
Modernizzò il Paese, facendolo uscire dalla crisi. Si oppose alla creazione dell'Unione europea e della moneta unica, ottenendo la revisione dei fondi per l'agricoltura. Assunse il comando in un'operazione contro i terroristi arabi e rifiutò di cedere all'Ira.«The lady's not for turning», «La signora non è per l'inversione di marcia». Questa battuta è stata pronunciata da Margaret Thatcher, diventata primo ministro del Regno Unito il 4 maggio 1979, in un discorso davanti al partito conservatore il 10 ottobre 1980. La frase è divenuta «la divisa» del thatcherismo stesso. Nello specifico, si riferisce al rifiuto di guardarsi indietro, modificare qualcosa (la cosiddetta U-Turn, «la curva a U« preconizzata da alcuni giornali) rispetto alle liberalizzazioni economiche intraprese, nonostante la grave crisi e l'aumento della disoccupazione. Il discorso della Iron Lady - da noi Lady di ferro - ebbe uno straordinario successo e fu salutato da una standing ovation di oltre cinque minuti. Ancor oggi, rivedere il filmato nel quale una Thatcher perfettamente pettinata - con un elegante tailleur bluette, una camicetta con il fiocco e gli orecchini di perle - pronuncia la battuta, fa un notevole effetto.Tuttavia, non sempre la signora ha goduto di tanto consenso, anzi è stata vittima di feroci censure, espresse anche attraverso film e canzoni (basti pensare al film Thanks, Mrs Thatcher, o al singolo Miss Maggie, o a Margaret on the guillotine). Innegabilmente, Margaret Hilda Roberts (Thatcher da sposata) è un personaggio di notevole caratura e al tempo stesso estremamente controverso, che ha suscitato amori e odi. Dalla stampa ai Tories, dall'opinione pubblica agli avversari politici, dai sindacati a una certa ideologia e filmografia di sinistra, in parecchi hanno cercato di metterla all'angolo. «Maggie» non si è mai fatta intimidire, né ha mutato parere.Nata il 13 ottobre 1925 nella cittadina di Grantham, nel Lincolnshire, proviene da una famiglia semplice e unita: il padre, del quale sarà sempre una grande ammiratrice, possiede un negozio di generi alimentari e si occupa di politica; la madre si dedica alla casa e all'attività familiare. C'è anche una sorella minore. Quando, in anni successivi, la Thatcher scalerà gli scivolosi gradini del partito più conservatore del mondo fino a conquistarne il vertice, gli avversari la soprannomineranno con malcelato disprezzo the grocer's daughter, «la figlia del droghiere». In realtà, proprio il fatto di essere «la figlia del droghiere», e non provenire dall'establishment, la rende tanto fuori dal comune.La rigorosa etica familiare, unita a quella del lavoro e del servizio, la fede protestante metodista, l'impegno civile e sociale, la fiducia nel proprio Paese, la convinzione dell'importanza del merito e dell'impegno, sono per Margaret altrettante pietre miliari, che influenzeranno la sua vita. Dirà: «Non conosco nessuno che sia arrivato al vertice senza lavorare sodo. Questa è l'unica ricetta. Non ti condurrà sempre all'apice, ma potrai arrivarci abbastanza vicino».Laureata in Chimica a Oxford, la Thatcher inizia sin dal periodo degli studi a occuparsi di politica: anche per questa ragione, prenderà successivamente una laurea in Legge. Dopodiché, comincia a lavorare come ricercatrice chimica alla Bx Plastics. Si sposta nel Kent, per assecondare il proprio impegno politico e al tempo stesso impiegarsi in un'altra industria. Lì prende parte alle elezioni del 1950 e 1951: non riesce a battere il candidato laburista, ma ottiene comunque un notevole plauso e fa crescere i voti del partito.Nel frattempo conosce l'industriale Denis Thatcher, che sposa nello stesso 1951 e da cui ha i gemelli Mark e Carol nel 1953. Finalmente, nel 1959 viene eletta alla camera dei Comuni; poi, nel 1961 diventa segretario parlamentare al ministero delle Pensioni. Quando i conservatori perdono il potere, viene chiamata a far parte dello Shadow Cabinet, il governo ombra, in materia di Trasporti e di istruzione. Nel 1970 i conservatori tornano al governo e Maggie diviene segretario di Stato dell'Istruzione e della Scienza. Per seguire la linea imposta dal governo deve prendere misure assai poco popolari, come quella riguardante l'abolizione del latte nelle scuole, già iniziata dai labour. In seguito, il suo partito viene sconfitto e la Thatcher diventa ministro ombra dell'Ambiente.Il periodo è per la Gran Bretagna molto difficile e travagliato, segnato da una profonda crisi politica, economica, sociale, culturale. Lei vuole contrastarla e decide di candidarsi a capo del partito conservatore, di