2020-04-14
Conte sfiduciato da 2 italiani su 3
Secondo un sondaggio, il 63,5% degli intervistati non ha fiducia nel governo. E crescono anche gli euroscettici Evidentemente le piazzate a reti unificate non pagano. E nemmeno il caos sugli aiuti promessi e mai arrivati. Nascosto dai soffietti dei giornali e dei tg di regime, che ogni giorno magnificano l'operato del governo, ecco spuntare un sondaggio che la dice lunga sul gradimento dell'esecutivo guidato da Giuseppe Conte. Secondo una rilevazione di Tecnè per conto dell'agenzia Dire (non proprio un covo di pericolosi sovranisti), in due anni la voglia degli italiani di rimanere nella Ue è precipitata come mai s'era visto. Se fino a un paio d'anni fa almeno il 65% dei connazionali credeva fermamente in Bruxelles, tanto da aderire senza dubbi all'Unione, oggi, dopo il coronavirus, la percentuale di chi sposa senza tentennamenti l'idea degli Stati Uniti d'Europa e quella di chi invece procederebbe senza esitazioni a una separazione consensuale, e forse anche a un divorzio si equivalgono, con una differenza di pochi decimali. Sì, gli italiani sono divisi a metà, tra quelli che credono ancora all'Unione e quelli che invece, dopo le prove di solidarietà di olandesi e tedeschi, ritengono che sia meglio fare le valigie e andare ognuno per la propria strada.Tuttavia, la parte più interessante del sondaggio Tecnè-Dire non riguarda la percentuale di italiani che vuole mandare al diavolo Ursula von der Leyen e i suoi sponsor teutonici, bensì il gradimento del governo Conte presso gli elettori. Da giorni la propaganda di Palazzo Chigi ci bombarda con notizie che riguardano lo statista di Volturara Appula. Secondo i coiffeur del premier, quelli sempre pronti a pettinargli i capelli e sistemargli la pochette, il consenso di Giuseppe Conte non sarebbe stato mai così ampio, al punto che l'ex avvocato del popolo mediterebbe, appena conclusa la quarantena, di fondare un partito tutto suo. Il capo del governo sarebbe stufo di mercanteggiare con il Pd, i 5 stelle e Italia viva, perciò preferirebbe fare da solo e, appena se ne presentasse l'occasione, sarebbe pronto a creare un suo gruppo.Di persone che una volta conquistato il potere si siano montate la testa e abbiano perso di vista la realtà sono piene le cronache politiche di tutto il mondo. Da noi abbiamo ancora nella mente l'ascesa e la discesa di Mario Monti, il padre pio con il loden che nel 2011 avrebbe dovuto fare il miracolo di farci uscire dal tunnel della crisi. Come sia finita si sa: la luce della liberazione dei vincoli europei non l'abbiamo vista, in compenso abbiamo assistito alla nascita dell'ennesimo partitino che doveva cambiare il mondo, o per lo meno l'Italia: Scelta civica. Manco il tempo di contarsi e la nuova formazione si è dissolta come neve al sole, conquistando un primato e anche un nuovo nome: sciolta civica.Ora anche Conte accarezza l'idea di un partito tutto suo, come quei dipendenti che una volta imparato il mestiere sognano di mettersi in proprio. Con molta fantasia ha coniato anche il nome della nuova formazione: ConTe, con la t maiuscola. I fedeli dovrebbero andare con lui, cioè con Giuseppi, abbandonando i lidi sicuri del Pd, dei 5 stelle e forse pure di qualche partito moderato. Così, per lo meno, è quel che si augura il presidente del Consiglio dopo settimane passate in tv e soprattutto dopo aver rinchiuso gli italiani in casa costringendoli ad ascoltarlo. Secondo gli esperti, il premier decisionista che si prende cura degli italiani piacerebbe agli elettori, tanto da farne aumentare il gradimento sui social, dove già sarebbero spuntati i fan club.Peccato che a spegnere l'entusiasmo arrivi il sondaggio di Tecnè-Dire che, oltre a testimoniare la scarsa fiducia dell'elettorato nei confronti dell'Europa, certifica anche la diffidenza nei confronti di Conte. In poche settimane, la percentuale di persone che non ripone speranze nel governo e di riflesso in chi lo guida è arrivata al 63,5%, mentre chi si affida senza dubbi nelle mani del premier sfiora appena il 32. Nel giudizio su Conte gli indecisi scendono al minimo, ma chi è deciso a non fidarsi di Conte doppia il numero di quelli che credono in lui. In pratica, due italiani su tre pensano che Giuseppi non sia la persona giusta per salvare il Paese dall'epidemia e dalle sue conseguenze.Molto probabilmente, a influire sul giudizio sono molti fattori, ma uno ci pare degno di essere rilevato. Da quando è cominciata l'emergenza, Conte ha parlato molto, convocando una serie di conferenze stampa negli orari più strampalati che si potessero scegliere, non rispettando quasi mai l'orario dell'appuntamento. Ma al di là della puntualità, ciò che pare aver innervosito gli italiani è la mancata rispondenza fra le promesse e la realtà. Un mese fa, quando cominciò tutto e gli italiani furono rinchiusi in casa, Conte promise soldi a chiunque fosse rimasto senza lavoro. Beh, a distanza di cinque settimane, gli italiani invece degli aiuti hanno visto gli spiccioli. Altro che 600 euro per le partite Iva: la maggioranza di professionisti e lavoratori autonomi costretti a chiudere per decreto non ha avuto un euro. E quei pochi che l'hanno ottenuto si sono resi conto che il bonus era poco più di una mancia. In pratica, milioni di lavoratori autonomi stanno toccando con mano la realtà: lo Stato guidato da Conte aiuta di più chi sta a casa, con il reddito di cittadinanza, di chi si danna l'anima in ufficio o nella sua piccola azienda. Insomma, se la credibilità di Giuseppi cala nonostante sia sempre in video una ragione c'è. E oltre agli aiuti che non ci sono, forse ha contribuito anche la notizia che, mentre medici e infermieri combattevano il virus privi di mascherine, a Palazzo Chigi già a febbraio ci si attrezzava contro il Covid-19, con dispositivi di protezione e gel per la Casta, mentre chi combatteva in corsia ha dovuto aspettare settimane. Sì, Conte la mascherina ce l'ha, anzi, l'ha sempre avuta. E farebbe bene a usarla per non farsi riconoscere.
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