2021-07-30
Parte la carica per la terza dose. Primo bersaglio: fragili e sanitari
Per Pfizer, l'efficacia del medicinale si riduce dopo sei mesi. Esperti e agenzie frenano, il ministero ci pensa. Andrea Costa: «L'avremo a un anno dalla seconda». Dubbi sulla funzionalità degli hub e sulla durata del green pass.Si torna alla carica con la questione della terza dose del vaccino anti Covid-19. Con un tempismo perfetto, Pfizer, nell'annunciare i dati finanziari relativi al secondo trimestre 2021 (entro l'anno, prevede di incassare 33 miliardi di ricavi), ha anticipato i risultati di uno studio che, sull'onda della variante Delta, dimostrerebbe la necessità, a sei mesi dalla seconda, di una terza dose (booster) del vaccino anti Covid sviluppato con Biontech. Gli anticorpi contro la variante Delta «sono più di 5 volte superiori nelle persone più giovani e oltre 11 volte maggiori nelle persone anziane, rispetto a due dosi», dice una nota. La cosa interessante è nei risultati a sei mesi dalla seconda dose. L'efficacia del vaccino nel prevenire l'infezione passa dal 91% all'86-100% (in base a età, etnie e vari fattori), perdendo in media un 6% di copertura ogni due mesi. Non cambia però il dato dell'efficacia contro Covid grave, che è sempre intorno al 97%. In altre parole, «a distanza di sei mesi c'è una leggera riduzione della protezione dalla forma sintomatica, ma rimane elevata la prevenzione della forma grave di malattia, che è l'indicatore che ha il peso maggiore», osserva Antonio Clavenna, responsabile del laboratorio Farmacoepidemiologia dell'Irccs Mario Negri. Ovviamente Pfizer assicura di «condividere tutti i risultati degli studi in corso» con le agenzie regolatorie. Sulla stessa strategia sta muovendosi anche Moderna per il suo vaccino a mRna. Ema e Oms frenano, considerando la decisione sulla terza dose prematura, ma la Commissione europea ha già prenotato 1,8 miliardi di dosi di Pfizer e opzionato ulteriori 150 milioni di dosi di Moderna qualora la terza dose «dovesse rivelarsi necessaria». Tutti gli enti assicurano che, qualunque decisione sulla terza dose, «verrà presa sulla base dell'evidenza scientifica». Sarà, ma qualche dubbio che alla fine siano la politica e l'economia a pesare più della scienza, dopo un anno di pandemia, resta. Israele, primo Paese a vaccinare l'intera popolazione e che ha un accordo per fornire dati sanitari a Pfizer, da domenica partirà con l'inoculazione di una terza dose di vaccino anti Covid per gli anziani over 60. La scienza sarebbe prudente perché sulla durata dell'immunità indotta dalla malattia e dal vaccino «non abbiamo lo stesso tempo di osservazione», dice Clavenna. «Con lo studio di Vo - primo focolaio italiano- siamo a 10-12 mesi, in vivo. Per il vaccino arriviamo a sei». Serve più tempo e anche per questo gli esperti propendono, con cautela, per una terza dose per singole categorie di persone fragili. «Potrebbe essere necessaria solo in caso di calo della memoria immunologica o in presenza di una variante da cui non dovesse coprire il vaccino o in persone che hanno risposto relativamente male alle due dosi», per Sergio Abrignani, immunologo del Cts. Anche Francesco Le Foche, immunologo del Policlinico Umberto I di Roma, ritiene possibile «una terza dose per le persone che assumono immunosoppressivi, per i trapiantati e per persone con patologie particolari come malattie autoimmuni o patologie infiammatorie croniche». Contrario Massimo Galli, direttore di Malattie infettive all'ospedale Sacco di Milano: né per i sanitari e «nemmeno per i fragili e gli immunodepressi, senza nessuna valutazione del loro stato rispetto alla risposta immunitaria». La questione è comunque allo studio del ministero della Salute, come conferma il sottosegretario Pierpaolo Sileri, che dichiara di aver «scritto sollecitando un provvedimento che preveda la terza dose per coloro che hanno problemi immunologici e coloro che presentano gravi fragilità» e per «tutti coloro che hanno fatto il vaccino ad inizio della campagna vaccinale, come ad esempio gli operatori sanitari». Il sottosegretario, Andrea Costa, ha invece definito «molto probabile» una terza dose dopo un anno dalla seconda, per tutti. La terza dose aprirebbe un caos non indifferente anche sul versante del green pass e sull'accessibilità alla vita sociale proprio per gli over 60, i più restii all'inoculazione. Come regolarsi per il rinnovo? Attualmente il pass dura nove mesi: sarebbe ridotto? E se dovessero fare il richiamo a sei, sarebbe già in scadenza per i sanitari vaccinati a marzo e, presto, anche per il resto della popolazione, anche fragile. Come organizzarsi: serviranno ancora gli hub? E i guariti come dovrebbero fare, visto che per loro c'è una sola dose e validità di sei mesi? Il commissario Francesco Figluolo assicura che se dovesse servire una terza dose «siamo pronti». Si fa intanto avanti una terza opzione: la dose booster di Covid insieme all'antinfluenzale in autunno, dal medico.
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