2020-07-30
Tifano per la libertà dell’orso feroce ma vogliono rinchiudere gli italiani
Frotte di Vip esultano per la fuga di M49, plantigrado autore di 44 attacchi: «Che orrore un animale in gabbia» Ma sono gli stessi che intendono murare in casa i nostri anziani e che offendono il «negazionista» Andrea Bocelli.Non è giusto rinchiudere gli essere viventi. Bisogna lasciarli liberi. Insomma, che cos'è questa mania di tenerli in gabbia per mesi e mesi? Com'è possibile sopprimere il loro naturale desiderio di muoversi? A leggere l'insieme di appelli che piovono nelle ultime ore da parte di esponenti del governo, associazioni e personaggi dello spettacolo, ci sarebbe da tirare un sospiro di sollievo: finalmente avranno capito che si è un po' esagerato con le misure di protezione? Con la segregazione? Con la tentazione di nuovi lockdown? In effetti è così. Peccato solo che tanta sensibilità non sia rivolta agli italiani. E neppure agli esseri umani. È rivolta, infatti, solo e esclusivamente a M49, detto anche Papillon, l'orso in fuga in Trentino Alto Adige. Lui sì che ha diritto a infrangere le catene e le regole. Mica come Andrea Bocelli, che nei giorni scorsi ha criticato il lockdown ed è finito subito linciato per la grave colpa di cui si è macchiato. Ovviamente quella di non essere un animale. «L'orso deve essere libero perché è nella sua natura», twitta per esempio il ministro dell'Ambiente Sergio Costa. Se non andiamo errati, dev'essere lo stesso ministro dell'Ambiente Sergio Costa che fa parte di un governo che ha appena chiesto la proroga dello stato d'emergenza fino al 15 ottobre, pur non essendoci alcuna emergenza. Non è meraviglioso? Le libertà deve essere garantita. All'orso. Il quale, si badi bene, pur essendo pericoloso, pur avendo commesso negli ultimi mesi almeno 44 azioni dannose, pur avendo aggredito persone e distrutto baite, pur avendo provocato danni enormi a allevatori e agricoltori, «non deve essere rinchiuso». Per nessuna ragione. Mica come i pensionati innocui, che al contrario, possono essere rinchiusi anche senza alcuna ragione. Vogliono la libertà pure loro? Pure i pensionati? Ma come si permettono? Provassero, prima, almeno a sgozzare un paio di pecore… Viviamo in un Paese surreale. Tutta Italia con il fiato sospeso per il povero Papillon, due volte fuggito dalla prigionia; nessuno che si preoccupi per i cassa integrati che dentro la prigionia rischiano di restarci per i prossimi anni. Anzi, davanti agli occhi di questi ultimi si fanno balenare nuovi annunci di terrore: «Arriva la seconda ondata, vi rinchiuderemo di nuovo tutti». Tanto rinchiudere i cassa integrati non è mica grave come rinchiudere un animale, no? Mauro Corona, per dire, lo scrittore diventato celebre per i suoi siparietti in Tv con Bianca Berlinguer, ha vergato per la Stampa un accorato editoriale intitolato «Perché brindo alla fuga dell'orso». Inizia così: «Non capisco l'orso in prigione. W l'orso libero». Dev'essere lo stesso Mauro Corona che il 1 aprile partecipò alla campagna Tv del Friuli Venezia Giulia «Io resto a casa», invitando di fatto i cittadini a restare prigionieri (lui non capisce gli orsi in prigione, i cittadini in prigione evidentemente sì). E che il 20 aprile disse che il coronavirus è «una lezione che ci sta per gli esseri umani». Così imparano a non essere dei bestioni pelosi. Non sempre, almeno. Lo stesso Mauro Corona(virus) il 3 giugno se l'è anche presa, e ci macherebbe, con il centrodestra che aveva osato scendere in piazza prima che l'emergenza fosse finita. «Comportamenti da sprovveduti», chiosò per la gioia della Berlinguer. E per l'amor del cielo i comportamenti da sprovveduti vanno sempre censurati. Ma siccome l'emergenza continuano a prolungarla, significa che ogni manifestazione politica, di qui a quando Conte vorrà, sarà sempre criticabile come «comportamento da sprovveduti»? Mentre invece lasciare un orso libero di girare per le montagne e di compiere azioni dannose (44 in pochi mesi), quello no, quello è e resterà per sempre un comportamento avveduto? Ma sicuro: vedere la gente in giro ci spaventa. Vedere l'animale feroce in giro, invece, ci riempie di gioia. Roba da brindisi, per l'appunto. Probabilmente l'ennesimo, per altro, considerato l'autore dell'articolo. «Ogni animale deve essere libero perché forte è il suo desiderio di libertà», tuona l'Enpa, insieme con le altre associazioni di animalisti. Dev'essere la stessa Enpa che il 26 marzo spiegava a quegli strani animali chiamati uomini («Rimanete a casa, la sicurezza prima di tutto») che non potevano essere liberi e che dovevano reprimere il loro forte desiderio di libertà. «Il recinto è una condanna all'ergastolo», s'inalbera oggi la Lav. Eppure solo poche settimane fa spiegava agli italiani che si poteva portare a pisciare il cane solo nel proprio quartiere: anche quello un recinto, ma evidentemente assai più sopportabile, trattandosi di umani e non di orsi. «Restate a casa», intimava il 10 marzo in lingua trentina Mario Cagol, con il suo simpatico personaggio di Nonna Nunzia. Oggi, naturalmente, Nonna Nunzia fa il tifo per l'orso: «No I lo ciapa pù», non lo prendono più, festeggia con apposita canzoncina dialettale. Un po' più preoccupato Alessandro Gassmann, anche lui sceso in campo per la libertà dell'orso con la stessa virulenza con cui, dal suo casale in Toscana, si batteva per recludere gli italiani dentro i bilocali di Tor Bella Monaca e Quarto Oggiaro: «A M49 abbiamo tolto tutti gli spazi». Ma come abbiamo fatto, di grazia, se eravamo rinchiusi dentro il tinello? A questo punto, contro l'eccesso di stato d'emergenza e il nuovo rischio di lockdown, non resta che un'unica arma di difesa. Consiste in questo. Preparatevi. Mostratevi fin da ora assai scontrosi con tutti. Non rispondete alle domande di nessuno. Parlate il meno possibile. Solo a monosillabi. Riservatezza estrema. A questo punto ci sarà pure qualcuno che vi dirà: «Ma siete proprio degli orsi!». E voi, al volo: «Sì. Allora possiamo essere liberi come Papillon?».
Jose Mourinho (Getty Images)