I «top gun» di Washington addestreranno gli ucraini. Mosca sguinzaglia i galeotti

Gli Stati Uniti addestreranno i militari ucraini a pilotare i jet da combattimento F-16, che verranno forniti a Kiev, per il momento, da Paesi Bassi, Norvegia e Danimarca. La consegna dei primi caccia, di fabbricazione statunitense, è prevista entro la fine dell’anno. La Danimarca consegnerà 19 aerei, i Paesi Bassi circa 40, mentre la consistenza della fornitura norvegese non è ancora nota. «La consegna degli F-16 all’Ucraina», ha detto il capo dello stato maggiore congiunto dell’esercito americano, il generale Mark Milley, al quotidiano giordano Al-Mamlaka, «avverrà in un futuro non troppo lontano», mentre per i sistemi di missili a lungo raggio Atacms «la questione è ancora sul tavolo: il presidente Biden non ha detto né no né sì a questo punto». Il Dipartimento della Difesa Usa, si legge sul sito dell’istituzione americana, inizierà ad addestrare gli ucraini a pilotare e manutenere i jet da combattimento F-16 nei prossimi mesi, ha dichiarato il segretario stampa del Pentagono, Pat Ryder. L’addestramento dovrebbe iniziare a ottobre presso la base Morris Air National Guard di Tucson, in Arizona, con l’ausilio del 162° Stormo della Guardia Nazionale Aerea. Il Segretario di Stato Antony Blinken ha segnalato la volontà degli Stati Uniti di approvare il trasferimento degli F16 di fabbricazione statunitense all’Ucraina in una lettera inviata la scorsa settimana alle sue controparti europee. «L’addestramento fornito dagli Stati Uniti», ha sottolineato Ryder, «completerà l’addestramento dei piloti e della manutenzione degli F-16 già in corso in Europa e rafforzerà ulteriormente il nostro sostegno alla coalizione di addestramento degli F-16 guidata da Danimarca e Paesi Bassi. In futuro resteremo in stretta consultazione con i danesi, gli olandesi e gli altri alleati per garantire che l’addestramento statunitense sia complementare agli sforzi di addestramento della coalizione più ampia». Ryder ha aggiunto che sarà l’Ucraina a stabilire il numero di piloti da addestrare e che il corso completo durerà probabilmente diversi mesi, a seconda del livello di competenza dei piloti. «Parte di questo addestramento», ha precisato Ryder, «sarà la valutazione del livello di abilità dei singoli piloti, che contribuirà a determinare la durata dell’addestramento». Un corso completo dura circa otto mesi per chi parte da zero, e cinque mesi per piloti che hanno già delle buone basi, e spazia dall’addestramento di volo di base all’istruzione sui fondamenti del caccia, sull’impiego delle armi, sulle manovre di combattimento e sulle intercettazioni tattiche.
«Gli F-16», ha precisato Ryder, «richiedono anche un significativo addestramento logistico e di manutenzione per il personale di supporto a terra che assicura che i velivoli rimangano in grado di combattere». Ieri Alexander Lukashenko, a quanto riporta il Kyiv Independent, ha detto che l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia anche attraverso il confine della Bielorussia, nei primi giorni della guerra, è stata «inaspettata». «Ma aiuteremo sempre la Russia: sono nostri alleati. Mosca ha forze ed equipaggiamento sufficienti», ha aggiunto Lukashenko, smentendo pressioni da parte di Vladimir Putin perché la Bielorussia entri nel conflitto. Lukashenko, riferisce l’agenzia bielorussa Belta ripresa dalla russa Ria Novosti, ha anche precisato di aver messo in guardia Yevgeny Prigozhin e il comandante militare della Wagner, Dmitry Utkin, dei rischi che correvano nelle ore del tentato golpe di due mesi fa: «Al diavolo, morirò», sarebbe stata la risposta di Prigozhin. Lukashenko ha anche sottolineato di non credere che la morte di Prigozhin sia stata opera di Putin. «È un calcolatore», ha detto Lukashenko, «una persona molto calma e persino lenta. Quindi non riesco a immaginare che sia stato Putin».
A proposito di Prigozhin e della Wagner, dopo il tentato golpe Putin ha firmato un decreto che impone ai membri dei gruppi paramilitari di prestare giuramento alla Russia, come fanno i soldati dell’esercito regolare. Sul campo, ieri Kiev ha annunciato lo sfondamento della prima linea di difesa russa sul fronte meridionale, notizia confermata da Mark Milley: «Ci sono crescenti indicazioni», ha sottolineato Milley, “che le forze ucraine abbiano sfondato la prima linea di difesa russa su parte del fronte meridionale nella regione di Zaporizhzhia e si stanno incuneando verso la città strategicamente importante di Tokmak». Una incursione di alcuni uomini dei servizi segreti ucraini in Crimea ha consentito ad essi di far sventolare la bandiera di Kiev sul territorio della penisola. «Unità dell’intelligence ucraina Gur sono sbarcate in Crimea», ha comunicato il portavoce degli 007 di Kiev, Andriy Yusov, «e l’obiettivo è stato raggiunto. A bordo di moto d’acqua, gli uomini del Gur sono giunti sulla costa vicino agli insediamenti di Olenevka e Mayak e hanno ingaggiato una combattimento con le unità di occupazione. Il nemico ha subito perdite tra il personale e le attrezzature. E in Crimea è tornata a sventolare la bandiera nazionale».
In Occidente però dilaga lo scetticismo sulle reali possibilità che la controffensiva ucraina di portare alla liberazione di tutti i territori occupati dai russi, Crimea compresa: «La controffensiva ucraina», ha detto a Welt il generale austriaco Robert Brieger, presidente del Comitato militare dell’Unione europea, «non ha ancora guadagnato alcuno spazio. Sarei anche cauto nell’aspettarmi uno sfondamento delle forze ucraine attraverso le linee di difesa russe». Infine, secondo il Times i russi starebbero tentando di sfondare le linee ucraine sul fronte est mandando in avanscoperta manipoli di galeotti.






