2024-01-16
Caro Luca Zaia, non faccia il Cappato. In Veneto fermi la legge pro morte
Luca Zaia (Imagoeconomica)
Oggi la sua Regione potrebbe sdoganare il suicidio assistito, sacrificando così i fragili sull’altare dell’ambizione politica.Caro Luca Zaia, caro governatore nonché sultano dello Zaiastan, le scrivo perché oggi il Veneto, su cui lei regna incontrastato da anni, potrebbe approvare, con il suo voto favorevole, la prima legge pro morte d’Italia. Una legge per dare tempi certi al suicidio assistito, proposta dall’associazione Luca Coscioni e che risponde perfettamente alla cultura dell’eliminazione dei deboli che in questi anni abbiamo sempre contrastato con tutte le nostre forze.Ora ci stupisce non poco sapere che lei è d’accordo con questa norma, come un Cappato qualsiasi. Ci stupisce sapere che non solo ha annunciato il voto favorevole ma che sarebbe orgoglioso di piantare in terra veneta la bandiera nera dell’eutanasia, dopo quella arcobaleno del centro per i trans. E, con rispetto, ci permettiamo di chiederle: ma cosa le è successo? Ha fatto indigestione di editoriali di Repubblica? È sotto ricatto delle brigate El-Cappat? È posseduto dallo spirito di Ivan Scalfarotto? Abbiamo sempre apprezzato la sanità della sua Regione per come cura i malati. E allora perché adesso i malati li vuole mandare a morire? Perché cedere a quella «cultura dello scarto» che considera inutile tutto ciò che è costoso da tenere in vita? Non si rende conto dell’effetto che una norma del genere può avere su tante persone fragili? Quante potrebbero scegliere il suicidio per non sentirsi di peso? E quante, in mille modi, potrebbero essere spinte a farlo? Perché un esponente di spicco di un partito che ha sempre difeso la vita adesso scende in campo al fianco dei cultori della morte? La simpatia della sinistra e dei giornali del gruppo Gedi valgono tanto? Perfino il tradimento dei propri principi? E, soprattutto, il tradimento dei più deboli? Non riusciamo a capirla, caro Zaia. Non riusciamo a capirla proprio per la stima che abbiamo in lei. Persona tosta, concreta, attaccata alla sua gente. Persona da sempre più vicina alla terra che ai salotti chic, più vicina alle radici venete che alle cliniche svizzere. Come è possibile che adesso si metta a far da capofila ai quei 9.000 pasdaran che vogliono ottenere in Veneto il primo scalpo dell’eutanasia? Non si rende conto che aprire la porta alla cultura della morte significa rinnegare l’attaccamento alla vita da sempre scritto nel Dna del popolo veneto? Significa andare contro quella voglia di lottare per la vita, di sacrificarsi per la vita, di non arrendersi mai, i valori che la sua gente ha sempre insegnato al mondo. Dunque: perché barattarli ora per un applauso dell’associazione Coscioni? Lo so che cosa sta pensando, caro governatore. Sta pensando di rispondermi che in realtà la materia è già regolamentata dalla sentenza della Corte costituzionale (242/2019) e che la legge regionale serve solo a stabilire regole certe per evitare ogni discrezionalità, a cominciare dai tempi della risposta (la norma in votazione oggi in Veneto fissa un massimo di 27 giorni). Ma non si nasconda dietro un dito. Non è da lei. Perché non è da oggi che fa politica, anche piuttosto bene per la verità, e dunque lo sa benissimo che se il Veneto del leghista Zaia diventa la prima Regione (e finora unica) ad approvare una legge per il suicidio assistito (cioè per la morte facile) ciò ha un valore simbolico fortissimo. E conseguenze politiche inevitabili. È forse quello che sta cercando? I giornaloni, lo vede, già ci sguazzano nelle divisioni. Titolano sul centrodestra che in Veneto si spacca. Fratelli d’Italia e Forza Italia sono contro, la Lega si divide, un po’ a favore un po’ contro. Si fa la conta dei voti. Roba da mandare in visibilio tutti quelli che non vedono l’ora di aprire altre crepe nella maggioranza che governa l’Italia, come se non bastassero quelle che già si aprono da sole fra economia e Sardegna. Il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, suo vicino nonché compagno di partito, ha già dichiarato di essere coerentemente contrario a una legge che è «una scorciatoia per far passare le persone deboli come un peso per la società». Lei invece quella scorciatoia la sta prendendo in pieno, forse perché è anche la scorciatoia che la porta dentro i circolini chic. Nel caso, ci pensi, sta sacrificando vite umane e persone fragili sull’altare della sua ambizione politica.E qui vengo al vero motivo della mia lettera. Quando ho sentito parlare della possibilità del terzo mandato per i governatori, le confesso, sono stato subito favorevole. Se qualcuno governa bene e la sua gente lo rivota, perché impedirlo per legge? Mi hanno fatto notare che il terzo mandato per lei in realtà sarebbe il quarto (ha cominciato prima dell’entrata in vigore della legge). E mi hanno fatto notare che con il quarto mandato lei arriverebbe al ventennio. Il ventennio dello Zaiastan. Un potere infinito, un regno su cui non tramonta mai il sole. E non ci sarebbe nulla di male, per carità.Però, ecco, la sua iniziativa a favore del suicidio assistito mi fa sorgere qualche dubbio: se dopo 14 anni di governo arriva a dare il via libera all’eutanasia, non è che dopo, andando verso i 20 anni di governo, sentendosi nelle mani un potere sconfinato, approverà anche una legge per l’utero in affitto? O per l’adozione esclusiva e obbligatoria alle coppie gay? O per l’abolizione totale del genere maschile e femminile? O per l’uso forzato della schwa nelle scuole elementari? O per la proibizione di Cappuccetto Rosso e di Biancaneve all’asilo? Per questo ci siamo permessi di scriverle, perché abbiamo avuto un incubo: il Veneto di Zaia con Luxuria alla famiglia, Cappato ai trasporti (solo treni per la Svizzera) e il dottor Morte alla sanità. Si fermi in tempo, fin che può.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.