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The «red cooperative» Cmc under investigation for bribery in Kenya. Investigators are scrutinizing the contract signed in the days of Matteo Renzi

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The «red cooperative» Cmc under investigation for bribery in Kenya. Investigators are scrutinizing the contract signed in the days of Matteo Renzi
  • The scandal breaks out in Nairobi. The investigations affect also four ministers of theGovernment of Uhuru Kenyatta. In the middle of this scandal there are three dams, for atotal value of €800 million. Two of them are built in joint venture with Itinera (Gaviogroup). The Directorate of Criminal Investigations (Dci) is examining a bank account in Westland, looking for bribes. The construction company replies to our journal: «Ourcontracting and financial procedures adhere to the highest international standards. Particularly, our loans are secured by SACE».
  • All the troubles of the cooperative that hired the brother of Maria Elena Boschi. The 1.2billion litigation with Anas, the request of an arrangement with creditors in December 2018, the Secret Service headquarters still to be completed.

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(Totaleu)

Lo ha detto il Ministro per gli Affari europei in un’intervista margine degli Ecr Study Days a Roma.

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Dal momento che ci piacciono le sfide e non amiamo stare con le mani in mano, vi proponiamo un nuovo progetto, una nuova scommessa trascinante che si chiama #informazione online. Saremo diversi e controcorrente anche sul #Web.#LaVerità
La partita del pride? Egitto-Iran
Getty Images
Clamoroso autogol della Fifa: ai mondiali americani il match che cade nella data dell’orgoglio arcobaleno vede di fronte due nazioni in cui l’omosessualità è illegale.

Un autogol di quelli più divertenti e nello stesso tempo più pesanti, un gollonzo in piena regola: la partita del Mondiale che avrebbe dovuto celebrare l’orgoglio Lgbtq+ sarà… Egitto-Iran. Ben gli sta, e scusate la franchezza. L’idea che i Mondiali debbano celebrare un pride game per omaggiare l’omosessualità (nel senso più largo del termine, comprendendo perciò anche le politiche contro omofobia e quant’altro) è la solita forzatura retorica dove per certi temi sono previste corsie preferenziali. Tra l’altro i temi «pride» sono sempre gli stessi e - guarda caso - coincidono con fasce di consumatori big spender. Insomma i pride Lgbtq+ sono un business ed è per questo che conviene a tutti inserirli nelle manifestazioni.

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Ha fatto la storia del tennis: oscurata perché si oppone alle politiche Lgbt
Margaret Court (Ansa)
L’australiana Margaret Court: «I miei connazionali vogliono che il mio nome sparisca».

È donna e, benché nata in una famiglia modesta, è riuscita ad affermarsi come una delle tenniste più vincente di sempre, portandosi a casa 64 prove del Grande Slam: 24 in singolare, 19 in doppio e 21 in doppio misto. Avrebbe insomma tutte le carte in regola - tanto più in tempi in cui l’empowerment femminile attira tanta attenzione culturale e mediatica - per essere indicata a modello delle giovani di tutto il mondo, l’australiana Margaret Court. Eppure la leggendaria campionessa, che oggi ha 83 anni, ai giorni nostri è come dimenticata; di più: è evitata quasi come la peste. Tanto che, quando Oliver Brown del Telegraph ha scelto di dialogarci nei giorni scorsi, lei era quasi incredula: «Sei il primo giornalista ad intervistarmi in questo modo da anni. Gli australiani preferirebbero che il mio nome sparisse». Curiosamente, perfino il mondo del tennis sembra averla rimossa.

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