2025-09-27
Da Fitch arriva un assist al governo per procedere al taglio delle tasse
Giancarlo Giorgetti (Ansa)
Nel report in cui migliora il rating del Paese, l’agenzia Usa dà anche un implicito «via libera» a ridurre le imposte. È una delle ultime occasioni per intervenire a favore del ceto medio prima delle politiche.Quando nella tarda serata di venerdì scorso l’agenzia Fitch ha elevato il rating dell’Italia a BBB+, ha fornito tre notizie: due buone e una cattiva.I titoli si sono ovviamente concentrati sul miglioramento del rating. Un semaforo (molto rozzo) che consente a molti investitori istituzionali di sovra o sotto pesare i titoli italiani in portafoglio e quindi l’aumento di un gradino sulla scala di valutazione, amplia automaticamente la platea dei potenziali compratori dei nostri titoli.Ma, come spesso accade, il diavolo si nasconde nei dettagli. E qui non è tutto oro ciò che luccica e la vicenda si tinge di toni chiaroscuri.Infatti Fitch riconosce al governo il totale e perfetto rispetto dei criteri e degli impegni stabiliti col nuovo Patto di stabilità e crescita, definiti nel Piano strutturale di bilancio di medio termine (Psbmt) del settembre 2024 e sostanzialmente confermati nel Documento di finanza pubblica (Dfp) ad aprile scorso. La cattiva notizia sta nel fatto che quel percorso - fatto di avanzi primari crescenti e di riduzione del deficit strutturale di almeno lo 0,5% per uscire dalla procedura per deficit eccessivo - è esattamente quello che, dal 2012 in poi, ha fatto del nostro Paese il fanalino di coda nella crescita tra gli Stati membri. Non proprio un buon viatico. Effettivamente la crescita 2025 dovrebbe attestarsi intorno allo 0,6% e per il 2026 forse qualche decimale in più.Tra le maggiori economie dell’Eurozona solo la Germania riesce a fare peggio. Ma fermarsi qui significa fare un torto al ministro Giancarlo Giorgetti e all’intero governo Meloni. Perché Fitch fornisce non uno ma quattro perfetti assist per consentire al governo di intervenire su quei dati tendenziali (cioè a legislazione vigente) per fornire un significativo impulso alla crescita nel 2026. Un anno decisivo per il governo, perché è l’ultimo anno intero prime delle elezioni politiche previste per la primavera 2027. In altre parole, è davvero l’ultimo treno per il governo per fornire ai cittadini segnali tangibili di allentamento della pressione fiscale, senza eccessivi sacrifici dal lato della spesa.Il primo pilastro su cui edificare una politica di bilancio relativamente espansiva è quello che Fitch chiama il «solido ancoraggio». Cioè i conti del nostro Paese sono solidamente e strutturalmente avviati - per effetto di tutte le leggi finalizzate al contenimento della spesa e al perseguimento di maggiori entrate stratificatesi negli ultimi anni - su un sentiero di riduzione di deficit e stabilizzazione del debito. In secondo e terzo luogo, i rischi per il finanziamento del debito e la sua sostenibilità sono «ridotti» e sono «ulteriormente mitigati» dal «supporto della Bce (garantito dal rispetto delle regole fiscali)». Esattamente il contrario della Francia, avviata su una traiettoria di avvitamento dei conti e con la Bce che formalmente potrebbe non attivare l’ombrello d’emergenza dell’acquisto di titoli.Il secondo pilastro è il fatto che questo governo sta riuscendo a fare meglio delle stime, soprattutto per le entrate fiscali che regolarmente superano le previsioni. L’ultimo dato sulle entrate tributarie, aggiornato a luglio, è stato poco valorizzato, ma parla da solo. Nonostante il confronto gennaio-luglio penalizzi il 2025 rispetto al 2024 (con agosto i dati saranno perfettamente comparabili), le imposte dirette segnano già un +0,8%, figuriamoci cosa leggeremo includendo i versamenti di agosto. Ci siamo potuti permettere addirittura un calo delle ritenute sui dipendenti pubblici e privati (effetto del cambiamento nelle regole per ridurre il cuneo fiscale), ampiamente compensato da voci come le ritenute sugli autonomi (+6,3%) e soprattutto ingenti incassi per imposte su interessi e capital gain (+14% e +155%, rispettivamente) grazie al positivo andamento dei mercati. Le imposte indirette (Iva in primis) sono cresciute del 5,1%. Tutti dati che gli investitori guardano con attenzione. Ad esempio, per il 2025 il deficit/Pil, previsto pari al 3,3% dal Dfp di aprile, è visto da Fitch attestarsi al 3,1%, con probabile ulteriore correzione al ribasso. Questo significa partire per il 2026 con un deficit/Pil tendenziale ben inferiore al 2,8% del Dfp e quindi avere spazio per interventi programmatici tangibili. Il tutto senza alterare più di tanto i conti: «Il governo probabilmente continuerà a implementare modesti sgravi fiscali, ma questi non dovrebbero compromettere gli obiettivi. Misure simili sono state adottate nel 2024 e 2025, eppure i risultati fiscali continuano a superare gli obiettivi». In sostanza, quasi un invito al ministro Giorgetti a sfruttare tutto lo spazio fiscale a disposizione, proprio mettendo a garanzia il patrimonio di credibilità che si è costruito in questi anni.Per evidenziare meglio la straordinaria opportunità a disposizione del governo, giova ricordare che Francia, Germania, Spagna e perfino il Regno Unito in queste settimane stanno preparando leggi di bilancio dominate da aumenti di imposte. Siamo una mosca bianca.Infine, Fitch riconosce che «il rating è sostenuto dalle economia diversificata e ad alto valore aggiunto dell’Italia» e «dall’attuale contesto politico stabile che favorisce il raggiungimento degli obiettivi». Ancora una volta, l’esatto contrario di quanto accade ogni giorno in Francia, Germania e Spagna, tutte solcate da profonde divisioni politiche.Sulla base di tutte queste solide premesse, Giorgetti deve avere il coraggio di fare ciò perfino Fitch gli suggerisce di fare: dopo gli interventi su aliquote Irpef, detrazioni e no tax area eseguiti nel 2024 e stabilizzati nel 2025, ora è il momento di gettare tutto il peso sulla fascia di reddito che una volta si chiamava «ceto medio». Si parla di una riduzione della seconda aliquota dal 35% al 33% e l’aumento di quello scaglione fino 60.000 euro di reddito, con benefici per circa 13 milioni di contribuenti. Ci sembra il minimo. Ora Giorgetti e il viceministro Maurizio Leo hanno tutti i dati, inclusi gli assist di Fitch, e non possono permettersi di mancare il bersaglio. Basterà attendere pochi giorni per leggere il documento programmatico di finanza pubblica ed avere le risposte.
(Ansa)
«L'immunità parlamentare serve a garantire libertà di espressione, libertà di azione ai parlamentari, non per vicende che riguardano l'attività delle persone quando non erano ancora parlamentari. Quindi - ha spiegato il ministro degli Esteri - non e' giuridicamente fondata la richiesta della conservazione dell'immunità. Noi siamo garantisti, quindi finchè uno non è condannato non e' colpevole, però non possiamo dare un salvacondotto a Salis. Se fossero cose avvenute durante il mandato parlamentare sarebbe stato diverso, ma in questo caso i reati di cui è accusata sarebbero stati commessi prima della sua elezione in Parlamento quindi è giusto votare contro la conservazione dell'immunità».
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