2023-04-19
L’Ue raddoppia la tassa sul green. Adesso pagano pure gli affittuari
L’Europarlamento approva la riforma dell’Ets, il meccanismo di scambio dei permessi a inquinare, scaricando le emissioni su proprietari e inquilini degli immobili. Dazi sulle importazioni di materie prime.Al via i negoziati in Europa sulla direttiva che costringe a ristrutturare le abitazioni energivore. Pichetto Fratin: non possiamo mettere fuorilegge il mattone dei più poveri.Lo speciale contiene due articoli.Il Parlamento europeo ha approvato ieri definitivamente tre importanti provvedimenti parte del complesso programma Fit for 55: la riforma dell’Ets (Emission Trading System, il mercato delle emissioni di CO2), il Fondo sociale per il clima e il discusso meccanismo Cbam (Carbon border adjustment mechanism). Ora le norme devono passare un’ultima volta dal Consiglio europeo, ma trattasi di pura formalità. I testi sono infatti arrivati ieri in aula già blindati dagli accordi presi nei mesi scorsi a livello di trilogo (Parlamento, Commissione e Consiglio) e potevano essere solo accettati o respinti in blocco. Le decisioni di Bruxelles, dunque, potranno entrare in vigore dopo la pubblicazione, forse già il mese prossimo.La riforma dell’Ets allarga l’area dei soggetti obbligati a pagare le quote di CO2 coinvolgendo anche i conduttori (inquilini e proprietari) delle abitazioni e i possessori di mezzi di trasporto. Il fondo sociale per il clima è lo strumento che dovrebbe distribuire i proventi dell’Ets ai consumatori più in difficoltà. Il meccanismo dell’adeguamento del carbonio alla frontiera (Cbam) obbligherà gli importatori di determinate merci ad acquistare i permessi di emissione relativi alla produzione delle merci importate.La riforma Ets è stata approvata con 413 voti favorevoli, 167 contrari e 57 astensioni. Tra gli italiani, contrari Lega e Fratelli d’Italia, astenuta Forza Italia. La riforma prevede una più rapida eliminazione delle quote gratuite per le imprese e la creazione di un nuovo sistema Ets per i combustibili per trasporto e per gli edifici dal 2027. Passa anche la revisione dell’Ets per l’aviazione nonché l’allargamento al settore marittimo, due provvedimenti votati separatamente ma parte organica della riforma.Il Fondo sociale passa con 521 voti (favorevoli tutti i partiti italiani) e sarà dotato di 65 miliardi frutto della vendita all’asta dei permessi di emissione, che saranno distribuiti a famiglie vulnerabili, piccole imprese e «utenti dei trasporti particolarmente colpiti dalla povertà energetica».Il Cbam è stato approvato con 487 voti favorevoli, 81 contrari e 75 astensioni. Tra gli italiani, favorevole Fratelli d’Italia, astenute Lega e Forza Italia (con l’eccezione di Salvatore De Meo, favorevole). La sinistra italiana ha votato sì a tutto.Marco Campomenosi, europarlamentare della Lega, gruppo Identità e Democrazia, ha affermato che «l’Ets per le case e le automobili avrà un impatto sociale molto negativo per le famiglie, per questo abbiamo votato contro. Non abbiamo sostenuto neppure il meccanismo di aggiustamento del carbonio alla frontiera, che ci preoccupa. Il Cbam non è dotato di un supporto all’export, che invece sarebbe necessario a compensazione, e si trasformerà in uno strumento che renderà più costoso produrre in Europa con componenti importate».Il Cbam si applicherà alle importazioni di energia elettrica, fertilizzanti, ferro, acciaio anche lavorato, alluminio, cemento e idrogeno. Alle imprese che importano in Ue questi prodotti la norma impone di comunicare la quantità di CO2 contenuta nelle merci, per acquistare poi i relativi permessi di emissione, valorizzati ai prezzi europei. Il meccanismo sarà introdotto dal 2026 e gli adempimenti non saranno leggeri. Le imprese dovranno registrarsi e comunicare ogni tre mesi le quantità importate. Una volta all’anno dovranno dichiarare l’ammontare della CO2 importata «contenuta» nei prodotti. A tale scopo, il regolamento fornisce le basi per effettuare i calcoli relativi. La quantità di CO2 dichiarata dovrà quindi essere valorizzata al prezzo medio delle quote, in euro a tonnellata, registrato sul mercato europeo. «I nodi presto verranno al pettine, ne pagheranno le spese imprese, lavoratori e famiglie. Sarebbe stato importante avere negli ultimi due anni un ministro della Transizione ecologica capace di portare a Bruxelles il punto di vista di imprese e lavoratori italiani molto preoccupati per l’impatto che queste regole avranno. L’allarme è arrivato troppo tardi» conclude Campomenosi.Un allarme diffuso tra le imprese già almeno dal 2021 e che nella primavera 2022 (vedi La Verità del 31 maggio 2022) era sfociato in una lettera di Eurofer, nella quale gli acciaieri europei (tra cui gli italiani Feralpi, Tenaris, Riva, Lucchini) manifestavano grande preoccupazione per la competitività dell’industria