2025-11-28
Il Comune di Milano vuol rieducare i maschi
Sullo sfondo Palazzo Marino a Milano (iStock). Nei due riquadri gli slogan dell’associazione Mica Macho
Bufera sul «Tavolo permanente» dedicato alla correzione degli uomini, annunciato dal Consiglio comunale. Critica Forza Italia: «Impostazione woke». Mentre i dati dicono che queste attività sono inutili. E resta il mistero sui fondi impiegati da Palazzo Marino.A Milano il nuovo Tavolo permanente sulla «rieducazione maschile», annunciato dal Consiglio comunale, si apre tra polemiche e dubbi sulla sua reale utilità. Le critiche del centrodestra sono arrivate subito, mentre le ricerche internazionali mostrano da anni risultati incerti sui percorsi rivolti agli uomini.Il sondaggio più citato è il Drive survivors’ survey del 2021: su 470 donne nel Regno Unito, il 52% non ha visto cambiamenti nei partner dopo i programmi di recupero, il 31% ha notato un peggioramento e solo l’8% un miglioramento. Numeri che coincidono con altre valutazioni europee e che, negli ultimi anni, hanno portato alla chiusura o alla mancata prosecuzione di diversi progetti pilota rivolti proprio agli autori di violenza. Il sondaggio venne presentato nel 2022 come una delle prime analisi su larga scala basate esclusivamente sul punto di vista delle vittime, e rimane uno dei riferimenti più citati nei dibattiti pubblici e istituzionali sul tema.Risultati simili sono emersi un po’ dappertutto. In Svezia, il programma Idap (Integrated domestic abuse program), rivolto agli autori condannati per violenza domestica, ha mostrato un calo della recidiva solo in determinate condizioni - programmi lunghi, monitorati e integrati con i servizi giudiziari - mentre gli studi sui percorsi più brevi non hanno evidenziato variazioni significative. Nei Balcani diversi progetti pilota, avviati con finanziamenti europei o internazionali, non sono stati rinnovati dopo il primo ciclo: un rapporto del 2022 realizzato da Wwp en (Work with perpetrators) e Un Women documentava come molte iniziative si fossero concluse alla fine dei contributi senza evidenze sufficienti per una prosecuzione. In Italia, infine, alcune Procure hanno interrotto sperimentazioni di corsi brevi per autori di reato a causa di tassi di abbandono elevati e mancanza di risultati verificabili.È in questo quadro che è arrivato il comunicato di Palazzo Marino, diffuso il 25 novembre, per annunciare il Tavolo permanente sul maschile con il coinvolgimento di scuole, università, terzo settore e associazioni cittadine. La reazione di Forza Italia è stata immediata. «L’iniziativa appare fondata su presupposti ideologici che rischiano di rappresentare gli uomini come un soggetto da rieducare», dichiarano Gianluca Comazzi e Luca Bernardo, parlando di un’impostazione «dal sapore woke». Per i due esponenti non sono chiari «criteri, metodi, obiettivi o perimetro dell’iniziativa», né «quante risorse economiche il Comune prevede di destinare» o quali realtà siano state coinvolte. «Un progetto di questa portata», affermano, «non può essere presentato in modo vago. I milanesi hanno il diritto di sapere quali messaggi verranno veicolati e quali saranno i costi».La risposta arrivadal consigliere pd Diana De Marchi, promotrice dell’ordine del giorno. «Si critica senza aver letto il documento e senza porre domande in aula», replica. Secondo De Marchi, i chiarimenti erano già disponibili e non sono previsti fondi: «Per tavoli e consulte non ci sono mai stati, né mai richiesti, finanziamenti di nessun tipo». Le accuse del centrodestra, sostiene, sarebbero «pretesti strumentali» e frutto di «rifiuto o paura di mettersi in discussione».Eppure resta aperto il nodo della trasparenza sulle iniziative che hanno portato il tema della maschilità nel dibattito cittadino. Tra queste c’è il festival Hey Man! di settembre, organizzato da Mica Macho alla Fabbrica del vapore. Il Comune risulta tra i sostenitori istituzionali, ma non esiste una cifra ufficiale su eventuali investimenti: nel bilancio non compare una voce dedicata e l’associazione non ha pubblicato un rendiconto con entrate e spese. Mica Macho, fondata nel 2020, ha organizzato gruppi di confronto frequentati da centinaia di uomini. Il presidente, Giacomo Zani, descrive il progetto come «uno spazio per interrogare le norme che regolano il maschile», affrontando temi come stereotipi e relazioni. Il ruolo dell’associazione nel nuovo tavolo non è definito e, finora, non esistono valutazioni indipendenti sull’efficacia delle sue attività.Fuori da Milano, il tema è monitorato da diversi enti europei. Il Consiglio d’Europa e la rete Wwp En ricordano che i programmi rivolti agli uomini devono essere valutati periodicamente, seguire standard condivisi e coinvolgere i centri antiviolenza. I rapporti segnalano che interventi brevi, isolati o senza monitoraggio non hanno prodotto risultati misurabili, mentre i modelli efficaci - soprattutto in Inghilterra, Irlanda e Scandinavia - sono quelli di lunga durata e con controlli esterni.Al contrario, la delibera del Consiglio istituisce un tavolo sulla mascolinità con funzioni consultive su stereotipi e partecipazione degli uomini. L’obiettivo è promuovere una cultura maschile più consapevole, ma il testo non indica criteri, metodi o strumenti operativi. La formulazione resta ampia e generica, lontana dagli standard europei che richiedono percorsi strutturati e valutabili. È proprio questa vaghezza che, secondo i critici, indebolisce il progetto.