2024-09-07
Follia ambientalista: sospeso il progetto del telescopio Ue che protegge la Terra
Esa è l'Agenzia spaziale europea (iStock)
Il Tar ferma la costruzione in Sicilia dell’osservatorio finanziato dall’Esa per bloccare le meteoriti. Adolfo Urso: decisione in tempi rapidi.Si chiama Flyeye e dovrebbe essere il primo telescopio di una rete globale di sicurezza progettata dall’Agenzia spaziale europea per monitorare la caduta di meteoriti e asteroidi. Flyeye dovrebbe nascere in Sicilia, sul Monte Mufara, nelle Madonie in provincia di Palermo. Quasi 1.900 metri di altezza, una posizione ideale per identificare i potenziali oggetti pericolosi e fornire in tempo utile alert preventivi. Progetto già finanziato, l’Esa ha stanziato 12 milioni di euro, che doveva partire in queste ore con la posa delle prime pietre. Doveva, appunto. E invece siamo ancora appesi al condizionale. Motivo? Il diniego del solito Tar, questa volta quello siciliano, che ha stoppato tutto per il ricorso delle solite associazioni ambientaliste. Il paradosso è che Legambiente Sicilia, Lipu e Wwf stanno bloccando un programma che a prescindere dalle ovvie ricadute positive in termini di investimenti (1,5 milioni solo per l’indotto) e occupazione ha un obiettivo che dovrebbe rappresentare il loro core business: la salvaguardia della Terra. Ma tant’è. Secondo Club Alpino italiano, Italia Nostra & Compagni (ci sono anche loro nel novero dei ricorrenti) i lavori richiederebbero alcune attività che possono nuocere alla natura. Tipo? Scavi e rimozione di terra (ma guarda!) e la realizzazione di un’opera che è alta più di 10 metri e copre una superficie di 800 metri quadrati. Poi ci sarebbero una nuova strada e un parcheggio. Troppo.Lo scontro è subito diventato politico. Anzi, è politico ormai da un po’ di tempo (visto che da tempo le associazioni ambientaliste stanno mettendo i bastoni tra le ruote all’Esa) e dovrebbe sciogliersi definitivamente il 24 settembre, quando il tribunale in versione collegiale si pronuncerà in modo definitivo sul merito della vicenda. Da una parte c’è il ministro dell’Industria Adolfo Urso che invoca chiarezza in tempi brevi per non perdere una grande opportunità per il Paese e ha da poco parlato con il direttore generale dell’Esa, Josef Aschbacher, auspicando che la perdita di reputazione che il pasticcio sta creando non provochi conseguenze negative anche sugli altri progetti dell’Agenzia in Italia, dall’altro gli ambientalisti duri e puri che ancora una volta invece di guardare alla luna di un piano internazionale finalizzato a proteggere la Terra si soffermano sul dito dei vincoli paesaggistici e ambientali.Va ricordato infatti che il vincolo è stato limitato nel 2023 da un decreto (Asset) del governo che definisce «strategici» tutti gli osservatori astronomici finanziati dall’Esa e quindi consente la costruzione in deroga. Anche perché la scelta della Sicilia non è per nulla casuale. Dal sito delle Madonie si gode di una visuale privilegiata, un punto di osservazione unico per limpidezza delle immagini e assenza di inquinamento luminoso: l’ideale la ricerca e l’astronomia (vista anche la vicinanza con il polo astronomico Gal Hassin di Isnello). Proprio per questo l’Esa in questi mesi ha tenuto la barra dritta e non ha cambiato idea anche quando si è prospettata la possibilità di di trasferire alle Azzorre l’osservatorio e il telescopio. Ma fino a quando potrà resistere? «L’impianto ha un’alta tecnologia. Il telescopio Flyeye», evidenzia all’Ansa Pino Mogavero presidente del polo Gal Hassin di Isnello, «è uno strumento innovativo in grado di coprire un vasto campo visivo. E visto il decreto legislativo del governo le opere progettate non rientrano nel campo d’applicazione dei divieti». Vallo a dire alle sigle ambientaliste che ieri hanno tenuto un presidio alle pendici di monte Mufara e che nel ricorso parlano di mancanza di retroattività per il decreto dell’esecutivo e di profili di incostituzionalità. Insomma, la solita solfa. «Neanche noi siamo contrari al telescopio e alle sue finalità scientifiche», ha dichiarato all’Ansa il presidente di Legambiente Sicilia, Tommaso Castronovo, «ma chiediamo che le opere previste non abbiano un impatto importante. Cerchiamo insieme soluzioni alternative». Una richiesta di mediazione che risulta tardiva. E appare più come la volontà di non rimetterci del tutto la faccia che come la reale volontà di trovare un punto di caduta. E che cozza con la versione di Marcello Catanzaro, il sindaco di Isnello. «Sosteniamo la collocazione del telescopio dell’Agenzia spaziale europea sul Monte Mufara perché si tratta di un progetto che pone il nostro territorio al centro della ricerca astronomica mondiale. Un progetto importante per studiare l’Universo e per difendere il pianeta e che rappresenta anche una opportunità per le nostre Comunità. Ho letto e ascoltato troppe assurdità in questi giorni: che a Mufara sorgerà una base militare, che si metteranno cariche di dinamite per fare saltare le rocce, che dell’Universo non ce ne deve importare niente, che si stanno violando le leggi. Sono stati fatti incontri pubblici e in quelle circostanze è stato spiegato il progetto e sono state anche esplicitate le norme vigenti, che consentono la realizzazione di strutture necessarie alla ricerca scientifica in tutto il territorio dell’ente parco delle Madonie».
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)