dell’acciaio europeo. Gli appelli alla cautela non sono serviti a nulla e la hybris eco distruttiva dell’Unione europea non si è placata. Le nuove norme alzeranno i costi dell’energia e arrivano come un rullo compressore in un panorama economico già preda di estrema incertezza, con un clima avverso agli investimenti. Il dato del PIL cinese (+4,5% nel primo trimestre dell’anno) segna una strada al rialzo per le materie prime, dunque una persistenza dell’inflazione. Se è così, né la Federal Reserve né la Banca Centrale Europea si precipiteranno ad abbassare i tassi di interesse, anzi. In un contesto simile le nuove norme europee non fanno che peggiorare il quadro, alzando ancora i costi. Evidentemente Bruxelles, troppo impegnata a salvare il mondo, non ha ancora capito che tenere bassi i prezzi dell’energia è fondamentale per la sopravvivenza dell’economia continentale.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/tassa-green-europa-2659878449.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="italia-al-lavoro-contro-la-casa-verde" data-post-id="2659878449" data-published-at="1681895433" data-use-pagination="False"> Italia al lavoro contro la casa verde Il governo vuole tendere una mano ai cittadini che non potranno intervenire per efficientare la propria casa a livello energetico. «Non possiamo mettere fuorilegge le case dei più poveri perché non intervengono per portarle in classe D» entro il 2033, ha detto ieri il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin. Il ministro ha parlato intervenendo all’evento “Corporate Sustainability Hub” alla Luiss Guido Carli, riferendosi alla direttiva case green approvata dal Parlamento Ue e precisando che si deve agire con decisioni «aiutandoli, perché non ce la fanno». Nella giornata di ieri, infatti, sono iniziati i negoziati sulla direttiva case green. In particolare, ieri è iniziato il cosiddetto trilogo tra il Consiglio europeo, il Parlamento europeo e la Commissione per arrivare a una versione definitiva del testo della norma che fornirà agli stati membri dell'Ue obiettivi vincolanti sulla ristrutturazione degli immobili più energivori. Una volta trovata la quadra sul testo, servirà poi una nuova approvazione a maggioranza al Consiglio europeo. Tra le misure che preoccupano in particolar modo, c’è la prescrizione che la Commissione europea si appresta ad approvare ponendo un indice di efficienza al 115% per le caldaie a gas. Come fanno sapere Proxigas (l’associazione che riunisce le imprese della filiera del gas naturale), Assogasliquidi (quella di Federchimica che rappresenta le imprese del comparto dei gas liquefatti), Assotermica (l’unione dei produttori apparecchi e componenti per impianti termici), Federcostruzioni (Federazione delle costruzioni), Ance (l'insieme nazionale dei costruttori edili) e Applia Italia (l’associazione dei produttori di apparecchi domestici e attrezzature professionali), questa regola «rappresenta di fatto un divieto di immissione sul mercato di tutte le caldaie e non risulta coerente con il parere espresso dal Parlamento europeo lo scorso 14 marzo sulla proposta di direttiva sulle prestazioni energetiche dell'edilizia». In particolare, le sei associazioni, spiega una nota, esprimono preoccupazione in merito agli orientamenti della Commissione europea in materia di progettazione ecocompatibile ed etichettatura energetica dei sistemi di riscaldamento che saranno oggetto del Consultation Forum organizzato dalla Commissione Ue per il prossimo 27 aprile. «Nel merito, pur condividendo gli obiettivi di riduzione delle emissioni e l’importanza di un impegno comune a livello europeo per realizzare i target ambientali, esprimiamo forti perplessità rispetto all’approccio adottato nel declinarli a livello legislativo», evidenziano Proxigas, Assogasliquidi, Assotermica, Federcostruzioni, Ance e Applia Italia, aggiungendo che «l’approccio è basato su divieti che non tengono conto delle prospettive di sviluppo delle tecnologie e dei vettori energetici e, soprattutto, non considerano le specificità dei singoli Stati membri», continua la nota. «Per il nostro Paese, dove il gas è centrale nel settore domestico», sottolineano le associazioni, «si prospettano ricadute sulla competitività dell’industria, sulla sostenibilità economica e sociale per le famiglie, sulla stabilità e sulla resilienza del sistema energetico. Criticità che rischiano di compromettere anche l’attuazione concreta del percorso di decarbonizzazione e che richiedono una attenzione specifica delle nostre Istituzioni per modificare sostanzialmente l'approccio della nuova regolamentazione».
Il cancelliere tedesco Friedrich Merz (Ansa)
Mario Draghi e Ursula von der Leyen (Ansa)
Il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin (Imagoeconomica). Nel riquadro il programma dell'evento organizzato da La Verità