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Parigi senza bilancio, promozione per Roma
Emmanuel Macron (Ansa)
Per la prima volta nella storia, quasi l’intera Assemblea francese ha bocciato la legge finanziaria. C’è la concreta possibilità di arrivare a una sorta di proroga che costerebbe 11 miliardi. Nelle stesse ore Moody’s migliorava il giudizio sul debito italiano.

C’era una volta l’Italia pecora nera dell’Europa. Era il tempo in cui Parigi e Berlino si ergevano a garanti della stabilità economica europea, arrivando al punto di condizionare la vita di un governo e «consigliare» un cambio della guardia a Palazzo Chigi (come fu la staffetta tra Berlusconi e Monti con lo spread ai massimi). Sembra preistoria se si guarda alla situazione attuale con la premier Giorgia Meloni che riceve l’endorsement di organi di stampa, come l’Economist, anni luce distante ideologicamente dal centro destra e mai tenero con l’Italia e, più recente, la promozione delle agenzie di rating.

Da Fitch arriva un assist al governo per procedere al taglio delle tasse
Giancarlo Giorgetti (Ansa)
Nel report in cui migliora il rating del Paese, l’agenzia Usa dà anche un implicito «via libera» a ridurre le imposte. È una delle ultime occasioni per intervenire a favore del ceto medio prima delle politiche.
I «nemici» del rating lodano l’Italia
Giancarlo Giorgetti (Ansa)
Anche Moody’s, l’agenzia più ostile, migliora le previsioni sul Paese grazie alla stabilità della Meloni e ai conti pubblici. Giorgetti: «È importante, visti i giudizi negativi diffusi».
Moody's conferma il rating «Baa3» dell'Italia e alza l'outlook da negativo a stabile
Getty Images

Dall'agenzia di classificazione spiegano: - «Le prospettive economiche cicliche di medio termine continuano a essere sostenute dall'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza dell'Italia e i rischi per le forniture energetiche sono diminuiti, in parte grazie alla forte azione politica del governo».

Gli Usa sostengono l’Italia sui conti a rischio
Giancarlo Giorgetti (Ansa)
S&P conferma il rating, ma elenca criticità ereditate da Giuseppe Conte e Mario Draghi (Superbonus), dovute al caro energia (Pnrr) oppure collegate alla instabilità internazionale (spread). Bank of America: «Non ci sono imprudenze del governo Meloni».
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