In attesa del verdetto della Consulta sui referendum radicali (martedì), alla Camera arriva la legge che può renderli inutili. Il centrodestra punta su uno «schema ddl Zan».
Dopo la sentenza di Ancona, il suicidio assistito rischia di diventare un diritto. Che imporrebbe ai medici il dovere di sopprimere chi farà loro richiesta. Bisogna opporsi a questa ideologia: curare non è mai uccidere.
La norma sulle Dat ha aperto la breccia: poi si è pronunciata la Consulta sul suicidio assistito, l'Ordine dei medici ha voluto «aggiornare» la deontologia, e infine il Comitato di bioetica ha censurato l'accanimento terapeutico sui bimbi. Il «diritto alla morte» sta trionfando in assenza di controlli democratici.
I cattolici che guardano a sinistra? Fregati. Se ne sono accorti in Emilia. Il professor Stefano Zamagni confessa di essere deluso da Stefano Bonaccini: i fedeli hanno sostenuto la sua lista ma non hanno avuto nemmeno un posto in giunta. Dove invece spadroneggia Elly Schlein, paladina Lgbt.
«Per arginare i magistrati si cambi la Costituzione». Il giurista Agostino Carrino: «Lo Stato dei giudici è frutto di una rivoluzione clandestina. La soluzione sta solo in una politica autorevole».
«Mio figlio doveva morire, l'Italia lo aiuti». Parla la mamma del piccolo Maciej, di 7 anni. Per i dottori belgi, il suo «miglior interesse» è essere soppresso.
Il malato va consolato, non ucciso, perché ogni sofferenza può essere lenita se è condivisa con qualcuno disposto a farsene carico. Invece il suicidio assistito è la scorciatoia per rimanere indifferenti al bisogno altrui. Anziché curare, ci limitiamo a fornire il veleno.