'attesa di conoscere le decisioni del governo, la circolare diffusa ieri dal ministero dell'Interno ai prefetti dipinge un quadro da Stato di polizia. L'attività «per la prevenzione e il contrasto della diffusione del virus è stata finora assai intensa e significativa», si legge nel testo firmato dal capo di gabinetto Bruno Frattasi. Tuttavia, complice il trend in crescita dei contagi, oltre al «consueto concorso di operatori delle polizie locali», il Viminale prevede nel prossimo futuro anche di richiamare il «personale militare appartenente al dispositivo “Strade sicure"». Per garantire il rispetto delle normative anti-Covid, dunque, il governo è pronto a schierare l'esercito. Senza nulla togliere al lavoro dei nostri uomini in divisa, possibile che non si riesca a impiegare risorse tanto preziose e strategiche per scopi più importanti rispetto all'uso delle mascherine da parte della cittadinanza? Speriamo solo di non dover assistere nuovamente alle grottesche scene viste durante il lockdown. Quando cioè le riprese di agenti all'inseguimento di runner ribelli e di bagnanti solitari su spiagge deserte fecero il giro del mondo.Veniamo ai contenuti del prossimo attesissimo Dpcm, atteso alla firma del premier Giuseppe Conte nella giornata di mercoledì 7 ottobre. Manca ancora una bozza del testo, ma i dettagli delle principali misure circolano già da ieri. Oltre a confermare l'importanza dell'igiene delle mani e del distanziamento, la norma dovrebbe fissare nell'80% la capienza massima di treni e mezzi pubblici. Per ciò che concerne i raduni, all'aperto il limite sarebbe fissato in 1.000 persone (compresi gli stadi) e 200 al chiuso. Non è da escludersi anche lo scenario più grave. Il governo potrebbe infatti decidere la chiusura anticipata dei locali aperti al pubblico alle 22 o alle 23. Ma anche di limitare gli accessi nei luoghi chiusi a un numero massimo di persone. Una limitazione che - in caso di un aumento vertiginoso dei contagi - potrebbe essere esteso alle feste private. Scenari che riportano inevitabilmente la mente ai mesi scorsi, dove non era consentito mettere il naso fuori di casa se non per comprovate esigenze. Riguardo all'obbligo di mascherina all'aperto a tutte le ore del giorno e della notte, considerata una delle novità principali, parlando venerdì da Bruxelles Giuseppe Conte ha glissato: «Al momento non abbiamo deliberato nessuna misura in questa direzione». Tuttavia, la fase pilota è già in atto in alcune realtà locali, e l'estensione del provvedimento sul territorio nazionale viene data pressoché per scontata. Trascorso un primo periodo di tolleranza improntato al dialogo con i cittadini, a Sassari - città nella quale l'obbligo vige addirittura dal 30 agosto - sono partite multe a raffica all'indirizzo dei trasgressori. Negli ultimi giorni nel capoluogo del Nord della Sardegna sono state comminate 29 sanzioni da 400 euro l'una, di cui ben 28 a carico di minorenni. Prosegue dunque la politica del pugno di ferro del sindaco Nanni Campus, autore già dei tempi del lockdown di provvedimenti ancor più restrittivi dei Dpcm governativi. Per effetto della nuova ordinanza firmata dal governatore Nicola Zingaretti, la mascherina è diventata obbligatoria anche nel Lazio a partire dalla mezzanotte di venerdì. «Sono sicuro che così come accaduto durante il lockdown, gli italiani saranno i migliori del mondo nell'osservare delle regole che ci servono a vivere meglio», ha dichiarato Zingaretti. Evidentemente per il leader dem i connazionali vanno considerati alla stregua di soldatini obbedienti. Solo ieri, la Polizia locale di Roma ha effettuato 3.000 controlli per verificare il rispetto delle nuove prescrizioni, comminando qualche multa. Linea dura anche in Basilicata, dove il governatore Vito Bardi ha firmato un'ordinanza che impone ai cittadini di indossare il dispositivo di protezione, pena il pagamento di una multa da 400 a 1.000 euro. Sanzione ancora più salata per i locali, che in caso di inosservanza potranno essere costretti alla chiusura per un periodo che va dai 5 ai 30 giorni. Cinque multe a Bologna, dove vige un obbligo light: la mascherina infatti va indossata all'aperto tra le 18 del venerdì e la mezzanotte della domenica. Scongiurato almeno per ora un nuovo lockdown nazionale. Molto più probabile, come ha spiegato ieri nell'intervista a Repubblica il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia, il ricorso a chiusure «in zone ben determinate». A fare da laboratorio ancora una volta la Sardegna, dove quattro Comuni (Orune, Aidomaggiore, Seui e Gavoi) si trovano in semi-lockdown, con scuole ed esercizi commerciali non alimentari chiusi. Con un piccolo inconveniente: più è piccola la realtà colpita dalla chiusura, maggiore è il rischio dello stigma sociale. «Possiamo ufficialmente annunciare la morte della privacy sanitaria. È morta di Covid. Se sei positivo al tampone lo dicono al tg e lo scrivono sul giornale. Siamo tornati indietro di 500 anni quando ti segnavano la porta di casa con le croci se pensavano avessi la peste. Così non va...», ha scritto su Facebook l'infettivologo Matteo Bassetti. Teniamoci forte perché sarà un inverno da brivido.
Charlie Kirk (Getty Images
Alan Friedman, Cathy Latorre e Stephen King (Ansa)