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Focus ricostruisce «Le ultime ore del presidente Kennedy» con un doppio documentario
John Fitzgerald Kennedy a bordo della limousine presidenziale in Dealey Plaza a Dallas, poco prima di essere ucciso (Ansa)

A 60 anni dall'assassinio, il canale 35 del digitale terrestre ha deciso di ripercorrere la morte del 35° presidente degli Stati Uniti in un documentario in programma stasera alle 21.05, nel giorno prescelto per l’inizio delle commemorazioni. Domani, stesso orario, va in onda L’uomo dei sogni: Jfk tra mito e realtà: il racconto di come Kennedy, ragazzino innamorato del giornalismo, sia arrivato alla Casa Bianca.

Oliver Stone: «Dal virus alle guerre, fino alle colpe degli Usa: dubitare è vietato»
Oliver Stone (Getty Images)
Il regista di «Jfk» e «Snowden»: «I media non indagano più, ripetono ciò che pensa la Casa Bianca. L’Europa è succube».
Effemeridi: dal matrimonio Kennedy-Bouvier al debutto delle Br
12 settembre 1953: il matrimonio di Jfk e Jacqueline Bouvier (Getty Images)

Dal 5 al 18 settembre: Jfk sposa Jackie Bouvier, San Francesco riceve le stimmate. Viene scoperta la seconda vittima di Jack lo Squartatore. La foiba di Basovizza diventa monumento nazionale. Le Br compiono il primo atto terroristico a Milano.

cuba baia porci 1961
Castristi con un mezzo da sbarco catturato alla Baia dei Porci (Getty Images)

Nel linguaggio militare americano, il tentato sbarco del manipolo di esuli cubani di sessant'anni fa sarebbe stato definito come "S.N.A.F.U." (o situation normal all fouled up), vale a dire un'operazione militare fallita per una serie di errori grossolani e ampiamente evitabili. Era il 19 aprile 1961 quando gli ultimi membri della Brigada Asalto 2506 alzarono le mani e si arresero ai castristi. La sconfitta causò un terremoto nella nuova amministrazione Kennedy e una conseguente rivoluzione nei vertici dei Servizi Segreti statunitensi.

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I miti di sinistra non sono mai stati pacifisti
John F. Kennedy (Ansa)
Come aveva previsto George Orwell, il comunismo non poteva fare altro che darci dittatori sanguinari come Mao, Stalin, Pol Pot. E anche i fratelli Kennedy, oggi simboli del «vogliamoci tutti bene», erano leader disposti a portare il loro Paese in guerra.
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