2025-11-14
Berlino pescherà a sorte le leve da arruolare
La Germania lancia il piano per reclutare mezzo milione di ragazzini, tra combattenti e riservisti: dal 2026, questionari obbligatori e visite militari ai diciottenni. Se scarseggeranno volontari, i coscritti verranno estratti. Per adesso, esentati donne e «non binari».Dal divano alla trincea. Dai giovani che salvano il Paese restando sul divano durante il lockdown, ai diciottenni che devono mobilitarsi per la futura guerra contro la Russia. Nell’Europa di oggi, la storia si ribalta con disinvoltura. E così, archiviato lo spot del 2020, in cui lodava gli eroi della pandemia per essere stati «pigri come procioni», la Germania ha cambiato parola d’ordine. Prima era: «Restate a casa». Adesso è diventata: «Arruolatevi». Il piano teutonico per rimpinguare le file dell’esercito con la coscrizione, concordato dai partiti di maggioranza e presentato ieri in conferenza stampa a Berlino, non è privo di aspetti grotteschi. A cominciare dal regime di esenzioni: il questionario che, dal 2026, il governo spedirà a chi compie la maggiore età, per determinarne l’abilità alla leva, dovrà essere obbligatoriamente compilato dai maschi, ma potrà essere ignorato dalle femmine e dai «non binari». Il confine tra l’inclusività e la gaffe è labile: il guanto di velluto arcobaleno l’avrà preteso la sinistra? Oppure la Bundeswehr non intende ingaggiare trans e individui dall’identità di genere ambigua?L’obiettivo della riforma, avviata a fine agosto con l’ambizioso proposito di radunare mezzo milione di combattenti, ma finalizzata solo ora, dopo lunghi negoziati tra Cdu e Spd, è di portare le forze armate dai circa 182.000 soldati attivi di oggi a 260.000. Ai quali dovrebbero aggiungersi 200.000 riservisti; al momento, ce ne sono 60.000. Nell’era dei droni e dei cyberattacchi, il fattore umano è ancora determinante. Negli scenari ai quali ci eravamo abituati negli anni Novanta e nel primo decennio dei Duemila, tra le operazioni in Kuwait e nei Balcani e, poi, i Blitzkrieg antiterrorismo, l’asimmetria dei belligeranti rendeva secondaria la quantità di truppe schierate. Anzi, l’idea era che si dovessero rischiare meno militari possibile. Ma dove gli eserciti si equivalgono, come nel teatro ucraino e nell’ipotesi di un confronto diretto con Mosca, torna in auge la logica delle guerre mondiali: occorre carne da mandare al macello.Per accontentare i socialdemocratici - i quali esprimono il ministro della Difesa, Boris Pistorius - l’esecutivo di coalizione ha mantenuto la selezione volontaria. Un provvedimento che vanifica l’appello del ministro della Famiglia, la cristiano-democratica Katia Prien, secondo cui la coscrizione di entrambi i sessi era questione di parità. Gli uomini, dunque, saranno tenuti a rispondere alle domande sul loro stato fisico e mentale e sulla loro disponibilità a servire la patria fucile in spalla. Pistorius, nelle scorse settimane, aveva riesumato persino la mitica visita militare - e la memoria corre alle commedie sexy di Lino Banfi ed Edwige Fenech. Alla fine, comunque, la gioventù potrà scegliere se indossare davvero la divisa oppure restarsene sul sofà, come durante il Covid. A meno che lo Stato si ritrovi senza abbastanza soldati. In questo caso, il Bundestag, il Parlamento tedesco, potrebbe ricorrere a una sorta di lotteria, per pescare a sorte le reclute. Uno stratagemma dalle tragicomiche tinte fantozziane. Tipo l’estrazione del kamikaze «Tozzi-Fan» per l’attacco a Pearl Harbor, o l’«orrendo sorteggione» in sala mensa, con i dipendenti della megaditta che pregano e fanno gli scongiuri.Per la Germania, devastata, smembrata e smilitarizzata nel 1945, paralizzata a lungo dai sensi di colpa per le brutalità del nazismo e votata a un inscalfibile pacifismo, l’intesa Cdu-Spd rappresenta una svolta storica, anche se la leva obbligatoria era stata abolita piuttosto di recente, nel 2011. La minaccia russa è al contempo una giustificazione e un pretesto: rende ragione del rinnovato interesse dei Paesi occidentali per la difesa, ma è pure la foglia di fico per coprire la distruzione provocata dalle politiche green, cui si cerca di rimediare con una riconversione industriale massiccia dall’ambito civile a quello marziale. Senza trascurare le brame geopolitiche che potrebbero maturare all’ombra degli eserciti.Prima ancora di rifondare il suo, infatti, Berlino ha già cominciato ad avventurarsi in una serie di iniziative all’estero. Ha spedito un contingente in Lituania, nazione che si trovava ai confini orientali della Prussia e nella quale, dopo la sconfitta degli zaristi nel 1914, lo stato maggiore del Kaiser istituì un’amministrazione militare guidata da Erich Ludendorff. La proiezione verso Est è un pallino della Germania; la delirante teoria del Lebensraum da conquistare schiavizzando i popoli slavi ne era la perversione hitleriana. Intanto, il concetto strategico tedesco ha iniziato a rivolgere le proprie attenzioni all’area artica, contesa tra le principali potenze mondiali, in particolare Usa e Russia. È in quest’ottica che, da un paio d’anni, la Luftwaffe ha schierato i suoi jet in Islanda. L’aviazione sta incrementando la flotta con l’acquisto di Eurofighter e F-35, mentre la lite con la Francia ha inibito il progetto per un caccia di sesta generazione. Il riarmo - il piano da quasi 1.000 miliardi finanziati a deficit - include, inoltre, tank, mezzi terrestri da battaglia e il rinnovamento della Marina: a dicembre 2024, era stato approvato uno stanziamento da 4,7 miliardi per i sottomarini ThyssenKrupp. Toh: proprio dai servizi tedeschi era partito l’allarme sulle mire di Vladimir Putin, che sarebbe deciso ad attaccare la Nato entro il 2030. È da maggio che il cancelliere, Friedrich Merz, promette di costituire la più potente forza armata del continente. Lo hanno confermato Pistorius e il ministro degli Esteri, Johann Wadephul. A Berlino dicono: ce lo chiedono gli alleati. Le prime due volte andò malissimo. Questa è la volta buona?
Ll’ex ministro dell’Energia Svitlana Grynchuk (Ansa)