2023-09-22
Blitz anti spaccio a Tor Bella Monaca
Dopo Caivano, nuova operazione a sorpresa con 300 uomini. Sequestrate all’alba armi e droga in uno dei quartieri più difficili di Roma: due gli arresti, sei le denunce.Maxi blitz all’alba di ieri a Tor Bella Monaca, periferia Est di Roma considerata una delle più grandi piazze di spaccio d’Europa. Dopo quello del 7 settembre scorso, in stile «Caivano», l’operazione di ieri decisa in sede di Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, in prefettura, alla presenza del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha visto la partecipazione di 300 uomini tra carabinieri, polizia, Guardia di finanza e polizia locale di Roma Capitale. Nel corso dei controlli le forze dell’ordine, supportate da unità cinofile, hanno perquisito dieci persone nel cosiddetto «ferro di cavallo» in via dell’Archeologia, a Tor Bella Monaca. I militari hanno sequestrato complessivamente 295 dosi di cocaina, dieci di hashish e due di marijuana. Due persone sono state arrestate, risultate destinatarie di ordinanza di custodia cautelare in carcere per droga, e sei denunciate. Obiettivo di questo tipo di blitz ravvicinati nel tempo è quello di aumentare la pressione sui traffici criminali, e allo stesso tempo intervenire per migliorare la vivibilità del quartiere per tutti i cittadini con operazioni di pulizia straordinaria e manutenzione. Del resto, prima l’attentato al prete anti spaccio don Antonio Coluccia, poi l’aggressione a Maricetta Tirrito, portavoce del Comitato dei collaboratori di giustizia e presidente del Laboratorio Una donna, e infine la scorta per la paladina antimafia Tiziana Ronzio, hanno richiamato l’attenzione su uno dei più difficili quartieri romani, dove pochi giorni fa c’è stato l’omicidio di Daniele Di Giacomo, freddato a colpi di pistola da un uomo che ha affiancato la sua auto. Nel mirino dell’intervento quattro delle più importanti piazze di spaccio del quartiere: la R5 soprannominata «Ferro di cavallo», le torri Ater di via Santa Rita e via Scozza, dove 20 giorni fa un pusher ha lanciato una bottiglia contro i residenti che ripulivano l’area, colpendo un’attivista e dove c’è la famigerata «crack house», locale dove si vende e si fuma crack. Oltre alla droga, i controlli a tappeto hanno riguardato anche gli appartamenti dell’Ater (Azienda territoriale per l’edilizia residenziale), occupati da inquilini senza titolo. Ulteriori controlli sono stati effettuati in via dell’Archeologia, insieme al personale tecnico delle società Acea Ato-2, Areti S.p.a. e Italgas, per arginare il fenomeno degli allacci illeciti alle reti di distribuzione delle utenze di luce, acqua e gas, e quattro persone sono state denunciate per furto. L’operazione non ha interessato un paio di importanti piazze di spaccio, dove comandano i Moccia, gli Sparapano e altre famiglie, ma di cui lo Stato vuole riprendere il controllo. «Stavolta i residenti sono soddisfatti», ha detto la Ronzio, che vive nelle torri Ater e ha denunciato il clan Moccia e fondato l’associazione Torpiùbella. «Stiamo avendo un riscontro importante, cominciamo a stringere le mani, oggi è stato un risveglio importante». Con una nota, la Regione Lazio ha espresso il ringraziamento dell’amministrazione Rocca a tutte le forze dell’ordine, agli enti pubblici e ai cittadini che hanno contribuito in modo significativo all’importante operazione di controllo che si è svolta a Tor Bella Monaca e che ha portato allo sgombero di quattro alloggi Ater: «Si tratta di un chiaro segno dell’impegno nel promuovere la legalità e il benessere nella nostra regione». «Un’azione di bonifica fondamentale», secondo il sindaco Roberto Gualtieri, «per un rafforzamento della legalità e della qualità della vita delle persone oneste che soffrono per questa situazione. Noi non molliamo la presa». Insieme al sindaco, presenti al blitz anche il prefetto di Roma, Lamberto Giannini, e il questore, Carmine Belfiore, che subito dopo si sono riuniti insieme al presidente del Municipio nel comitato Sicurezza per definire le prossime mosse.
Nella prima mattinata del 28 ottobre 2025 la Guardia di Finanza e la Polizia di Stato hanno eseguito numerose perquisizioni domiciliari in tutta Italia ed effettuato il sequestro preventivo d’urgenza del portale www.voltaiko.com, con contestuale blocco di 95 conti correnti riconducibili all’omonimo gruppo societario.
Si tratta del risultato di una complessa indagine condotta dal Nucleo Operativo Metropolitano della Guardia di Finanza di Bologna e dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica per l’Emilia-Romagna, sotto la direzione del Pubblico Ministero Marco Imperato della Procura della Repubblica di Bologna.
Un’azione coordinata che ha visto impegnate in prima linea anche le Sezioni Operative Sicurezza Cibernetica delle varie Regioni e gli altri reparti territoriali della Fiamme Gialle nelle province di Bologna, Rimini, Modena, Milano, Varese, Arezzo, Frosinone, Teramo, Pescara, Ragusa.
L’operazione ha permesso di ricostruire il modus operandi di un gruppo criminale transnazionale con struttura piramidale tipica del «network marketing multi level» dedito ad un numero indeterminato di truffe, perpetrate a danno anche di persone fragili, secondo il cosiddetto schema Ponzi (modello di truffa che promette forti guadagni ai primi investitori, a discapito di nuovi investitori, a loro volta vittime del meccanismo di vendita).
La proposta green di investimenti nel settore delle energie rinnovabili non prevedeva l’installazione di impianti fisici presso le proprie abitazioni, bensì il noleggio di pannelli fotovoltaici collocati in Paesi ad alta produttività energetica, in realtà inesistenti, con allettanti rendimenti mensili o trimestrali in energy point. Le somme investite erano tuttavia vincolate per tre anni, consentendo così di allargare enormemente la leva finanziaria.
Si stima che siano circa 6.000 le persone offese sul territorio nazionale che venivano persuase dai numerosi procacciatori ad investire sul portale, generando un volume di investimenti stimato in circa 80 milioni di euro.
La Procura della Repubblica di Bologna ha disposto in via d’urgenza il sequestro preventivo del portale www.voltaiko.com e di tutti i rapporti finanziari riconducibili alle società coinvolte e agli indagati, da ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva.
Nel corso delle perquisizioni è stato possibile rinvenire e sottoporre a sequestro criptovalute, dispositivi elettronici, beni di lusso, lingotti d’oro e documentazione di rilevante interesse investigativo.
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