2023-07-19
Se il telecronista sbraca in diretta il colpevole è sempre il centrodestra
Nel riquadro il giornalista di Rai Sport Lorenzo Leonarduzzi (Ansa)
Per i progressisti il governo dovrebbe pagare per sciocchezze dette da chi è in Rai da anni.Questa Rai del centrodestra, pur con i connotati ancora in via di definizione, si sta già rivelando un bel trampolino: per perdere il lavoro o per non ottenerlo mai. Ne sa qualcosa il giornalista di Rai Sport Lorenzo Leonarduzzi, appena sospeso dall’amministratore delegato di Viale Mazzini, Roberto Sergio, per avere pronunciato alcune battute da caserma durante una pausa della diretta dei Mondiali di tuffi attualmente in corso a Fukuoka, in Giappone. Battute che Leonarduzzi pensava di formulare a esclusivo «beneficio» - se così si può dire visto l’assai basso livello delle stesse - del commentatore tecnico Massimiliano Mazzucchi, che gli era accanto.La sfortuna, o la sprovvedutezza, di Leonarduzzi, non nuovo a infortuni simili (anche quando regolarmente in onda), ha invece fatto sì che in quel frangente il collegamento rimanesse aperto, per cui anche i telespettatori di RaiPlay 2, che trasmetteva l’evento, si sono dovuti sorbire stantie facezie, ispirate a Leonarduzzi da alcune tuffatrici olandesi, di questo genere: «Si la do. Gli uomini devono suonare sette note, le donne soltanto tre» o «Alte o basse, a letto le donne sono tutte uguali» (anche se quest’ultima frase Leonarduzzi sostiene di non averla detta). Pur essendo state pronunciate nella convinzione di non essere uditi da alcuno tranne che dal malcapitato Mazzucchi, tali parole hanno ovviamente suscitato un vespaio micidiale una volta rese note all’universo mondo dapprima dall’account @defrogging e quindi da una pec inviata alla Rai.Pec che ha anche offerto il destro a Leonarduzzi per buttarla sul dietrologico: «La persona che ha riportato queste cose alla Rai mandando una mail che contiene anche una minaccia, perché lui affermava che senza provvedimenti era pronto a rendere pubblico tutto, gestisce il blog nazionale di Nicola Marconi, che era stato proposto per il commento del mondiale dei tuffi al posto di Mazzucchi. C’è del dolo, è un complotto». Complotto o no, di certo c’è che Leonarduzzi, com’era ovvio, è stato subitaneamente crocifisso anche sui social e sulla maggior parte delle testate giornalistiche, dove a molti non è parso vero di strumentalizzare l’episodio per sferrare i consueti attacchi di carattere «antropologico» nei confronti di tutto ciò che non sia riferibile all’ambito progressista. Il sillogismo (che è in realtà un paralogismo, essendo fallace) è, stavolta, il seguente: al governo c’è la destra; a un telecronista della Rai sono sfuggiti dei fuori onda imbarazzanti; conclusione: la Rai attuale, emanazione della destra, è una taverna affollata di bifolchi dalla quale ci si deve attendere ogni sorta di abiezione verbale e morale.Eppure, oltre a Leonarduzzi, ad andare incontro a traversie professionali con la Rai (talora anche più gravi di quelle che sta vivendo il telecronista sportivo) sono stati, negli ultimi giorni, dei professionisti certamente non ascrivibili alla sinistra, da Filippo Facci, che si è visto togliere - prima ancora di iniziarla - una striscia quotidiana di approfondimento su Rai 2 per il contestato passaggio di un suo articolo dedicato al caso di Leonardo Apache La Russa, fino a Pino Insegno, biasimato per un commento sull’età della soubrette Ainett Stephens. Questo per dire che la Rai odierna a tutto somiglia fuorché a un fortilizio della destra, apparendo piuttosto sensibilissima a determinate istanze, non di rado declinate secondo i codici di un’ipocrita isteria, care al mondo della sinistra e genericamente riconducibili alla sfera della cosiddetta «correttezza politica».Anche lo storico presentatore Claudio Lippi sembra essersi giocato future collaborazioni con il servizio pubblico a causa di alcune recenti considerazioni sulla comunità Lgbtqia+ e, addirittura, per avere auspicato l’adozione di un «linguaggio popolare come quello di Giorgia Meloni». Alla faccia della TeleMeloni di cui straparlava ieri Repubblica. Peraltro nel medesimo articolo, a firma di Giovanna Vitale, si definivano «epurati», pur senza nominarli, i vari Fazio e Annunziata da poco accomiatatisi dalla Rai: a noi, però, risulta se ne siano andati di propria spontanea volontà, ma magari ricordiamo male. E a proposito di Lucia Annunziata. Va da sé che, in privato o tra amici (o quando non si è in onda, se ci si trova in uno studio tv), tutti noi, a prescindere dalle appartenenze politiche e dalle convinzioni ideologiche, siamo in grado di dire le peggiori cose, né più né meno dello sfortunato Leonarduzzi. Ce lo insegna proprio la Annunziata, che lo scorso anno, con il supporto del collega e alto papavero Rai Antonio Di Bella (progressista lei, progressista lui), in un fuori onda di un programma sulla guerra in Ucraina, parlò delle donne ucraine come di «cameriere, badanti e anche amanti».Vi furono nella circostanza defenestrazioni, sospensioni, cancellazioni di programmi? Figuriamoci, i due rimasero serenamente al proprio posto. Eh sì: se lo scivolone è di sinistra, affinché tutto si sistemi è sufficiente un’arrampicata sugli specchi. Meglio ancora: un bel carpiato. Altro che le tuffatrici olandesi.