cui assume la leadership nel febbraio 1975. È la prima figura femminile a tagliare questo traguardo. Non sempre, tuttavia, le donne sono state sue estimatrici, anzi spesso si sono rivelate feroci avversarie. Eppure, la Lady di ferro ha sempre dimostrato grande stima per le capacità del proprio sesso, tanto da dire: «Se vuoi che qualcosa sia detto, chiedilo a un uomo; se vuoi che sia fatto, chiedilo a una donna».Quindi, il 4 maggio 1979 diviene capo del governo, dopo aver condotto il partito alla vittoria. Arrivata a Downing Street, cita San Francesco: «Dove c'è discordia, che noi possiamo portare armonia. Dove c'è errore, che possiamo portare verità. Dove c'è dubbio, che si possa portare la fede. E dove c'è disperazione, che si possa portare speranza». In politica, però, l'armonia è di difficile attuazione: la Iron Lady è una condottiera e non esita a prendere misure estreme. Per esempio, assume il comando di un'operazione contro alcuni terroristi arabi che avevano preso 26 ostaggi nell'ambasciata iraniana di Londra. Ancora, rifiuta di cedere alle richieste di alcuni terroristi dell'Ira in carcere, che avevano iniziato lo sciopero della fame. Dieci di costoro moriranno. Nel 1982, fra lo stupore generale, dà inizio alla celebre guerra delle isole Falklands, proditoriamente occupate dall'Argentina. Nonostante le enormi distanze, spedisce in loco la flotta e continua con le operazioni militari fino alla vittoria.Grazie a queste dimostrazioni di forza, il suo consenso cresce e fra il 1983 e il 1987 conquista il suo secondo mandato governativo. Margaret Thatcher è anticomunista - famosa la battuta: «Il socialismo vuol dire vivere con i soldi degli altri. Il problema è che prima o poi i soldi degli altri finiscono» - liberista, favorevole al mercato e alle liberalizzazioni, nonché alle privatizzazioni, alla deregulation dei mercati finanziari. Tale modo di pensare la avvicina al presidente americano Ronald Reagan, che si rivela il suo migliore alleato. In quegli anni ci sono sulla scena politica europea e mondiale dei protagonisti inarrivabili; nonché un pontefice, Giovanni Paolo II, che si dimostra un grande capo carismatico, capace di dare un contributo fondamentale per sconfiggere il comunismo.Meggie scende in campo anche contro i sindacati, i Trade unions, in particolare contro quelli dei minatori. Le lotte fra costoro e la polizia danno luogo a battaglie feroci, con eccessi da ambo le parti. Sull'Europa, la Thatcher manifesta più di una perplessità, sino a ottenere la revisione dell'accordo sui finanziamenti europei per il settore agricolo. In seguito, si opporrà alla creazione dell'Unione europea e alla moneta unica. Nell'ottobre 1984, il primo ministro si salva da un attentato dell'Ira, avvenuto nel Grand Hotel di Brighton, dove ha luogo la convention dei Tories. Il giorno dopo, pronuncia con assoluto fair-play il suo discorso, per poi continuare nella lotta al terrorismo. Si muove con grande durezza anche contro i famigerati hooligan degli stadi, arrivando a stroncarli.Dopo le elezioni del 1987, viene rieletta a capo del Partito conservatore e incassa il terzo mandato, durato fino al 1990. La curva della sua popolarità, però, comincia a scendere, dato che la recessione si fa più forte, così come la spaccatura sociale. Non migliora la situazione il fatto che sia stata introdotta la poll-tax, una sorta di patrimoniale calcolata in base alla popolazione. Il suo partito comincia a voltarle le spalle; per cui la Thatcher deve infine lasciare la leadership e l'incarico di Primo ministro, che passa a John Major. Nel 1992 non si ricandida alla Camera dei Comuni, dato che è entrata alla Camera dei Lords (ormai, è la baronessa di Kesteven per nomina della regina Elisabetta, che pure non la amava). Le sue condizioni di salute vanno declinando: è colpita da infarti e ictus, si ammala di Alzheimer e muore nell'aprile 2013.Donna di straordinaria tempra, politica determinata e carismatica, ha contribuito a modernizzare l'Inghilterra, facendole imboccare il cammino che l'avrebbe poi condotta a uscire dalla crisi. Non a caso il Daily Mail le ha dedicato un numero dal titolo La donna che ha salvato l'Inghilterra. Certo, alcune delle misure da lei prese hanno avuto conseguenze poco felici, altre decisioni sono controverse e opinabili, ma Margaret Thatcher resta un grande leader politico, una persona con grande senso dello Stato e un modello per molte esponenti del sesso femminile, i cui successi sono un interessante paradigma. Come ha giustamente detto lei stessa: «Non sono stata fortunata. Me lo sono meritato».
