2021-07-17
I terroristi climatici si nutrono delle tragedie
Davanti alla catastrofe che ha colpito la Germania, la lobby green lancia i suoi slogan: «È colpa del petrolio e della Co2». Sono atti di sciacallaggio per spingere l'affare multimiliardario dell'elettrico. In più tacendo sul fatto che, eventi simili, si verificano da secoli.C'è stata un'alluvione di luogocomunismo che ha sommerso le coscienze e alla lunga farà più vittime (solidarietà alla Germania e al Belgio, ai tedeschi e ai belgi, sia chiaro) di quelle che si sono purtroppo avute nel cuore dell'Europa. I giornali del gruppo Gedi hanno inzuppato il biscotto dell'allarmismo nel fango tedesco per farci sapere che è stata «La strage del clima» (la Repubblica) e «L'ultimo avviso» (La Stampa). Oddio poi hanno anche un titolino che dice: «Perché il verde non sarà indolore». Insomma gli editori di questi augusti fogli che sono anche produttori di auto ora endotermiche che l'Europa mette fuori mercato tra una decina d'anni dovranno spiegare agli operai che perdono il lavoro per la rivoluzione green cosa succederà loro, dovranno spiegare l'alluvione dei licenziamenti e siccome la diga non c'è provano a mettere le mani avanti!Ma perché si alza l'allarme ecologista? La ragione è meramente politica ed economica. In Germania a settembre si vota e per la Cdu, partito a cui appartiene Ursula Von der Leyen, c'è il rischio concreto che vincano i Verdi. Così a noi europei per accontentare i tedeschi tocca diventare rapidamente più poveri. Ma c'è un'altra ragione, sempre tedesca, che nessuno dice: loro sono i primi produttori di auto, ma hanno un problema; le vendono soprattutto in Cina dove non sanno fare motori a scoppio, ma sono molto avanti sull'elettrico. E allora? Smettiamo di fare auto a benzina o a gasolio così rincorriamo i cinesi e gli vendiamo, tanto per citare una marca, le Mercedes. In più sanno perfettamente i costruttori di auto elettriche che la vita di una vettura equipaggiata con batterie al litio è di circa otto anni. Dopo è da buttare e per uno strano caso gli unici in Europa che sono in grado di riciclare (solo al 50 per cento perché poi nell'ambiente viene rilasciata una montagna di scorie tossiche) le batterie esauste sono i tedeschi. Torneremo sul tema più approfonditamente, ma qui tocca dire come il presunto ambientalismo che sembra pratica meritoria sia fondato su un discreto castello di menzogne, abbia fondamento nel luogocomunismo e produca effetti devastanti. La prima osservazione; il refrain preferito è: «salviamo il pianeta». Detto tra noi il pianeta non ha nessun bisogno di essere salvato, semmai siamo noi che lo abitiamo in cerca di una scialuppa. La terra se ne frega di noi come se ne fregò dei dinosauri estinti da un meteorite che precipitando sulla terra provocò contemporaneamente uno tsunami e lo sprigionarsi di gas mefitici. Secondo luogo comune: esiste una strettissima relazione tra le emissioni di Co2 (con cui peraltro si sfamano le piante che essendo i più antichi abitatori del pianeta segnalano che non tutti i presunti veleni vengono per nuocere) e il cambiamento climatico. Le statistiche storiche del pianeta dicono che non è così: i cambiamenti climatici si sono sempre prodotti a prescindere dalle attività umane che peraltro sono apprezzabili dall'inezia di appena 30.000 anni. In più l'emissione di gas serra parte dalla fine dell'Ottocento e le alluvioni - come l'alternarsi tra glaciazioni e riscaldamento - ci sono sempre state. Certo a tutti piace vivere in un mondo pulito e sano, ma c'è da capire se l'ansia da prestazione green non sia peggiore del male che si vuole combattere e soprattutto va dichiarato che esistono già i professionisti dell'anti gas così come noi tristemente conosciamo i professionisti dell'anti mafia che lucrano sul luogocomunismo green in danno di tutti gli altri. Operazioni di greenwashing se ne fanno a migliaia ogni giorno e c'è chi specula senza ritegno, sovente assistito da autorità di governo, sulla credulità popolare. Il fatto è che i professionisti dell'anti gas hanno conquistato le istituzioni europee e ci dettano leggi che non salvano l'ambiente, ma impoveriscono la gente. Un esempio? Siamo ancora in Germania: la Deutsche Bank - che peraltro ha avvertito «se volete il green deal dovete imporre un'ecoditattura» - ha qualche problema di tenuta dei conti e così è la prima ad aver lanciato i green bond. Guarda caso la Bce ora si sta convertendo alla finanza verde e la promuove. Insomma viene da pensare che, in termini politici e compiangendo le vittime, l'alluvione per la Germania sia acqua benedetta e che Usrula Von der Leyen abbia fatto la danza della pioggia. Perché a veder bene i disastri di oggi non sono molto diversi dai disastri del passato, anzi sono di dimensione ridotta. Scorrendo un po' la storia ci si imbatte in qualche data infausta. Quasi 1.000 anni fa (1164) si cominciò con l'esondazione di Santa Giuliana, è la prima di cui si ha documentazione: 20.000 morti nella Groninga. Un secolo poco più dopo (1287) inondazione di Santa Lucia finirono sott'acqua il Belgio e la bassa Sassonia: 80.000 morti. Nel 1362 allagate le zone costiere (25.000 morti), ma qualche cronaca ne riporta 100.000. Nel 1570 altro disastro tra Paesi Bassi e Groninga, dighe saltate e almeno 20.000 morti. Nel 1717 sempre nella provincia di Groninga ci fu l'inondazione di Natale: 14.000 morti. Tutti hanno titolato pensando agli aventi di questi giorni: è l'alluvione del secolo. In realtà l'alluvione del secolo è per ora, quella del 2002 che mandò sott'acqua Praga e Dresda e fece esondare la Moldava e l'Elba. I danni furono stimati in decine di miliardi; i Paesi interessati furono oltre alla Germania e alla Repubblica Ceca, l'Austria, la Slovacchia, la Polonia, l'Ungheria, la Romania e la Croazia. E tra il 1994 e il 2016 nel centro Europa ci sono stati oltre 100 eventi climatici di grande portata. Ah sia detto per inciso, la Germania che ci vuole tutti verdi o forse al verde, è il Paese europeo che ha la più alta capacità installata per produrre elettricità dal carbone con 44,5 gigawatt ed ha aperto una nuova centrale qualche mese fa - la Datteln 4 - da 1,1 GW. La Germania che ci vuole mandare in giro con le auto a batterie è il Paese dello scandalo dieselgate con i dati di emissione delle vetture truccati. La Germania che vieta le nostre plastiche è ancora il Paese in Europa che emette la maggiore quantità di gas serra, pari al 2,3% di quelle mondiali, e su base continentale Berlino emette il 22,5% di gas serra, noi stiamo sotto il 10%. Così giusto per saperlo. Ma tranquilli è la strage del clima.