2025-11-28
Famiglia nel bosco: «Non abbiamo mai rifiutato gli aiuti»
La famiglia Trevallion nel bosco di Palmoli
I coniugi Trevallion aprono al dialogo con il Comune di Palmoli per un nuovo alloggio. Il Garante per l’infanzia Terragni: «Il prelievo di minori sia una misura eccezionale».Nuovo colpo di scena nella vicenda della «famiglia del bosco», i coniugi Catherine Birmingham e Nathan Trevallion, che vivevano in un casolare in un bosco nel comune di Palmoli, in provincia di Chieti, ai quali il Tribunale dei minori dell’Aquila ha tolto i figli, trasferendoli insieme alla madre in una casa famiglia. Con una lettera trasmessa agli organi di stampa la coppia ha aperto al dialogo con le istituzioni: «Siamo, oggi, nella piena coscienza di non avere di fronte un antagonista, ma un’istituzione che come noi, siamo certi, ha a cuore la salvaguardia e la tutela dei nostri bambini. Quindi abbiamo un fine comune».Nella lettera, diffusa dai nuovi avvocati Marco Femminella e Danila Solinas, i due spiegano che la scelta che li ha «indotti a revocare il mandato all’avvocato Angelucci passa attraverso il bisogno di una comprensione e di un confronto dialettico nonché prettamente giuridico con le istituzioni con cui abbiamo la necessità imprescindibile di interloquire». Smentendo così il comunicato dell’avvocato Giovanni Angelucci, che due giorni fa aveva annunciato la sua rinuncia al mandato. «Unitamente ai nostri nuovi difensori, una volta compreso il senso pieno di questo percorso», hanno sottolineato i Trevallion, anche e soprattutto attraverso la traduzione degli atti del fascicolo del Tribunale, siamo pronti a condividerne il fine». La coppia ha infatti evidenziato «la difficoltà nel parlare e comprendere la lingua italiana, in particolare i tecnicismi legati agli aspetti giuridici» e che «solo due giorni fa, per la prima volta», hanno potuto «leggere in lingua inglese l’ordinanza e quindi di comprenderla nella sua interezza».I Trevallion hanno anche smentito di aver rifiutato aiuti dal Comune, che aveva offerto loro un alloggio, e da alcuni privati: «Continuiamo a leggere su alcune testate giornalistiche che saremmo testardamente arroccati su posizioni intransigenti e rigide e che staremmo rifiutando il supporto di istituzioni e privati che mettono a nostra disposizione abitazione alternative. Non è assolutamente vero. Abbiamo la gioia di preservare il nostro spirito e la nostra filosofia di vita, ma non per questo vogliamo essere sordi alle sollecitazioni che vengono dall’esterno. È falso quanto si dice in ordine a un nostro rifiuto sull’aiuto offerto dal sindaco e da privati». Ieri è tornata a prendere posizione anche il Garante per l’infanzia e l’adolescenza Marina Terragni: «Il prelievo di minori deve costituire una misura del tutto eccezionale e temporanea, applicabile unicamente quando l’incolumità del minore sia a rischio». Terragni spiega che «purtroppo mancano dati: non conosciamo il numero dei bambini ospitati nelle strutture, né esiste un censimento di esse. Il ddl Affido Roccella-Nordio», conclude Terragni, «già approvato alla Camera e attualmente al vaglio in commissione Giustizia al Senato, si propone finalmente di colmare queste lacune introducendo registri nazionali e istituendo un Osservatorio nazionale sugli istituti di assistenza, comunità e famiglie affidatarie».
Sullo sfondo Palazzo Marino a Milano (iStock). Nei due riquadri gli slogan dell’associazione Mica Macho