Maria Chiara Monacelli
Maria Chiara Monacelli, fondatrice dell’azienda umbra Sensorial è riuscita a convertire un materiale tecnico in un veicolo emozionale per il design: «Il progetto intreccia neuroscienze, artigianato e luce. Vogliamo essere una nuova piattaforma creativa anche nell’arredamento».
In Umbria, terra di saperi antichi e materie autentiche, Maria Chiara Monacelli ha dato vita a una realtà capace di trasformare uno dei materiali più umili e tecnici - il cemento - in un linguaggio sensoriale e poetico. Con il suo progetto Sensorial, Monacelli ridefinisce i confini del design artigianale italiano, esplorando il cemento come materia viva, capace di catturare la luce, restituire emozioni tattili e raccontare nuove forme di bellezza. La sua azienda, nata da una visione che unisce ricerca materica, manualità e innovazione, eleva l’artigianato a esperienza, portando il cemento oltre la funzione strutturale e trasformandolo in superficie, texture e gioiello. Un percorso che testimonia quanto la creatività, quando radicata nel territorio e nel saper fare italiano, possa dare nuova vita anche alle materie più inattese.
Diego Fusaro (Imagoeconomica)
Il filosofo Diego Fusaro: «Il cibo nutre la pancia ma anche la testa. È in atto una vera e propria guerra contro la nostra identità culinaria».
La filosofia si nutre di pasta e fagioli, meglio se con le cotiche. La filosofia apprezza molto l’ossobuco alla milanese con il ris giald, il riso allo zafferano giallo come l’oro. E i bucatini all’amatriciana? I saltinbocca alla romana? La finocchiona toscana? La filosofia è ghiotta di questa e di quelli. È ghiotta di ogni piatto che ha un passato, una tradizione, un’identità territoriale, una cultura. Lo spiega bene Diego Fusaro, filosofo, docente di storia della filosofia all’Istituto alti studi strategici e politici di Milano, autore del libro La dittatura del sapore: «La filosofia va a nozze con i piatti che si nutrono di cultura e ci aiutano a combattere il dilagante globalismo guidato dalle multinazionali che ci vorrebbero tutti omologati nei gusti, con le stesse abitudini alimentari, con uno stesso piatto unico. Sedersi a tavola in buona compagnia e mangiare i piatti tradizionali del proprio territorio è un atto filosofico, culturale. La filosofia è pensiero e i migliori pensieri nascono a tavola dove si difende ciò che siamo, la nostra identità dalla dittatura del sapore che dopo averci imposto il politicamente corretto vorrebbe imporci il gastronomicamente corretto: larve, insetti, grilli».
Leonardo
Il fondo è pronto a entrare nella divisione aerostrutture della società della difesa. Possibile accordo già dopo l’incontro di settimana prossima tra Meloni e Bin Salman.
La data da segnare con il circoletto rosso nell’agenda finanziaria è quella del 3 dicembre. Quando il presidente del consiglio, Giorgia Meloni, parteciperà al quarantaseiesimo vertice del Consiglio di cooperazione del Golfo (Ccg), su espressa richiesta del re del Bahrein, Hamad bin Isa Al Khalifa. Una presenza assolutamente non scontata, perché nella Penisola araba sono solitamente parchi con gli inviti. Negli anni hanno fatto qualche eccezione per l’ex premier britannica Theresa May, l’ex presidente francese François Hollande e l’attuale leader cinese Xi Jinping e poco altro.
Emmanuel Macron (Ansa)
Bruxelles apre una procedura sull’Italia per le banche e tace sull’acciaio transalpino.
L’Europa continua a strizzare l’occhio alla Francia, o meglio, a chiuderlo. Questa volta si tratta della nazionalizzazione di ArcelorMittal France, la controllata transalpina del colosso dell’acciaio indiano. La Camera dei deputati francese ha votato la proposta del partito di estrema sinistra La France Insoumise guidato da Jean-Luc Mélenchon. Il provvedimento è stato approvato con il supporto degli altri partiti di sinistra, mentre Rassemblement National ha ritenuto di astenersi. Manca il voto in Senato dove l’approvazione si preannuncia più difficile, visto che destra e centro sono contrari alla nazionalizzazione e possono contare su un numero maggiore di senatori. All’Assemblée Nationale hanno votato a favore 127 deputati contro 41. Il governo è contrario alla proposta di legge, mentre il leader di La France Insoumise, Mélenchon, su X ha commentato: «Una pagina di storia all’Assemblea nazionale».






